Un'intervista in esclusiva ad un medico della Striscia di Gaza



 
 Intervista al Dott. Abu Shaban dall’ospedale Al Shifa di Gaza City
“Sospettiamo che ci sia qualcosa che non conosciamo in queste armi”.
 
A cura di Mila Pernice e Grazia Orsati
 
Qual è adesso la situazione sanitaria a Gaza?
Ora a Gaza non c’è elettricità, non c’è acqua, ci sono poche scorte alimentari, non c’è pane; d’altra parte ci sono tre ore di sospensione degli attacchi.
Tre ore di sospensione sono sufficienti per curare i feriti?
Naturalmente no; questo è il punto su cui si sono accordati..vedremo cosa accadrà dopo. L’ospedale è pieno di feriti, stiamo cercando di trasferirli in altri ospedali in altri paesi.
Quanti feriti sono arrivati oggi in ospedale?
Oggi hanno bombardato una moschea. Due giovani sono morti sotto i bombardamenti. I morti in totale sono 700, almeno fino a adesso.
Voi siete chiusi nella Striscia di Gaza. Quale messaggio volete inviare alla comunità internazionale?
Non abbiamo nessun accesso alla comunità internazionale perché sono due anni che siamo sotto un assedio che è diventato più forte con questa guerra. Ci sono comunque delle persone di altri paesi, c’è un chirurgo norvegese e un anestesista anche lui norvegese e un altro chirurgo specializzato in malattie cardiovascolari. Loro sono l’unica finestra sull’esterno insieme a chi ci telefona dall’estero, come state facendo voi adesso.
Tra poco ricominceranno a bombardare Gaza. Qual’ è la situazione della popolazione, in particolare dei bambini?
Il morale della popolazione è alto, ma è alto anche il numero delle vittime. Quello che vi voglio dire è  che all’interno di quei 700 feriti circa 180 sono bambini, e poi ci sono le donne. Circa il 45% delle vittime sono donne e bambini.
 C’è il problema della paura per la salute dei bambini? 
I bambini e anche gli adulti subiscono un trauma che colpisce tutti. Usano armi molto distruttive che producono grande panico perché bombardano obiettivi tra le case, tra la popolazione civile. Sono tutti obiettivi civili, non ci sono obiettivi militari all’interno della città.
Quali sono le ferite più comuni che riscontrate?
Riscontriamo un gran numero di casi di ferite gravi che ci costringono a molte amputazioni. Molte fratture e ferite dei tessuti molli che colpiscono lo sterno e l’addome. Ci sono degli strani fenomeni, spesso troviamo  i tessuti danneggiati con danni molto maggiori di quanto ci si aspetti.  Sospettiamo che ci sia qualcosa che non conosciamo in queste armi.
E’ possibile che arrivino altri medici da fuori?
Speriamo che arriveranno altri medici. Sappiamo che dovrebbe arrivare un’equipe chirurgica composta da personale di diversi paesi. Ci hanno chiamato, stanno tentando di arrivare, ma incontrano molte difficoltà perché occorrono degli accordi tra i paesi d’origine e il governo egiziano per superare quella frontiera o con il governo di Israele se vogliono passare da Israele. Abbiamo bisogno di personale medico e di molti medicinali, di ambulanze che ora per la maggior parte sono ferme per mancanza di carburante.
E’ pericoloso spostare i feriti dai luoghi colpiti e portarli in ospedale?
Si, spesso bombardano ogni automobile che si muove e anche le moto. E’ molto pericoloso dopo il tramonto, quando non si vede nessuno camminare per le strade perché non è sicuro. Ora stiamo cercando di spostare alcuni feriti in altri paesi con l’aiuto della Mezzaluna Rossa e con un accordo con il governo egiziano. Ieri 19 pazienti sono stati trasferiti e oggi 17. Stiamo cercando di trasferire i pazienti che hanno bisogno di cure specialistiche.
Grazie dottore…
Grazie a voi. Speriamo che possiate far sentire il nostro messaggio e far sapere che la popolazione di Gaza sta soffrendo l’ingiustizia di questo crimine. Speriamo che finisca.
Cercheremo di diffondere le informazioni che ci ha dato; per questo abbiamo voluto fare un’intervista direttamente con Gaza per poi diffonderla attraverso la radio…
Grazie, questo è un grande lavoro che sarà di grande aiuto per il mio popolo.