R: [pace] Israele -Palestina/Hamas



L'amica Roveroni, se non è un Nick name, fa una ricostruzione di comodo della 
nascita e sviluppo dello stato voluto dai grandi banchieri sionisti con il 
sostegno degli Stati Uniti d'America.  
Il suo passaggio su Wikipedia apre due scenari: ingenua, oppure a conoscenza 
del lavoro dei trolls pagati dal ministero dell'immigrazione Israeliano.
Provi ognuno di Peacelink a correggere quanto "qualcuno" ha scritto su 
Wikipedia contro Hamas (ma forse la Roveroni sa già chi sono i proprietari)  e 
constaterà , come è già successo a me, che subito scattano le contromisure.
La stampa e le TV europee vedono una fortiissima presenza di proprietà e 
giornalisti sionisti (quelle italiana ha il record), mentre la commissioe 
europea ha appena decretrato la chiusura di una TV francese che ospitava il 
parere del primo ministro palestinese, accerchiato a Gaza.
Anche il lupo di Fedro ha dei diritti, ma la Roveroni esagera parecchio nel 
sostenere che l'acqua l'ha intorpidita l'agnello.
Nando
 

>----Messaggio originale----
>Da: a_roveroni at libero.it
>Data: 16/06/2010 19.39
>A: "ml-Beati"<ml-Beati at beati.org>, "peace link"<pace at peacelink.it>
>Ogg: [pace] Israele -Palestina/Hamas
>
>ISRAELE E PALESTINA: NON SEMPLIFICHIAMO E OCCULTIAMO UNA PARTE
>Nessuno/a interviene di nuovo sulla discussione, eppure sono sicura che ci 
sono iscritti/e molto competenti che potrebbero dare un contributo.
>Aggiungo pertanto ancora altre mie considerazioni perchè mi pare serpeggi un 
certo negazionismo che non si addice a questi forum. Sulla questione israelo-
palestinese per costruire la pace è necessario uscire dalla dinamica amico-
nemico, vittima-persecutore, dove ci sarà sempre chi vince e chi perde senza 
una via d'uscita accettabile e giusta per ciascuno.  Occorre ascoltare e 
guardare ai fatti, tutti i fatti, anche quelli che apparentemente sembrano 
allontanarci da questo obiettivo, o che ci disturbano. Specialmente se una 
delle parti li sente come vitali per la sua esistenza stessa. E' da questo 
insieme fattuale che prende forma una visione più complessa e organica che si 
avvicina alla realtà sociale per comprenderla e agire di conseguenza.  La 
distruzione dello stato di Israele è una “enormità” ma non certamente di mia 
invenzione! Non possiamo dimenticare che è questa la minaccia con cui fin dalla 
sua fondazione Israele si confronta. Dalla guerra del '48 in cui Israele si è 
difesa dall'aggressione degli stati arabi (e non cito la dichiarazione 
dell'allora rappresentante della Lega Araba per la sofferenza che mi provoca), 
fino a far propria la dottrina della guerra preventiva (nel 1967) - che per il 
diritto internazionale resta un'aggressione- in questo caso compiuta da 
Israele, per tornare nel '73 con la guerra del Kippur a subire l'attacco degli 
stati arabi. E' vero quindi che non si è sempre difesa e che ha anche aggredito 
e ha attaccato popolazione inerme da ultimo nella operazione Piombo Fuso del 
2009 e non voglio qui ribadire quanto ho già scritto del mio punto di vista 
sulla necessità giuridica e opportunità politica anche per il proprio stesso 
bene  che Israele metta subito fine alla sua politica di apartheid, di 
colonizzazione e all'occupazione illegale di Gerusalemme est, del Golan, di 
Cisgiordania e Gaza. Ma per aiutare il dialogo e la pace occorre guardare a 
tutti i fatti, ripeto, con assoluta imparzialità e senza mistificazioni e 
occultamenti a favore dell'uno o dell'altro. Per quanto riguarda la posizione 
odierna di Hamas verso Israele, a parte l'Iran le cui minacce sarebbe bene non 
sottovalutare, i dirigenti di questo movimento islamico annunciano aperture 
verso Israele  salvo poi ritrattare subito dopo. Un esponente di Hamas, Osama 
Abu Khaled, portavoce del movimento a Damasco, affermava ad esempio all'inizio 
del 2010 che "Non ci è possibile riconoscere Israele a nessuna condizione e in 
nessuna circostanza", sottolineando che "le dichiarazioni attribuite a Dweik 
sono false". Hamas vuole "uno Stato entro i confini del 1967 in cambio di una 
tregua definitiva", ha aggiunto il portavoce, il quale ha ribadito che "non vi 
sarà alcun riconoscimento dell'entità sionista". (l'Opinione, 22 gennaio 2010) 
L'arte di dire tutto è il contrario di tutto! Anche leggendo una lunga 
intervista del 20 gennaio 2006 al suo portavoce Moshir Al Masri(tratta dal 
sito: http://www.kelebekler.com/occ/hamas.htm, fonte Voltairenet.org) leggiamo 
della disponibilità di Hamas a tregue lunghe, anche di dieci anni, con Israele. 
