Re: [pace] colpi di stato non rivoluzioni



La purezza e la buonafede di chi partecipa è sicura: io mi riferisco a chi è ingrado di strumentalizzare o pilotare un processo, che comunque vede nelle forze armate gli arbitri della soluzione! Come in Italia distinguo tra un popolo che desidera veri cambiamenti e partecipa numerosissimo alle manifestazioni (vedi i famosi quattro milioni con la CGIL qualche anno fa) ed una classe dirigente oramai imprigionata in circoli di potere ed interesse.

--- Gio 3/3/11, Giulio Delapierre <gidela at alice.it> ha scritto:

Da: Giulio Delapierre <gidela at alice.it>
Oggetto: Re: [pace] colpi di stato non rivoluzioni
A: pace at peacelink.it
Data: Giovedì 3 marzo 2011, 11:34

Certo: la cautela è necessaria ma diamo fiducia e rispetto a milioni di persone che scendono in piazza e sfidano il potere.G.D.
----- Original Message -----
Sent: Thursday, March 03, 2011 10:57 AM
Subject: [pace] colpi di stato non rivoluzioni

Le manifestazioni viste in Egitto, Tunisia e Libia somigliano sempre più a colpi di stato piuttosto che rivoluzioni, come anche a sinistra qualcuno, offuscato dal lungo digiuno rivoluzionario, si è affrettato ad etichettare. Le ragioni che possono portare in piazza migliaia di persone sono infinite e tutte giuste: i regimi di Mubarak e soci non sono certo esempi di democrazia; sono rappresentanti in loco di interessi internazionali che sono mutati e per questo devono essere sostituiti. In paesi dove con qualche centinaio di dollari si compra al mercato un kamikaze pronto a suicidarsi non sarà difficile per i servizi organizzare pool di insorti che possano mettersi a capo di gente iperincazzata per la fame e l'oppressione! Quindi le "manifestazioni" devono essere valutate per i "frutti" che sono in grado di dare. Del resto abbiamo già visto i servizi USA e mossad al lavoro nella ex Jugoslavia, nella DDR, con Eltzin in Russia, in Romania (con i cadaveri riesumati dai cimiteri per fotografare le stragi di Ceasescu e gli altoparlanti che amplificavano i suoni dei mitra), con le rivoluzioni colorate dell'Ucraina, ecc. ecc. Troppo enormi gli interessi strategici in questa fase di transizione dal petrolio ad altre forme di energia, di caduta tendenziale del profitto, perchè debbano mediare con personaggi fuori dal tempo come un Gheddafi o un Ben Ali di Craxiana memoria. La concentrazione e l'accorciamento della catena di comando esige semplici impiegati a gestire paesi e continenti. Basta vedere la nostra europa, dove un pugno di funzionari a Bruxelles dirige e comanda l'economia e la politica europee lasciando capi di governo e di stato ad "intrattenere" con barzellette quotidiane e prese di culo la popolazione! Del resto nel maghreb le soluzioni sono state o saranno solo militari: decide l'esercito chi va o chi resta! Il tripudio popolare è mediaticamente assicurato dalle TV: ci hanno regalato uno sbarco sulla luna fatto in studio, che problemi hanno a venderci conflitti o manifestazioni taroccate!