Re: [nonviolenti] Mezzi nonviolenti contro fini nonviolenti



Scusate se mi permetto di inserirmi in questo dibattito, perché ho avuto più volte a scontrarmi con persone di formazione marxista su questo tema.
Mi sono sentito più volte rinfacciare da loro che i metodi nonviolenti di Sharp sono stati usati per rivoluzioni reazionarie, esempio più classico è quella arancione dell'Ucraina.
Io cerco di far capire loro che se i metodi nonviolenti hanno funzionato per scopi negativi, con maggior convinzione dovremmo usarli per fine positivi come la liberazione degli esseri umani.
In questi gruppi di una sinistra che mi pare ormai residuale continua ad esistere una mistica della violenza, un proporre l'esclusivo metodo machiavellico nella lotta politica.
Il fenomeno dello stravolgimento dei metodi nv per fini di dominio non è nuovo e devo confessare che ho trovato molte resistenze, all'interno dei gruppi nonviolenti che frequento, a far capire questa cosa; tra di noi trovo talvolta un atteggiamento speculare a quello dei vecchi marxisti leninisti per cui siamo tentati da un feticismo del metodo, supponendo che quello che esce da un buon metodo sia per forza buona cosa; riconosco ad Alberto L'Abate di aver capito e denunciato bene questo rischio. Venendo dal mondo sindacale posso dirvi che i nostri metodi, ad es delle assemblee, sono usati da lungo tempo per favorire la cooperazione dei lavoratori finalizzata alla produzione e alla fidelizzazione all'azienda, ma contemporaneamente vengono create le condizioni per una conflittualità orizzontale tra i lavoratori stessi, tale da provocare un clima di inimicizia e sofferenza perenne. La precarietà è teorizzata anche come strumento di dominio.
Per quanto riguarda Soros e le sue istituzioni "benefiche" dobbiamo stare molto in guardia; può darsi che qualche analisi e denuncia sia vera, ma il progetto che sta dietro le azioni del capitalista di origini ungheresi sono di tipo imperialistico. Vorrei ricordare un libro della fine degli anni '90, "guerra senza limiti", di due strateghi militari cinesi in cui si annunciava l'arrivo della guerra asimmetrica. In quel libro, che consiglio di leggere, si parla di guerra non solo combattuta con le armi, ma anche con la finanza: la crisi economica delle tigri asiatiche degli anni '90 fu provocata da operazioni speculative in cui Soros era in prima fila. Gli interventi di Soros nei Balcani non erano finalizzati ad aiutare tanto il popolo Rom, ma a impiantare la più grande base americana in Europa (Bondsteel), a gestire oleodotti che escludessero la Russia dal controllo del petrolio, a controllare miniere, a inserire nel cuore dell'Europa un nucleo di instabilità che garantisse l'egemonia statunitense.
Insomma credo che anche noi nonviolenti dovremmo cominciare a ripensare la nostra strategia e considerare non solo le armi, ma anche i media, l'economia, le ong, come possibili strumenti di una guerra globale, non solo armata.
Come nonviolenti dovremo legare di più, alla diffusione dei nostri metodi, anche fini chiari di giustizia e di liberazione. Il rischio è di essere involontari complici dei misfatti nel mondo.
Scusate l'intrusione.
TC

Il 24/02/2011 10:00, Enrico Peyretti ha scritto:
Caro Alberto Zangheri, ammiriamo e sosteniamo chi lotta per la libertà. Molto meglio (e più efficace, alla lunga) con la forza umana che con le armi. Ma temo sempre l'astuzia del dominio che sa impadronirsi dei mezzi nonviolenti mentre ripudia i fini della nonviolenza. Quello che scrivi conferma il timore.
Gandhi lo previde: prima ti deridono, poi (qui semplifico i passaggi) ti assoldano.
Non si tratta di volere una purezza al 100%, lo sappiamo da sempre. Ogni cammino è graduale. Ma dobbiamo aver chiaro che la violenza maggiore, più penetrante e corruttrice, è quella blanda, seduttrice. La violenza culturale, incarnata nelle menti e mei costumi, è peggiore della guerra, perché la causa e la giustifica.
Quelli che uccisero Gesù Cristo erano scemi. Lo resero immortale. Fu molto più furbo Costantino e poi Tedosio che comperarono la chiesa come socia dell'impero e fecero annacquare il vangelo. Quello che resta, e resta davvero, deve difendersi dagli atei devoti molto più che da Nerone.
La più grande violenza è il dominio.
Lo vediamo noi in Italia, vittime ancora passive del Gran Falsario e Gran Prescritto, strupratore della Costituzione e avvelenatore del significato delle parole, la cui ricerca è la più preziosa caratteristica del genere umano, uomini e donne in questo assolutamente uguali nel dovere e nel diritto.
Leggi il mio articolo del 2005 allegato, "Nonviolenza violenta?".
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza!
Enrico Peyretti, Torino
 
 
 
----- Original Message -----
Sent: Thursday, February 24, 2011 9:20 AM
Subject: [Mir-forum] Re:che ne pensi

La questione è molto controversa. Anche senza aver letto l'articolo che mandi, ti rispondo che sono anni che si polemizza su questo. In sintesi, le tecniche nonviolente alla Gene Sharp si sono diffuse in molti paesi dell'est nelle varie rivoluzioni post-89, partendo proprio dai ragazzi che manifestavano a Belgrado contro Milosevic. Questo tipo di attività ha avuto un sostegno economico anche da enti americani come la Fondazione Soros, che sostiene la democratizzazione di quelle società. L'idea che ci sta dietro è quella di utilizzare le tecniche nonviolente per ottenere la democrazia. Chiaramente siamo lontani dalla nostra idea più complessiva di nonviolenza, che va ben al di là della semplice instaurazione di una democrazia parlamentare e di una società aperta. 
Siamo bene informati su questo: a suo tempo una nostra volontaria partecipò ad un seminario in Albania dove erano presenti attivisti nonviolenti da vari paesi dell'est, quasi tutti stipendiati dalla Fondazione Soros. Evidentemente ora il fenomeno è arrivato ai paesi arabi, e non è cosa da poco!
Chiaramente un fenomeno con luci ed ombre, su cui infatti ci sono state infinite polemiche, soprattutto da sinistra. In ogni caso, sarà comunque sempre meglio che un popolo si liberi da un dittatore manifestando nonviolentemente in piazza piuttosto che con i bombardamenti americani.
Alberto





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Date      : Tue, 22 Feb 2011 09:00:31 +0100
Subject : che ne pensi







> Caro Alberto, ho letto con attenzione l'articolo del corsera da te segnalato in cui si parla dei ragazzi di Optor. Nel tentativo di approfondire l'argomento, mi sono imbattuta in questo sito e in questo articolo che mi ha sconcertato un po'. E' credibile? Se hai un momento, dagli un'occhiata e dimmi cosa ne pensi. Un abbraccio a te, cristina e ragazzi Etta
http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmp8c20.htm


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