G8, De Gennaro e Mortola



G8:DE GENNARO IMPUTATO PER FALSA TESTIMONIANZA QUESTORE/ANSA COINVOLTO
ANCHE SPARTACO MORTOLA, EX CAPO DELLA DIGOS DI GENOVA (di Paola
Mattarana) (ANSA) - GENOVA, 25 NOV - «Noi non abbiamo ricevuto ancora
nulla. Ma si sa che ormai le notizie si leggono prima sui giornali»:
commenta l'avv. Franco Coppi, difensore di Gianni De Gennaro, all' epoca
del G8 capo della polizia, alla notizia dell'avviso di fine indagini
preliminari per il suo assistito, accusato dalla procura di Genova di
istigazione alla falsa testimonianza dell' ex questore di Genova
Francesco Colucci. Oltre a De Gennaro, destinatari dell' avviso sono lo
stesso ex questore di Genova Colucci, imputato di falsa testimonianza
per le dichiarazioni rese in aula il 3 maggio scorso, sentito come teste
nel processo per i fatti della Diaz, e, a sorpresa, anche Spartaco
Mortola, all'epoca del G8 capo della Digos di Genova. Mortola deve
rispondere della stessa accusa di De Gennaro. A firmare l' avviso di
fine indagini sono stati il procuratore aggiunto Mario Morisani e i
sostituti Francesco Cardona Albini, Vittorio Ranieri Miniati, Patrizia
Petruzziello e Enrico Zucca. «Per De Gennaro il fatto è aggravato -
contestano i pubblici ministeri - per aver determinato a commettere il
reato persona a lui sottoposta e con abuso della funzione pubblica
esercitata quale direttore generale del Dipartimento della pubblica
sicurezza». De Gennaro e gli altri imputati hanno ora venti giorni di
tempo per decidere se farsi interrogare di nuovo dai pubblici ministeri
o presentare una memoria difensiva. Poi nei loro confronti scatterà la
richiesta di rinvio a giudizio. L'inchiesta ha preso avvio da
intercettazioni telefoniche fatte a Mortola, indagato in un procedimento
connesso: la sparizione dalla questura di Genova delle due bottiglie
molotov, usate dalla polizia come false prove a carico dei no global
arrestati la notte dell' irruzione nella scuola Diaz. In questo filone
d'inchiesta, che procede nella massima segretezza, ci sarebbero, oltre a
Mortola, altri poliziotti indagati. Nelle intercettazioni ci sono
quattro telefonate intercorse tra Mortola e Colucci in cui l'ex questore
avrebbe detto a Mortola di aver ricevuto dal «capo» pressioni a fare
marcia indietro o almeno a rendere più omogenee le sue dichiarazioni con
quelle rese da De Gennaro nel corso degli interrogatori con i pubblici
ministeri. Il dettaglio su cui De Gennaro voleva che Colucci cambiasse
la sua deposizione è su chi aveva inviato Roberto Sgalla, direttore
dell' ufficio pubbliche relazioni del dipartimento di polizia, sul posto
la notte dell' irruzione nella scuola Diaz. Colucci perciò in aula
corresse la sua versione precedente dicendo di aver inviato Sgalla di
sua iniziativa, e non il capo della polizia. Mortola invece, già
imputato nel processo Diaz per falso e calunnia, parlando con Colucci,
prima della deposizione dell' ex questore al processo Diaz, «forniva - è
scritto nell'avviso di fine indagini - allo stesso Colucci informazioni
ed indicazioni su circostanze oggetto della futura deposizione,
chiaramente non appartenenti al ricordo o alla conoscenza diretta del
teste, in particolare inerenti le informazioni attinte la sera dei fatti
circa la presenza di persone nel complesso scolastico Diaz-Pertini
facenti capo al Genoa Social Forum, ovvero le modalità di esecuzione
dell'operazione e fra queste l'intervento delle forze di polizia,
avvenuto anche nell' edificio Diaz-Pascoli, sede del GSF e asseritamente
non oggetto di perquisizione». Il difensore di Mortola, avv.
Piergiovanni Iunca, dopo aver confermato la notifica dell'avviso di
conclusioni indagini, ha commentato: «Non vedo proprio come Mortola
abbia contribuito alla presunta falsa testimonianza di Colucci». Ancora
in attesa della notifica è invece anche l'ex questore Colucci, come ha
rivelato l'avv. Maurizio Mascia, suo difensore. (ANSA).
repubblica genova

