R: [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere integralmente la sua versione e il testo del decreto.



detta come va detta:
l'uomo si è dimostrato una mezza tacca. Semplicemente,
ha calato le braghe.

tutte le parole con cui ci gira intorno sono solo irritanti


Gualtiero Via




«Una volta furono gli Ebrei a conoscere la ”diaspora”. Vennero dispersi, cacciati dal medio oriente e dispersi per il mondo; adesso sono invece i Palestinesi. Ebbene io affermo ancora una volta che i Palestinesi hanno diritto sacrosanto a una patria ed a una terra come l’hanno avuta gli Israeliti».

Sandro Pertini, dal Messaggio di fine anno in diretta TV in qualità di Presidente della Repubblica, 31 dicembre del 1983


--- Dom 7/3/10, marco palombo <elbano9 at yahoo.it> ha scritto:

> Da: marco palombo <elbano9 at yahoo.it>
> Oggetto: [pace] La logica zoppa di Napolitano.Utile leggere integralmente la sua versione e il testo del decreto.
> A: pace at peacelink.it, eco-fem-nonviolenta at groups.com
> Data: Domenica 7 marzo 2010, 09:40
> 
>  
> Credo che in questo
> momento sia utile leggere e diffondere sia il testo
> integrale del decreto, che in queso momento non sono
> riuscito a scaricare probabilmente per troppi accessi , sia
> la spiegazione ufficiale che Napolitano da' sul sito del
> Quirinale. E' bene che legga chi ha competenze
> giuridiche e chi non le ha. Io non le ho, ma un po' di
> logica l' ho studiata,  il testo del decreto e la
> versione di Napolitano mi sembrano  insensati e penso
> che questo giudizio possa essere condiviso da tutti. La
> legge e' uguale per tutti ?Se questo e' vero nessuno
> puo' avere piu' diritti di altri.Se in gara di
> appalto si presentano una ditta piccola, ma con tutti i
> requisiti necessari, e una grande, magari prestigiosa,che
> magari ha fatto cose eccezionali,ma quest' ultima non si
> presenta entro i termini o non porta la documentazione
> necessaria, si cambia, DOPO LA SCADENZA DEI TERMINI, le
> regole ? Il decreto viene definito
>  interpretativo ma Napolitano dichiara ufficialmente che la
> motivazione e' fare presentare le liste del partito del
> presidente del consiglio. Ricordo che in altre regioni altre
> liste sono state escluse per gli stessi motivi e il decreto
> in alcune sue parti e' valido solo per le regioni che
> interessano le liste del partito del presidente del
> consiglio.La legge e' uguale per tutti. si o no? Credo
> proprio che non sia necessaria la conoscenza del diritto
> costituzionale per affermare che Napolitano non doveva
> firmare. 
> Il Presidente Napolitano risponde
> ai cittadini
> 
> Signor Presidente della Repubblica, 
> le chiedo di non firmare il decreto interpretativo proposto
> dal governo in quanto in un paese democratico le regole non
> possono essere cambiate in corso d'opera e a piacimento
> del governo, ma devono essere rispettate da tutte le
> componenti politiche e sociali per la loro importanza per la
> democrazia e la vita sociale dei cittadini italiani.
> Confidando nella sua serenità e capacità di giudizio per
> il bene del Paese e nel suo alto rispetto per la nostra
> Costituzione.
> Cordiali saluti
> Alessandro Magni
> Signor Presidente Napolitano, 
> sono a chiederle di fare tutto quello che lei può per
> lasciarci la possibilità di votare in Lombardia chi
> riteniamo che ci possa rappresentare. Se così non fosse,
> sarebbe un grave attentato al diritto di voto.
> In fede
> M. Cristina Varenna
> Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
> ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero,
> vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per
> tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi
> hanno scritto. 
> Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di
> garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali
> con la piena partecipazione dei diversi schieramenti
> politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi
> nella più grande regione italiana il candidato presidente e
> la lista del maggior partito politico di governo, per gli
> errori nella presentazione della lista contestati
> dall'ufficio competente costituito presso la corte
> d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o
> "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto
> delle norme e delle procedure previste dalla legge e il
> diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e
> schieramenti alternativi. Non si può negare che si
>  tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro
> Stato di diritto e democratico. 
> Si era nei giorni scorsi espressa
> preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti
> dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler
> vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono
> dell'avversario" o "a tavolino". E si era
> anche da più parti parlato della necessità di una
> "soluzione politica": senza peraltro chiarire in
> che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè
> "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza
> e opposizioni?
> Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale
> accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e
> responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e
> sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali
> pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto
> risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e
> opposizioni anche in casi particolarmente delicati come
> questo e
>  ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze
> all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e
> per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra
> parte.
> Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme
> sottolineare - la "soluzione politica", ovvero
> l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur
> sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un
> provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente
> per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con
> la piena partecipazione dei principali contendenti. E i
> tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già
> intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e
> Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un
> decreto legge.
> Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami
> dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo
> successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e
> dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha
> presentato
>  a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si
> è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione
> - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere
> ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.
> La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti
> e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo
> di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali.
> E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a
> tenere ferma una linea di indipendente e imparziale
> svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle
> prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente
> della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in
> spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo
> senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i
> soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo
> dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi
> governa di rispettarne costantemente le funzioni e
>  i poteri.
> Cordialmente
> Giorgio
> Napolitano
> 
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> 
> 
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