cancellata via Fermi nell'anniversario di Hiroshima




DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - obiettore alle spese militari e nucleari
 
 
Oggi, 6 agosto 2010, 65 anni dopo la strage "storica di Hiroshima", in rappresentanza della Lega per il disarmo  (www.osmdpn.it), insieme ad Adriano Ciccioni, di Città Verde, ho simbolicamente "cancellato" Viale Fermi a Milano.
(L'insegna della strada è stata coperta con un cartello: "via Hiroshima").
Il motivo è più estesamente spiegato nella nota sotto riportata, che dà contezza del "disco verde" al presidente Truman da parte dell'ex "ragazzo di via Panisperna" (interpellato come consulente) allo sgancio della Bomba contro i civili.
 
Le vittime dei bombardamenti di Hiroshima  e Nagasaki, nell'attualità, ci ricordano che il combustibile per le bombe viene dall'attività delle centrali elettronucleari (del resto la stessa vicenda iraniana è lì a dimostrarlo, un giorno sì e l'altro pure).
 
Bombe e centrali atomiche sono due facce della stessa medaglia, la connessione tra uso militare e uso "civile" è strettissima.
 
Gli anni passano, ma il nucleare invece di essere abbandonato definitivamente ricompare sulla scena, in Italia per soddisfare gli indecenti appetiti di una classe dirigente ignorante, becera e cieca.
 
Perfino un professionista di grande prestigio e notorietà come Veronesi, candidato a presiedere l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare, con supremo sprezzo del ridicolo, invoca le centrali atomiche senza nulla conoscere del ciclo industriale, delle ricadute sulla militarizzazione del territorio, sullo sproposito dell'impegno economico e sui costi non considerati, a partire dalle scorie radioattive per generazioni e generazioni.
 
Veronesi può quindi essere indicato a pieno titolo come esempio della validità delle tesi sostenute nel libro di Laurence Peter secondo il quale ogni individuo tende a salire nella scala gerarchica fino a raggiungere...  il livello della sua incompetenza!
 
Il sole è la chiave della sopravvivenza energetica del mondo. Ma la politica, venduta e comprata mille volte, finge di non sapere che il sole fornisce 1.200 kwh/anno per ogni mq di territorio e sarà così praticamente per sempre. Veronesi è rimasto all'età dei "dinosauri"....
 
 
 

nota: ENRICO FERMI E L'USO DELLE ATOMICHE A HIROSHIMA E NAGASAKI

Nella storia della Bomba Atomica la responsabilità di Enrico Fermi non sta solo nell'avere partecipato, con un contributo determinante, al progetto Manhattan (a Los Alamos ebbe l'incarico di dirigere la "Divisione F", chiamata così proprio dall'iniziale del suo cognome. Doveva supportare tutte le altre divisioni operanti nella cittadella-laboratorio nel risolvere i problemi più complessi che potevano manifestarsi durante il lavoro dei fisici).

Molto di più: Fermi è "colpevole" di aver dato il disco verde al suo sgancio, prima su Hiroshima, quindi su Nagasaki, essendo stato consultato dall'Amministrazione USA sull'opportunità di impiegarla o meno -la Bomba - ed eventualmente in che forma.

La vicenda è ben ricostruita da parte giapponese sul sito: http://www.jappone.com/

Vi si evince, in sostanza, quanto possiamo ricavare da qualsiasi enciclopedia storica: non è vero che queste stragi furono "militarmente" necessarie per salvare la vita di 1 milione di soldati americani, nel momento in cui il Giappone si accingeva a dichiarare la resa. Il vero ragionamento fu "geopolitico": "affrettare la capitolazione giapponese significava per gli USA tener fuori l'URSS dal teatro di guerra asiatico in una prospettiva già post-bellica, segnata dalla prefigurazione di "blocchi" contrapposti militarmente, economicamente e militarmente. La "bomba" era quindi politicamente diretta contro l'URSS, con un "effetto dissuasivo" che la collocava già nello scenario della "guerra fredda" e del bipolarismo USA-URSS".

(Da "LA STORIA", opera realizzata dalla redazione Grandi Opere di UTET Cultura, allegato di "Repubblica", volume 13, pag. 695).

Tornando al ruolo di Fermi nello sgancio della Bomba, l' 11 giugno 1945 7 scienziati dell'universita' di Chicago (Frank report) chiesero che la bomba atomica venisse usata come dimostrazione nel deserto o su un'isola sperduta davanti a tutti i rappresentanti delle Nazioni Unite.

Il "Scientific Panel of the Interim Committee on Nuclear Power", di cui faceva parte Fermi, rispose invece di sentirsi più vicino a coloro che volevano usare la nuova arma in ambito militare e non dimostrativo "salvando di conseguenza la vita di molte persone". Tra i firmatari della risposta troviamo, appunto, lo scienziato italiano Enrico Fermi.

Questa la trascrizione della lettera rinvenibile alla URL: http://www.dannen.com/decision/scipanel.html

 

Recommendations on the Immediate Use of Nuclear Weapons, June 16, 1945

 

Recommendations on the Immediate Use of Nuclear Weapons, by the Scientific Panel of the Interim Committee on Nuclear Power, June 16, 1945.

Source: U. S. National Archives, Record Group 77, Records of the Office of the Chief of Engineers, Manhattan Engineer District, Harrison-Bundy File, Folder #76.

 

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RECOMMENDATIONS ON THE IMMEDIATE USE OF NUCLEAR WEAPONS

A. H. Compton

E. O. Lawrence

J. R. Oppenheimer

E. Fermi

[signature]

J. R. Oppenheimer

For the Panel

June 16, 1945

You have asked us to comment on the initial use of the new weapon. This use, in our opinion, should be such as to promote a satisfactory adjustment of our international relations. At the same time, we recognize our obligation to our nation to use the weapons to help save American lives in the Japanese war.

(1) To accomplish these ends we recommend that before the weapons are used not only Britain, but also Russia, France, and China be advised that we have made considerable progress in our work on atomic weapons, that these may be ready to use during the present war, and that we would welcome suggestions as to how we can cooperate in making this development contribute to improved international relations.

(2) The opinions of our scientific colleagues on the initial use of these weapons are not unanimous: they range from the proposal of a purely technical demonstration to that of the military application best designed to induce surrender. Those who advocate a purely technical demonstration would wish to outlaw the use of atomic weapons, and have feared that if we use the weapons now our position in future negotiations will be prejudiced. Others emphasize the opportunity of saving American lives by immediate military use, and believe that such use will improve the international prospects, in that they are more concerned with the prevention of war than with the elimination of this specific weapon. We find ourselves closer to these latter views; we can propose no technical demonstration likely to bring an end to the war; we see no acceptable alternative to direct military use.

(3) With regard to these general aspects of the use of atomic energy, it is clear that we, as scientific men, have no proprietary rights. It is true that we are among the few citizens who have had occasion to give thoughtful consideration to these problems during the past few years. We have, however, no claim to special competence in solving the political, social, and military problems which are presented by the advent of atomic power.