G8, De Gennaro verso il rinvio a giudizio
Genova: l´ex capo della Polizia coinvolto nella vicenda della Diaz

In queste ore si consegnano a indagati e difensori gli atti di fine
inchiesta
MARCO PREVE

GENOVA - I suoi avvocati, il romano Franco Coppi e il genovese Carlo
Biondi, negli ultimi mesi li si era visti frequentare con assiduità il
nono piano di palazzo di giustizia. Ma nonostante incontri e discussioni
con i capi della procura, sembra difficile che i due legali riescano ad
impedire che su Gianni De Gennaro, ex capo della polizia italiana e oggi
capo gabinetto del ministro dell´Interno Giuliano Amato, si abbatta l´onta
di una richiesta di rinvio a giudizio. In queste ore sono, infatti, in
fase di notifica i cosiddetti Acip, ovvero gli atti con cui si avvisano
gli indagati e i loro difensori, che si sono concluse le indagini e
possono prendere visioni degli atti.
Sembra inoltre che nella vicenda possa essere coinvolta una terza persona,
forse un altro poliziotto, di cui fino ad oggi non si era ancora saputo
nulla.
L´inchiesta che coinvolge De Gennaro nasce dal processo per l´irruzione
alla Diaz, la scuola dormitorio del G8 del luglio 2001. Nel corso di
un´udienza in cui venne chiamato come testimone l´ex questore del
capoluogo ligure Francesco Colucci, rilasciò una serie di dichiarazioni
per le quali, la procura, chiese l´iscrizione al registro degli indagati
per falsa testimonianza. Per il reato di istigazione alla falsa
testimonianza fu invece indagato De Gennaro. Nel corso di una
conversazione tra Colucci ed un collega, intercettata durante altre
indagini, l´ex questore si sarebbe compiaciuto per aver soddisfatto il
"capo". Interrogato a luglio, De Gennaro ha spiegato che Colucci potrebbe
aver equivocato quella che era solo una chiacchierata sulla vicenda Diaz.
La spiegazione non avrebbe però convinto i pm Enrico Zucca e Francesco
Cardona Albini, e con loro il procuratore aggiunto Mario Morisani.
In realtà, si era profilata, ad un certo punto, una possibile via
d´uscita. Se Colucci avesse chiesto di poter nuovamente testimoniare per
ritrattare le dichiarazioni false, la legge gli avrebbe offerto
l´automatica estinzione del reato. A quel punto, anche per De Gennaro
sarebbe stato più semplice uscire di scena senza danni. Eventualità per
altro non del tutto accantonata visto che il processo Diaz è ancora in
corso. Colucci, ai primi di maggio, chiamato a deporre come teste contro
29 poliziotti accusati di falso, lesioni e calunnia, ribaltò una sua
precedente ricostruzione dei fatti, raccontando che la notte
dell´irruzione nella scuola dormitorio non fu De Gennaro a chiedere di
allertare l´addetto stampa Roberto Sgalla, bensì fu una sua iniziativa
spontanea.
Ma se De Gennaro vede avvicinarsi il rischio del processo, per tutti i
suoi fedelissimi, il disastro del G8 e le imputazioni per la Diaz (entro
la metà del 2008 la sentenza) non hanno comportato effetti collaterali.
Anzi. E´ di due giorni fa la promozione di Giovanni Luperi, ex
vicedirettore dell´Ucigos, a capo del Dipartimento analisi dell´Aisi
(Agenzia informazioni e sicurezza interna), l´ex Sisde. Francesco
Gratteri, nel 2001 capo dello Sco, oggi è al vertice del Dipartimento
Centrale Anticrimine. Nomine, tra le tante, che hanno sollevato dure
critiche specie dall´estrema sinistra. Proprio nei confronti di Gratteri
poi, ha annunciato un´interrogazione Graziella Mascia di Rifondazione
Comunista. Il caso è quello di un´ispettrice in servizio allo Sco e in
passato in forze alla questura di Bari, la cui presenza in aula durante
diverse udienze del processo Diaz ha sollevato alcuni interrogativi in
merito al suo possibile incarico.