E poi?   Resta il fatto incontestabile che non ci sono state ancora modifiche 
formali nella posizione nettamente antisionista di Hamas, sia rifiutando di 
rivedere il proprio statuto del 1988 che nelle dichiarazioni pubbliche. Per 
quale motivo non dovremmo prendere sul serio e guardare quanto un partito 
politico scrive sulla propria costituzione?  La forma è importante tanto quanto 
la sostanza. Sullo statuto di Hamas che “non direbbe esplicitamente di voler 
distruggere Israele” - come Lorenzo scrive in questa Lista, basta digitare la 
voce Hamas in Wikipedia e troviamo quanto segue:
>Lo Statuto di Hamas richiede la distruzione dello Stato di Israele e la sua 
sostituzione con un Stato islamico palestinese nella zona che ora è Israele, la 
Cisgiordania e la Striscia di Gaza. La stessa carta dichiara che "Non esiste 
soluzione alla questione palestinese se non nel jihad".[4] [5]
>Note:
>(4) Calls for the destruction of Israel:
>"Underlying that theme, [Hamas leader] Zahar promised that Hamas 'will not 
change a single word in its covenant,' which calls for the destruction of 
Israel." Levitt, Matthew. Hamas: Politics, Charity, and Terrorism in the 
Service of Jihad, Yale University Press, 2006, ISBN 0300122586, p. 248.
>"The Hamas charter calls for Israel to be destroyed and replaced by an 
Islamic state." Myre, Gred. "Israeli Official Says Hamas Has Made Abbas 
Irrelevant" The New York Times, February 27, 2006.
>"Hamas, whose charter calls for Israel's destruction" Dinnick, Wilf. "High-
Stakes Political Poker: Forcing Hamas' Hand", ABC News, June 6, 2006.
>"Hamas's charter uncompromisingly seeks Israel's destruction." "Palestinian 
Rivals: Fatah & Hamas", BBC News, May 25, 2006.
>(5) "The Covenant of the Islamic Resistance Movement (Hamas)", MidEast Web, 
August 18, 1988; "The Covenant of the Islamic Resistance Movement", The Avalon 
Project at Yale Law School, retrieved April 22, 2006.
>
>Ancora, possiamo leggere sempre in Wikipedia il seguente stralcio dello 
statuto di Hamas del 1988:
>
>« Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un 
bene inalienabile (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam 
fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte 
di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun 
re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna 
organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il 
diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la 
Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno 
del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto 
di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la 
regola nella legge islamica (shari'a), e la stessa regola si applica a ogni 
terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della 
conquista i musulmani la hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam 
fino al giorno del giudizio. (Articolo 11 dello statuto) »
>
>Ben venga la disponibilità di Hamas a tregue più o meno lunghe. Ma non 
dimentichiamo di chiedere a TUTTI che occorre costruire la fiducia di entrambe 
le parti con il riconoscimento del reciproco diritto all'esistenza e 
all'autodeterminazione. Anche se Israele sembra aver colpevolmente perso negli 
anni 90' l'occasione storica - con il riconoscimento che l'OLP aveva offerto 
del suo diritto all'esistenza - di avere la pace in cambio della restituzione 
della terra occupata nella guerra del 1967, continuiamo a volere una pace 
giusta.
>Annalisa Roveroni
>----- Initial Header -----------
>
>>From      : pace-request at peacelink.it
>To          : pace at peacelink.it,"beati costruttori di pace" beati@beati.liste.
org
>Cc          :
>Date      : Tue, 15 Jun 2010 12:19:56 +0200
>Subject : Re: [pace] Fwd:L'altra Israele
>> Vorrei dire che sostenere che Hamas vuole la distruzione dello stato 
ebraico
>> mi sembra una enormità: fa parte della propaganda filoisraeliana proporre
>> sempre questo luogo comune, alimentato certo dallo statuto di Hamas 
(sarebbe
>> bello poi capire chi l'ha letto davvero lo statuto perchè non si dice
>> esplicitamente di voler distruggere Israele) che è un partito nato durante
>> un'intifada, e che nello statuto fa della propaganda. Anche i partiti
>> comunisti, alcuni, all'origine nel loro statuto avevano la lotta 
proletaria,
>> ma non per quello li consideravamo terroristi, si guardva la loro 
politica.
>> Fermarsi allo statuto di Hamas, e semplificarlo e dare ad Hamas solo 
quella
>> intenzione non serve a capire cosa succede in Palestina. Occorre vedere 
cosa
>> Hamas dichiara e fa concretamente, e cioè: proposta e accettazione di 
tregue
>> che vengono disattese da Israele e richiesta che Israele torni ai confini
>> del 1967: è questa la politica di Hamas, non quella di voler distruggere 
di
>> Israele. Aggiungo anche che Israele non si è sempre difesa, ha anche fatto
>> guerre di aggressione e che fin dalla sua dichiarazione di stato nel 1948 
si
>> è estesa su un territorio che era superiore a quello previsto dall'ONU per
>> lo stato ebraico.
>> Lorenzo
>
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>
>Allegato Rimosso