[Fwd: [semprecontroguerra] Le tensioni sull'Iran nucleare e la confusione del Manifesto]



Da altra lista una riflessione su quel che sta accadendo nella vicenda "nucleare iraniano", sperando interessi.

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Il Manifesto oggi parla di "venti di guerra in Medio Oriente" e definisce una "sceneggiata" la notizia del secondo impianto iraniano a Qom per l'arricchimento dell'uranio.
Nel valutare la situazione vanno ricordati i seguenti elementi, che espongo con una schematicità inevitabilmente iper-semplificatoria:
1- Obama non è Bush e vuole veramente il disarmo nucleare, con tagli drastici immediati. La mozione dell'ONU appena approvata impegna innanzitutto le grandi potenze a disarmare perchè solo sforzi significativi in questa direzione rendono oggi credibile il TNP. E gli sforzi ci sono: gli accordi con la Russia per lo Start 2 (max 1.500 missili strategici per parte), la revoca dello scudo missilistico in Polonia e Cechia, la prossima firma USA del CMBT (il trattato contro i test nucleari)...
2- L'offerta USA di dialogo a Teheran è sincera perchè la collaborazione dell'Iran è decisiva per "stabilizzare" l'Iraq ed anche il quadro AF-PAK. Israele deve accettare un ridimensionamento del suo rango internazionale e consentire finalmente la nascita dello Stato palestinese. L'Iran, se accetta una "soluzione giapponese" per il suo nucleare, vale a dire la capacità tecnologica di potere assemblare le testate senza tuttavia esibirle e dispiegarle, e se non esagererà con la repressione del dissenso democratico, si vedrà riconosciuto lo status di "superpotenza regionale".
3- Che i programmi nucleari dell'Iran abbiano finalità civili è una favoletta buona solo per gli analisti che scrivono per i giornali dei "sinistrati". A Teheran sono preoccupati per la produzione energetica? Ma allora perchè non cominciano a dotarsi delle tecnologie per estrarre da sè il loro petrolio e trasformarlo in benzina? Appena un pozzo diventa un poco più profondo non sanno come fare e nemmeno sanno come raffinarsi il petrolio! Però l'elettricità se la ricaveranno (tra quanto?) con le centrali atomiche... Di Francesco, sveglia! Noi qui si fa fatica a spiegare alla gente che il nucleare non è un affare energetico ma di potenza militare e voi siete i primi a seminare confusione. A chiedere le "prove" che gli iraniani se arricchiscono l'uranio lo fanno solo per scopi civili, per motivi di efficacia energetica ed economica. Ma scherziamo? Tutta la faccenda dell'"atomo di pace" è una truffa che va smascherata e non avallata invece quando scatta il riflesso condizionato "anti-imperialista"...
4- Al di là del teatrino della diplomazia, il punto è che finalmente sta partendo la trattativa sul nucleare iraniano. Sta accadendo proprio l'opposto di quello che pensa e scrive Di Francesco: Israele avrebbe vinto, Obama si sarebbe fatto ricattare ed ora ci si muoverebbe lancia in resta per i bombardamenti. A Ginevra invece già il 1 ottobre i "5+1" cominceranno di fatto a discutere con i rappresentanti di Teheran la famosa "soluzione giapponese". Le diatribe su se gli iraniani dovevano comunicare all'Aiea il sito di Qom all'inizio dei lavori o solo dopo l'introduzione del materiale fissile sono buone solo per riempire inutili pagine di giornali e così legittimare la fola, utile per il consenso allo "Stato atomico", che esista un nucleare civile distinguibile da quello militare. Le sanzioni si agitano proprio per tenere buono Netanyahu, che è costretto ad abbozzare. Lo ripeto: l'America di Obama non è, almeno per ora, quella di Bush ed ha dismesso la centralità, ad ogni costo, della "guerra infinita". Bush aveva deciso di bombardare Teheran ma lo stesso establishment americano, CIA in testa, glie lo ha, a suo tempo, impedito (e di fronte al pericolo vero il Manifesto taceva). Oggi Israele vorrebbe magari bombardare (e si prepara ed allena per questo) ma gli USA non glie lo permettono e non glie lo permetteranno.
5- Perchè non ci sarà il raid israeliano? Perchè un attacco aereo a oltre 1.000 km di distanza contro centinaia di siti sotterranei (di questo veramente si tratta, ma non lo si può capire se si leggono i giornali "dalla parte del torto") ha bisogno del supporto tecnico degli USA (ad es. la copertura satellitare) e perchè non sarebbe comunque risolutivo rispetto al problema della Bomba iraniana. Qualsiasi esperto militare saprebbe spiegarlo a Di Francesco. Il raid aereo potrebbe avere solo valore simbolico - tanto per dimostrare chi è il più forte - e ritardare al massimo di tre anni la costruzione della bomba iraniana. La "bravata" israeliana porterebbe ad una reazione iraniana semplicissima: la chiusura dello stretto di Hormuz che riprecipiterebbe in men che non si dica il mondo nella recessione da cui sta faticosamente tentando di uscire. I settori più avventuristi del complesso militare-industriale farebbero sì spallucce (su questo non mi faccio illusioni), senonchè oggi non sono loro che comandano (anche se molti "sinistrati" non lo hanno capito).
6- Non vorrei che queste analisi venissero confuse con l'ottimismo facilone dei pacifisti all'acqua di rose. Io parlo di una congiuntura particolare, circoscritta, di una "finestra di opportunità" che stiamo vivendo in questo periodo con il "change" statunitense. Tutto può essere ribaltato se il MIC- Military Industrial Complex negli USA riprende il sopravvento sulle lobby dello sviluppo (capitalistico) sostenibile che gestiscono oggi una precaria alleanza con una cittadinanza attiva diciamo "riformista" (non nel senso italiano). Allora - a ribaltone avvenuto - il problema non sarà l'egemonia americana sul mondo (questa eventualità mi preoccuperebbe, però non mi angoscerebbe)  ma la stessa sopravvivenza della specie umana. Si può giudicare perciò, stando a questa visione strategicamente drammatica, quanto io sia "ottimista"! L'invito che rivolgo mi sembra quindi chiaro: smettiamola di avere paura dei fantasmi e preocupiamoci invece dei rischi reali che stiamo correndo (e che correremo) in relazione a come funziona effettivamente la realtà sociale che ci circonda ed in cui viviamo ed operiamo.
 
