R: Re: [pace] Obama e la guerra globale (sempre contro il terrorismo, si intende)



Cari amici,
la pena - credo - dobbiamo provarla per noi stessi e per gli uomini e le donne di questi tempi e di questo Pianeta!
Nell'89 avvevve una grande rivoluzione democratica e nonviolenta. Un sistema potentissimo cadde senza guerre ( e violenze di rilievo).
La guerra fredda non degenerò in conflitto atomico.
L'intervento USA nel Golfo chiuse la speranza e ribadì che il potere deve riposare sulla forza delle armi e di chi le detiene.
La deriva che ne è seguito ha portato alla "guerra costituente" di Bush: il mondo civile mobilitato con le armi contro il fondamentalismo islamico.
Il movimento che ha portato su Obama ha rappresentato una timida inversione di tendenza contro il precipizio "sterminista".
(E' in gioco, si badi bene, la vita di miliardi di esseri umani, forse la sopravvicenza dell'umanità stessa).

Oggi ci troviamo di nuovo in difficoltà.
Scusate se cito la mia ultima mail:

" Non mi stanco di ripeterlo: corriamo, a mio parere, il pericolo di un "totalitarismo bellico universale" con il Complesso Militare-Industriale-Petrolifero che sta soffocando la precaria resistenza del "capitalismo verde" di cui è espressione la presidenza Obama.

La partita decisiva - anche qui vi risparmio analisi proposte ormai decine di volte - si sta giocando sulla questione iraniana, che sta prendendo una brutta piega: l'Onda Verde, tra l'altro, rischia di imboccare, almeno in alcuni spezzoni, una deriva nazionalista e violenta, che agevolerà lo sbocco verso una dittatura militare a Teheran. Poi verrà il bombardamento da parte di Israele, poi... ditelo voi!

Sarebbe il caso di dare il proprio contributo per evitare questo sbocco: in questo modo, se riusciamo a giocare intelligentemente la nostra vera partita, salviamo la speranza che i nostri figli possano giocare la loro - di partita - per un mondo migliore".

 





----Messaggio originale----
Da: isabella.horn at alice.it
Data: 30-dic-2009 4.59 PM
A: <pace at peacelink.it>
Ogg: Re: [pace] Obama e la guerra globale (sempre contro il terrorismo, si intende)

Anch'io, Tiziano, temo che, ora come ora, il "sistema" politico italiano (e non solo italiano)
sia irriformabile e irrecuperabile, anche perché non esiste una "classe" politica (intendo
classe dirigente) capace e/o sinceramente desiderosa di riformare o recuperare qualcosa...
 
Per quanto riguarda Obama, certamente non paragonabile a Bush, provo una pena profonda
per un uomo ben intenzionato, di "buona volontà", ma sostanzialmente privo di quel potere
e di quell'autonomia decisionale che, forse, gli vorremmo attribuire. E' prigioniero del suo
ruolo e si è dovuto accollato una pesantissima (e nefanda) eredità che lo sta schiacciando.
Tutto ulteriormente complicato dal suo "essere meticcio"... Con ogni probabilità - per un
balordo giochi di equilibri (ed equilibrismi) politici, si trova obbligato a fare dieci concessioni
al "sistema" per poter muovere un solo passo in direzione del "nuovo" a cui - idealmente -
aspira.  Risultato: fa cose sulla falsariga della politica di Bush, senza essere, moralmente,
Bush... Debolezza? Paura? Tento di capire, pur non essendo per nulla in sintonia con la
linea attuale di Obama. Ma, per l'appunto, credo che sia un uomo tutt'altro che libero...
insomma, il discorso del sistema "irriformabile" mi torna.
Con profonda tristezza
Isa(bella) della Fucina, Firenze 
 
 
----- Original Message -----
From: tiziano cardosi
To: pace at peacelink.it
Sent: Wednesday, December 30, 2009 11:31 AM
Subject: Re: [pace] Obama e la guerra globale (sempre contro il terrorismo, si intende)

Sono d'accordo che Obama non è Bush, tutt'altro.
Il fatto è che fanno cose molto simili.
Questo ci deve preoccupare: credo sia un segno che gli USA sono irriformabili nonostante i desideri di Obama e di molti statunitensi. Il che è molto più grave di un "presidente cattivo".
Fatte le debite proporzioni credo che anche il sistema politico italiano sia irriformabile e che stare a discettare se è meglio Bersani o Berulsconi o Fini sia tempo perso: il capitalismo più selvaggio e avido trionfa, se ne avrà vantaggio si travestirà da fascismo, per ora si mimetizza da riformismo... e che riforme! Con il beneplacito di Bersani, Franceschini, Dalema; anche Ferrero pare disposto a tutto pur di liberarsi del puttaniere.
Dio ce la mandi buona.
Tiziano C

Enrico Peyretti ha scritto:

    Secondo me, equiparare Prodi e Berlusconi, Bush e Obama, è martellarsi le dita delle mani e dei piedi, ecc. , è volersi male, e voler male anche alle vittime.
    La politica è una piccola cosa, stretta nella realtà spesso brutta. Condiziona molto, ma soprattutto dipende dall'animo della società. Spec. nelle "democrazie" vuole il consenso. Sembra primaria, ma è secondaria.
    Il potere militar-materiale degli stati "ottunde l'intelligenza" (Kant), è pericoloso anzitutto a chi ce l'ha, che diventa pericoloso per gli altri. Noi "cittadini" (= "politici") facciamo (cioè tentiamo, ci arrabattiamo di fare) la vera politica (vita della "polis" umana), col "potere di", col "potere per", e non il "potere su". 
    Di quella politica là, dei governi, possiamo già essere contenti se, insieme a un passo indietro, ne fanno uno e mezzo in avanti, sui tempi lunghi. E se hanno qualche idea più giusta di ciò che fanno.
    Più dei singoli passi, conta la direzione, cioè i valori in vista, l'orizzonte. Questo spetta a noi tenerlo sempre chiaro, ed esigere l'orientamento. Dobbiamo discutere gli atti dei potenti, giudicarli, ma sapere che tutto è solo sempre gradualità, sempre con contraddizioni. Si arranca sulla terra e non si vola.
    A noi, movimenti, cultura e anima della società, tocca la responsabilità di "dire la verità al potere" (Gandhi), e di correggerlo in continuazione, senza rifugiarci nell'autosoddisfazione paralitica di non vederne le pur piccole differenze e variazioni. I risultati si preparano e non si vedono. I ritmi della giustizia e della pace sono secolari. Una regola dell'azione giusta è la costanza, anche a mani vuote.
    So bene che in altri momenti dico cose diverse, complementari a queste. Camminare è squilibrarsi, ora buttare avanti il piede destro, ora il sinistro.
    Buoni anni e buoni secoli! Ciao, Enrico
30 dicembre 2009