Un’efficace politica di disarmo e controllo degli armamenti: la Rete Disarmo scrive ai candidati premier alla vigilia delle elezioni politiche



COMUNICATO

Un documento con proposte concrete all’attenzione degli schieramenti

Un’efficace politica di disarmo e controllo degli armamenti: la Rete Disarmo scrive ai candidati premier alla vigilia delle elezioni politiche


Alla vigilia delle elezioni politiche del prossimo aprile la Rete Italiana per il Disarmo, organismo che dal 2003 coordina il lavoro di circa 30 associazioni e gruppi attivi sui temi del controllo degli armamenti, ha deciso di scrivere una “lettera aperta” a tutti i candidati premier dei diversi schieramenti in lista.

Obiettivo principale di questa azione è quello di sottoporre all’attenzione di tutte le forze politiche che andranno a comporre il Parlamento nella prossima legislatura i punti più importanti necessari a costruire una praticabile politica di controllo degli armamenti e di disarmo. Disarmo che invece viene spesso dimenticato nelle pieghe delle necessità di bilancio mentre al contrario necessita di un’ampia tensione ideale che nulla toglie ed anzi incrementa un’efficace politica di sicurezza.
Nella lettera aperta ai candidati premier la Rete sottolinea alcuni punti principali, sui quali pone domande dirette ai candidati per conoscere le intenzioni e le modalità di azione che essi avranno una volta eletti.

La posizione da assumere in merito al Trattato internazionale sui trasferimenti di armi in discussione in questi mesi in sede di Nazioni Unite,oltre che le intenzioni a riguardo della messa al bando delle “cluster bombs” e per un miglioramento della legislazione sull’export di armi leggere; un programma serio nell’affrontare il pericolo degli ordigni nucleari ancora vivo e lo stallo dei processi di disarmo atomico (senza dimenticare a livello nazionale la proposta di legge di iniziativa popolare “Un futuro senza atomiche” per dichiarare l’Italia zona libera da armi nucleari); la tematica fondamentale delle spese militari, con programmi militari dispendiosi che oltrepassano ampiamente le esigenze di difesa a fronte di continui tagli nella spesa sociale e di sviluppo; la necessità di un controllo rigoroso delle esportazioni di armi italiane che nonostante i vincoli della nostra legislazione sono state dirette negli ultimi anni per più del 40% a Paesi del Sud del mondo e rilanciare un percorso di riconversione dell’industria bellica sia per dare un contributo vero alla costruzione di una politica di pace, sia perché sono in atto iniziative europee per la ristrutturazione dell'industria militare, sia perché non si può pensare che un vero sviluppo economico dei territori, con salvaguardia del lavoro di molte persone, si possa basare sulla produzione di ordigni ed armamenti.
La Rete Disarmo ha scelto di mettere sul campo questi punti, tra i numerosi che ogni giorno vengono affrontati nelle azioni e nelle campagne proposte dalla Rete, proprio perché sono quelle fondamentali e su cui ci si può spendere immediatamente con scelte politiche nel Parlamento che andremo a votare il 13 e 14 aprile.
L’auspicio e la speranza della Rete Italiana per il Disarmo e delle sue aderenti (vedi lista in coda a questo comunicato) è quello di poter intavolare con i candidati di tutti gli schieramenti un confronto non limitato alla campagna elettorale, su quanto è stato loro proposto nella lettera aperta e nel documento di approfondimento che l’accompagna.

La proposta della Rete Disarmo giunge anche alla vigilia della stesura e presentazione della Relazione annuale al Parlamento sull’export militare italiano. I dati degli ultimi anni hanno visto una fortissima crescita nelle vendite degli armamenti “made in Italy”, conseguenza di un approccio solo economico alla questione. Mentre invece le armi che si vanno a commerciare nei vari angoli del mondo poi possono finire implicate in azioni di guerra o in violazioni dei diritti umani (si veda in questi mesi il caso della Turchia o del Pakistan, di cui la Rete si è occupata con prese di posizione forti).
La lettera aperta ed il documento di analisi sono scaricabili sul sito www.disarmo.org, così come tutte le recenti prese di posizione in merito all’export italiano di armamenti.

La Rete Italiana per il Disarmo è composta da: ACLI - Agenzia per la Pace Sondrio - Amnesty International - Archivio Disarmo - ARCI - ARCI Servizio Civile - Associazione Obiettori Nonviolenti - Associazione Papa Giovanni XXIII - Associazione per la Pace - ATTAC - Beati i costruttori di Pace - Campagna Italiana contro le Mine - Campagna OSM-DPN - Centro Studi Difesa Civile - Conferenza degli Istituti Missionari in Italia - Coordinamento Comasco per la Pace - FIM-Cisl - FIOM-Cgil - Fondazione Culturale Responsabilità Etica - Gruppo Abele - ICS - Libera - Mani Tese - Movimento Internazionale della Riconciliazione - Movimento Nonviolento - OSCAR - Pax Christi - PeaceLink - Rete di Lilliput - Rete Radiè Resch - Traduttori per la Pace - Un ponte per...