R: [pace] SCUOLA E ARMI ++ Fw: Lettera di école n. 27 aprile 2010



 Caro Gualtiero, mi pregio allegarle una puntualizzazione ai suoi rilievi 
all'articolo della nostra Adele. Un caro saluto, Nando.

Alcune precisazioni , per quanto riguarda la scuola italiana come la  peggiore 
d’Europa ebbene la scuola primaria modulare italiana era  tra le migliori e più 
avanzate del mondo (la settima), addirittura la scuola dell’infanzia modello d’
eccellenza, probabilmente il ritorno all’obsoleto maestro unico la farà 
rientrare presto tra  gli ultimi posti in classifica . 
A parte questa puntualizzazione per chiarire in modo non affrettato e 
superficiale la complessa questione scuola -democrazia e classe sociale, devo  
fare un breve cenno al tanto celebrato e poco capito  Don Milani e alla sua 
idea di scuola esigente e difficile, come unica possibilità di riscatto per gli 
umili; invece il seguente cattocomunismo distorse il pensiero  del sacerdote 
toscano introducendo quel “facilismo scolastico”, fattore integrante della 
sovranità economica  e dei mercati finanziari , che mirano a togliere  valore 
legale a qualunque titolo assegnato per meriti culturali. 
Nel corso degli anni il codazzo di pedagogisti ammiratori dell’informatica  , 
sindacalisti governativi e ceto politico bi-partisan hanno introdotto un 
sistema di scuola più difficile, a livello generalmente post-laurea di master, 
per i candidati a far parte dei gruppi dirigenziali e della classe dominante 
economico-finanziaria, ma anche una scuola più facile e dequalificante per 
tutti coloro che dovranno limitarsi a posizioni esecutive. Questo pregresso ha 
finalmente sostituito la vocazione educativa  della scuola (l’antica paideia ) 
con la costituzione dell’  “aziendalismo burocratico”, in  piena sintonia con  
l’’ideologia berlusconiana, in cui il privato è per definizione aprioristica 
“migliore” del pubblico; ma nutro i miei seri dubbi se penso  che le scuole 
private sono in massima parte diplomifici dequalificati riservati a pigri 
viziati ed a figli di papà analfabeti.
 Per concludere un riferimento ai docenti e al loro status giuridico , il 
principio dell’anzianità non è obsoleto poichè molti anni di lavoro in aula 
comportano l’acquisizione di un’elevata professionalità, questo non significa 
che non debbano essere riconosciuti titoli professionali attestanti quanto il 
docente ha realizzato, sempre in  n coerenza con  la centralità dell’
insegnamento.
Infatti , le graduatorie non “assolutizzano” solo l’anzianità .
 Per finire la scuola non è un “posto” : la scuola è un lavoro a cui si accede 
dopo sacrifici e anni e anni di studi , di concorsi e di “formazione 
professionale  altamente specializzata”,  solo chi “ignora” la sofferenza e la 
difficoltà dei lavoratori può confondere la professione e il diritto al lavoro 
con  welfare mascherato, forse perchè attratto  da una idea “moderna”    di 
scuola- azienda-impresa subordinata al  pensiero unico ultracapitalistico e 
alla mercificazione dei saperi.
Adele Dentice
www.perilbenecomune.net


>----Messaggio originale----
>Da: gualtierov2000 at yahoo.it
>Data: 22/04/2010 17.26
>A: <pace at peacelink.it>
>Cc: <ferroferrarese at libero.it>
>Ogg: R: [pace] SCUOLA E ARMI  ++  Fw: Lettera di école n. 27 aprile 2010
>
><<il
>vecchio sistema trasparente che garantiva lavoro sulla base di titoli ed
>esperienza>>
>
>aprite gli occhi!
>
>Al governo la scuola interessa solo per quanto vi si possa risparmiare: su 
questo non ci vuole le scala.
>
>Ciò detto, magnificare il sistema attuale è patetico.
>Abbiamo la scuola peggiore d'Europa sotto molti punti di vista.
>
>Conoscete altri settori in cui l'operatore può astenersi da ogni 
aggiornamento fino alla pensione?
>
>Immaginate che lo facciano l'idraulico, l'elettrauto, il termotecnico, il 
bancario, l'assicuratore, l'avvocato, l'informatico, eccetera eccetera.
>L'insegnante lo può fare.
>Nel contratto nazionale degli insegnanti l'aggiornamento è defiinito come 
"diritto" dell'insegnante, non come diritto-dovere.
>Le graduatorie assolutizzano l'anzianità come unico vero criterio di 
discrimine. E' un principio che più conservatore e obsoleto non si potrebbe.
>Ficcatevelo in testa: lo status quo nella scuole è indifendibile.
>A meno che.
>
>A meno che la scuola non sia per voi in realtà solo un mero "posto", cioè 
welfare mascherato, senza nesuna vera preoccupazione per la funzione specifica 
che il sistema dovrebbe assolvere.
>Per i sindacati, benchè non lo ammettano, è ovvio che sia così (e questo 
spiega tutto).
>Che sposino questa linea anche tuti quelli che si ritengono "di sinistra" e 
per una scuola "democratica" (non di classe, ecc.) è triste e sbagliato.
>Da quelle posizioni è inevitabile che ogni battaglia sia destinata alla 
sconfitta.
>Lo vogliamo capire una buon volta o no?
>
>
>Gualtiero Via, 
>insegnante
>
>
>
>
>«Una volta furono gli Ebrei a conoscere la ”diaspora”. Vennero dispersi, 
cacciati dal medio oriente e dispersi per il mondo; adesso sono invece i 
Palestinesi. Ebbene io affermo ancora una volta che i Palestinesi hanno diritto 
sacrosanto a una patria ed a una terra come l’hanno avuta gli Israeliti».
>
>Sandro Pertini, dal Messaggio di fine anno in diretta TV in qualità di 
Presidente della Repubblica, 31 dicembre del 1983
>
>
>--- Gio 22/4/10, ferroferrarese at libero.it <ferroferrarese at libero.it> ha 
scritto:
>
>> Da: ferroferrarese at libero.it <ferroferrarese at libero.it>
>> Oggetto: R: [pace] SCUOLA E ARMI  ++  Fw: Lettera di école n. 27 aprile 
2010
>> A: pace at peacelink.it, "lista pax christi gr discussione" 
<paxchristi at yahoogroups.com>, "lista nonviolenti" <nonviolenti@liste.
retelilliput.org>, "lista Mir dibattito" <mir-riconciliazione@yahoogroups.
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