La Resistenza, qualcosa di buono



Un caro saluto,
spero di non fare cosa sgradita inviando questo testo sul 25 aprile


La Resistenza, qualcosa di buono


Ieri Maurizio Maggiani è stato a lungo ospite di Radio Tre. Ha parlato fra l'altro di suo padre, che era contadino e fu partigiano. Sulla Resistenza ha detto pochissimo, non l'ha nominata praticamente. Ha ricordato un delle poche cose che gli diceva suo padre in proposito (le riporto in italiano, anche se lui le disse in dialetto ed era più efficace): “Puoi giocare, puoi mangiare, puoi studiare. Vedi che qualcosa di buono l'ho fatto”.

Qualcosa di buono fu fatto. In meno di due anni qualche decina di migliaia di giovani, molti minorenni e molti poveri, riscattarono il resto del loro paese e una serie di aggressioni criminali quanto improvvisate. Anziché aspettare o nascondersi, scelsero. Così vissero quei mesi di fuoco, così non pochi vi morirono.
Siamo bravi -come italiani- a lamentarci, così come a piangerci addosso -e come gente di sinistra soprattutto. Spesso dimentichiamo la gratitudine per esistere, e non troppo diversamente secondo me, dimentichiamo quello di cui proprio come italiani potremmo andare fieri. Non sono affatto una brutta cosa la fierezza e la gratitudine, se marciano assieme alle cose ben fatte e alle infinite cose meravigliose che ci regala la vita.

C'è di che andar fieri del nostro Risorgimento (non di tutto magari, ma di molto sicuramente; ma vanno lasciate da parte le trappole e le favole, siano esse De Amicis o il Gattopardo, e van presi o ripresi, per esempio, con umiltà e scrupolo, Mack Smith, o Bianciardi, o Fracassi).
C'è di che andar fieri dei partigiani e della Resistenza. Non da stupidi, non con faziosità tipo ultrà da stadio. Non con l'idea di star facendo dispetto a qualcuno.
Resistenza fu molte cose: furono i ventenni tremendi e duri come Lupo, furono i politici navigati e prudenti che racconta Forcella nella Resistenza in convento, furono l'astuzia e i calcoli di Togliatti e furono le intuizioni e la battaglia unitaria del Partito d'Azione, furono le innumerevoli incredibili imprese della VII Gap a Bologna, e tanto tanto altro.

Ricordiamo, con commozione e pudore. Per essere degni di quelle giornate, di quei volti, di quella lotta. Per esserlo noi, qui ed ora.
Da là, da quello scegliere, e vivere, e combattere e morire, vennero dignità e statura eretta e ritrovata vita. Dalla sponda opposta -Salò- vennero vergogna e morte, morte e vergogna. E' storia, ed è carne della nostra carne. Siamo debitori, ed eredi. Lo siamo noi: ha senso chiederlo ad altri?

Festeggiamo, ma anche diamo spazio alla commozione e al pudore (come faremmo per i nostri genitori, o nonni).
E siamo pronti -e degni- e capaci, di fare il nostro dovere e combattere la nostra lotta, da domani.


Bologna, 25 aprile 2010













Gualtiero Via




«Una volta furono gli Ebrei a conoscere la ”diaspora”. Vennero dispersi, cacciati dal medio oriente e dispersi per il mondo; adesso sono invece i Palestinesi. Ebbene io affermo ancora una volta che i Palestinesi hanno diritto sacrosanto a una patria ed a una terra come l’hanno avuta gli Israeliti».

Sandro Pertini, dal Messaggio di fine anno in diretta TV in qualità di Presidente della Repubblica, 31 dicembre del 1983