Alfonso Navarra - Coordinamento FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO
 
Si riportano sotto le ultime notizie da http://www.terranews.it/
 
Nucleare, l’Iran «molesto»
 
Inviato da redazione il Dom, 27/09/2009 - 11:02
 
ESTERI Teheran assicura: «Nessun problema a ricevere un’ispezione dell’Aiea». E per Obama i negoziati di Ginevra assumono adesso «un’urgenza ancora maggiore».

L’Iran assicura di essere in regola con le norme stabilite dall’Agenzia per l’energia atomica. Ha reso nota l’esistenza del sito di Qom per l’arricchimento dell’uranio e non ha niente da nascondere e nessuna intenzione di fare marcia indietro. Così ieri Ali Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, il quale ha inoltre garantito che Teheran non ha «nessun problema » a ricevere un’ispezione degli esperti dell’Aiea, la cui data sarà presto stabilita. Le condanne e tutto questo «baccano», accusa Salehi, sono solo un «complotto preordinato». Per gli Stati Uniti, però, le cose non stanno così.
 
Secondo la versione di Washington i servizi segreti Usa conoscevano da tempo l’esistenza dell’impianto e Teheran, quando ha capito d’essere stata scoperta, ha giocato d’anticipo per dimostrare la sua buona fede. Intanto Obama, che non ha escluso l’opzione militare pur auspicando la necessità di una soluzione diplomatica, nel consueto discorso del sabato alla nazione è tornato a ribadire che l’Iran deve «dimostrare le sue intenzioni pacifiche».
 
Ora la prossima tappa è quella dei negoziati internazionali di giovedì primo ottobre, quando a Ginevra riprenderanno i colloqui sul programma nucleare iraniano, con i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, più la Germania, e con i rappresentati della Repubblica Islamica. L’incontro di giovedì prossimo per Obama «assume ora un’urgenza ancora maggiore». Per adesso la via diplomatica sembra ancora la più caldeggiata. Ma resta il dubbio su cosa potrebbe accadere se la tanto agognata «salvaguardia del regime di non proliferazione a livello globale» voluta da Obama dovesse essere seriamente minacciata.
 
Ieri l’India ha fatto sapere che la risoluzione 1887 dell’Onu non obbliga Nuova Delhi a cambiare la propria posizione, mentre Pechino, che scambia con l’Iran tecnologia e investimenti in cambio di petrolio, ha fatto capire che eventuali pressioni e sanzioni contro Teheran non sarebbero ben accette. Il messaggio del presidente Obama ad Ahaminejad è chiaro: i leader dell’Iran devono decidere se entrare a far parte della comunità delle nazioni senza alcun altro «sotterfugio molesto», oppure optare per l’isolamento internazionale. Oggi intanto la Guardia Rivoluzionaria inizia i test missilistici per «migliorare» la capacità di deterrenza dell’esercito iraniano.

 
 
 
 

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