Re: [pace] Obama e la guerra globale (sempre contro il terrorismo, si intende)



Sono d'accordo che Obama non è Bush, tutt'altro.
Il fatto è che fanno cose molto simili.
Questo ci deve preoccupare: credo sia un segno che gli USA sono irriformabili nonostante i desideri di Obama e di molti statunitensi. Il che è molto più grave di un "presidente cattivo".
Fatte le debite proporzioni credo che anche il sistema politico italiano sia irriformabile e che stare a discettare se è meglio Bersani o Berulsconi o Fini sia tempo perso: il capitalismo più selvaggio e avido trionfa, se ne avrà vantaggio si travestirà da fascismo, per ora si mimetizza da riformismo... e che riforme! Con il beneplacito di Bersani, Franceschini, Dalema; anche Ferrero pare disposto a tutto pur di liberarsi del puttaniere.
Dio ce la mandi buona.
Tiziano C

Enrico Peyretti ha scritto:

    Secondo me, equiparare Prodi e Berlusconi, Bush e Obama, è martellarsi le dita delle mani e dei piedi, ecc. , è volersi male, e voler male anche alle vittime.
    La politica è una piccola cosa, stretta nella realtà spesso brutta. Condiziona molto, ma soprattutto dipende dall'animo della società. Spec. nelle "democrazie" vuole il consenso. Sembra primaria, ma è secondaria.
    Il potere militar-materiale degli stati "ottunde l'intelligenza" (Kant), è pericoloso anzitutto a chi ce l'ha, che diventa pericoloso per gli altri. Noi "cittadini" (= "politici") facciamo (cioè tentiamo, ci arrabattiamo di fare) la vera politica (vita della "polis" umana), col "potere di", col "potere per", e non il "potere su". 
    Di quella politica là, dei governi, possiamo già essere contenti se, insieme a un passo indietro, ne fanno uno e mezzo in avanti, sui tempi lunghi. E se hanno qualche idea più giusta di ciò che fanno.
    Più dei singoli passi, conta la direzione, cioè i valori in vista, l'orizzonte. Questo spetta a noi tenerlo sempre chiaro, ed esigere l'orientamento. Dobbiamo discutere gli atti dei potenti, giudicarli, ma sapere che tutto è solo sempre gradualità, sempre con contraddizioni. Si arranca sulla terra e non si vola.
    A noi, movimenti, cultura e anima della società, tocca la responsabilità di "dire la verità al potere" (Gandhi), e di correggerlo in continuazione, senza rifugiarci nell'autosoddisfazione paralitica di non vederne le pur piccole differenze e variazioni. I risultati si preparano e non si vedono. I ritmi della giustizia e della pace sono secolari. Una regola dell'azione giusta è la costanza, anche a mani vuote.
    So bene che in altri momenti dico cose diverse, complementari a queste. Camminare è squilibrarsi, ora buttare avanti il piede destro, ora il sinistro.
    Buoni anni e buoni secoli! Ciao, Enrico
30 dicembre 2009