perchè la sinistra perde



DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA

Io, alle ultime politiche, ho votato per 
gli "Arcobaleno" come atto di massimo disprezzo per la sottocasta che 
la burocrazia PRC-PCDI-VERDI rappresenta
ho messo le mani avanti di 
fronte a tanti compagni ed amici ed illusi
a rimarcare
che se questi - 
autoproclamatisi sinistra radicale - crollano (elettoralmente) il 
"merito" è solo di bertinotti-diliberto-pecoraro e affini
noi poveracci
niente affatto "duri e puri"
ma "teneri e perplessi"
purtuttavia 
orientati su una strada di liberta'-giustizia-dignita'
putroppo 
c'azzecchiamo ben poco e molto meno oggi come oggi contiamo

Il crollo 
elettorale purtroppo e' stato eccessivo e costringera' questi figuri a 
ripresentarsi dentro i movimenti di base
cosa che non sarebbe avvenuta 
con una debacle piu' contenuta, che gli avesse lasciato qualche 
poltrona a montecitorio ...
ahi sciagura!!!
non vedo gli anticorpi che 
consentano le realta' di lotta a resistere alla prossima invasione
dopo 
i congressi "cammellati" (che spettacolo indecoroso!!!)
e quindi a 
mantenersi distinte - queste realta' di lotta - dialogando si con i 
partitini ma da soggetti completamente separati ed esterni
tu di qua io 
di la'
perche' siamo altro dalla logica strutturale - sistemica - che 
voi rappresentate 
e che, per esempio, ben rappresenta l'inchiesta di 
Astrit Dakli su Taranto  pubblicata domenica dal quotidiano "Il 
manifesto"
e che io mi permetto di riportare (la seconda parte)
a chi 
non ha occhi per vedere ne' orecchie per ascoltare.

Leggete e 
riflettete: a chi dobbiamo attribuire il prossimo crollo della sinistra 
in Puglia e  a Taranto?

Se gente come Vendola continuera' a stare 
riconosciuta alla nostra testa, per me due piu' due fa quattro: il 
nuovo fascismo in Italia e' assicurato
tanto piu' se chi l'ha messa e 
la mette in tasca ai lavoratori
si presenta pelosamente come difensore 
dei rom 

Ho scelto, dopo Peppino Impastato e dopo Comiso, di non farmi 
ammazzare in Sicilia di fronte alle false primavere antimafia
sto gia' 
pensando di votare con i piedi in Italia espatriando di fronte alla 
falsa opposizione che si prospetta
In Germania Est fu all'inizio la 
"crisi dei profughi" (i giovani che emigravano in massa) a portare alla 
crisi del regime nel 1989
crisi che ho avuto il piacere di vievere di 
persona in loco, dalla parte degli attivisti di Neues Forum...
Questi 
ricordi mi ispirano speranza: abbiamo da toccare ancora il fondo, ma 
alla fine risaliremo alla luce!!!

il manifesto del 20 Luglio 2008 
Taranto, una realtà dura come l'acciaio 
Delusi dalle logiche 
congressuali dell'Arcobaleno orfani dell'«effetto Vendola», con un 
sindaco comunista che fatica a imporsi sulle questioni del lavoro. E 
quell'odore dappertutto... Contraddizioni e veleni di una città operaia 
governata da una sinistra che non sa più chi sono gli operai 
Astrit 
Dakli 
....................
Dai partiti arcobaleno non viene molto 
aiuto (. «I dirigenti locali sono tutti presi con i congressi e 
delegano i problemi della città a chi sta nei ruoli amministrativi» - 
dice Maurizio Baccaro, 30 anni di cui 4 spesi dentro Rifondazione. «Non 
sono stati capaci di tirarsi fuori dal trend suicida e autoreferenziale 
dei gruppi dirigenti nazionali. Personalmente sono davvero deluso». 
Anche Luca Del Ton, 28enne ormai ex militante del Pdci, è estremamente 
critico con i partiti arcobaleno, i cui dirigenti locali «hanno visto 
nelle dinamiche congressuali la possibilità di sopravvivere al disastro 
semplicemente schierandosi con i presunti vincitori. E non pensano al 
perché ci sia stato questo disastro. Sono come anestetizzati, fanno 
fatica a proporre cose nuove e nemmeno conoscono più le persone vere, 
alle quali dovrebbero rivolgersi.. Non si rendono conto, per esempio, 
della spaccatura che si è creata tra i giovani operai, che fanno un 
lavoro pesantissimo, e gli altri, precari o disoccupati, che li vedono 
comunque come dei privilegiati». 
Un giudizio durissimo 
Lo sperato 
«effetto Vendola» non c'è stato. Era lecito aspettarsi per la sinistra 
Arcobaleno un risultato non si dice buono ma almeno un po' migliore che 
altrove? Evidentemente no, se nell'unica regione che ha un governatore 
di Rifondazione, e in particolare in uno dei pochi comuni capoluogo con 
un sindaco anche lui di Rifondazione, il voto di aprile ha visto a 
Taranto uno dei peggiori risultati nazionali dell'Arcobaleno. «Per 
forza quei nomi non hanno portato voti: non hanno fatto niente, 
governando». Il giudizio, durissimo e forse anche ingeneroso, tenendo 
conto delle difficoltà che comunque gli amministratori si sono trovati 
davanti, è di Francesco Vinci, cinquantenne con un passato in 
Democrazia Proletaria e un presente di attivista per i diritti dei 
disabili; e si riferisce soprattutto al tema drammatico della sanità in 
Puglia, «un tema su cui Vendola aveva fatto la campagna elettorale 
promettendo molte cose che poi non ha fatto. Le liste d'attesa che 
dovevano sparire sono invece aumentate, le associazioni non sono state 
ascoltate quando è stato steso il piano salute, abbiamo visto onorevoli 
del Prc difendere o addirittura vantare strutture che sono dei veri 
lager per disabili. Le vecchie logiche con cui gli amministratori 
gestivano i rapporti con le strutture private, dai bandi di concorso ai 
finanziamenti, tutto continua come prima. Io sono molto, molto deluso. 
E non sono certo il solo». 
Su un terreno contiguo a quello della 
sanità, cioè la tutela ambientale e la lotta all'inquinamento, anche ad 
Alessandro Marescotti, esponente di Peacelink e animatore di diverse 
iniziative ambientaliste, dispiace quel che il governatore ha finora 
fatto, almeno in relazione ai problemi di Taranto. «Avevamo sperato in 
lui, l'abbiamo votato tutti perché doveva incarnare il cambiamento, la 
partecipazione... Invece diciamo, per star leggeri, che ci sono 
difficoltà di comunicazione. Non risponde neanche alle e-mail che le 
associazioni gli inviano, non ha mai fatto sapere come stavano le cose 
con il progetto per il rigassificatore, abbiamo avuto con 6 mesi di 
ritardo, e solo insistendo furiosamente, i documenti dello studio di 
impatto ambientale che giacevano in regione... No, diciamo pure che con 
Vendola e il gruppo che gli sta intorno si è rotto un rapporto di 
fiducia e ormai abbiamo capito che dobbiamo comportarci con la sua 
giunta come con qualsiasi altra, fare i cani da guardia». Il punto che 
più amareggia gli ambientalisti è che il governatore sistematicamente 
usa - e paga profumatamente - consulenti «neutri», che spesso sono 
apertamente favorevoli agli inquinatori e hanno lavorato per precedenti 
amministrazioni di destra, invece di rivolgersi al vasto e gratuito 
patrimonio di esperti e scienziati che sarebbero felici di dargli 
consigli e valutazioni tecniche. Caso estremo, l'ok dato dal consulente 
Vito Balice - e accolto dal governatore - al piano dell'Ilva per la 
riduzione dell'inquinamento, «negli stessi giorni in cui Vendola veniva 
a Taranto a promettere ai bambini che sarebbe salito sulle barricate se 
l'inquinamento non fosse diminuito. Il piano dell'Ilva prevede che i 
nuovi filtri e le altre misure di depurazione entrino in funzione nel 
2014!». 
Anche il sindaco Stefàno, secondo Marescotti, ha difficoltà a 
opporsi all'Ilva. «Si fa dare qualche spicciolo per fare delle piccole 
cose, e poi si lascia infinocchiare ingenuamente su quelle importanti, 
perché non conosce come funziona la fabbrica. La verità è che ormai la 
sinistra non ha più al suo interno, come aveva una volta il Pci, gli 
operai e i tecnici che conoscono la produzione e sanno dove e come 
agire. E così diventa subalterna al padrone».
Leader senza progetto
È 
una tesi che ritorna con veemenza durante un incontro con il 
Laboratorio per l'unità della sinistra, gruppo di «senza tessera», in 
gran parte ex dipendenti Ilva, che da alcuni mesi cerca coraggiosamente 
e controcorrente di opporsi ai processi disgregativi che stanno 
frantumando l'Arcobaleno e i suoi componenti. Per esempio Giancarlo 
Girardi, ex Pdci, sostiene che «la sinistra qui è al governo ma è una 
delle più deboli d'Italia, non ha un suo progetto, solo leader con un 
prestigio personale: i partiti non sono all'altezza di questo ruolo di 
governo, non sanno nulla del mondo della produzione e quindi fanno 
molta fatica a capire come funziona il dominio dell'impresa». Vicino a 
lui Andrea Somma, anche lui «ex» di varia sinistra: secondo cui «siamo 
responsabili di aver fatto finta che in Puglia e qui a Taranto abbia 
vinto la sinistra, prima con Vendola e poi con Stefàno. Be', non è 
vero. Loro sono stati eletti da gente che voleva un cambiamento dopo 
gestioni fallimentari e affaristiche e si è attaccata a dei personaggi 
bravi e onesti, ma i partiti della sinistra non c'entravano per nulla, 
in queste vittorie». 
«Sia Rifondazione che il Pdci, per non parlar dei 
Verdi, qui hanno dei gruppi dirigenti affidati a consiglieri e 
amministratori comunali, che non hanno tempo per nient'altro al di 
fuori dei propri incarichi pubblici», aggiunge Annamaria Bonifazi, 
dell'associazione antimafia «Libera». Mentre Vincenzo Vestida, che non 
è un ex ma un attuale operaio Ilva, racconta con amarezza la sua 
esperienza di candidato Arcobaleno alle ultime politiche: «L'unico 
candidato operaio, in lista al 20mo posto in un collegio dove ci sono 
18mila operai-elettori. E capolista è stato imposto Pecoraro Scanio, 
che qui nessuno può vedere. Se questo è far politica...».