Settimana Irachena della Nonviolenza 2007, inizia domani!



Salve a tutti,
Vi invito a leggere e divulgare l'articolo che abbiamo appena pubblicato su
Osservatorioiraq circa la Settimana Irachena della Nonviolenza, che si
svolgerà dal 29 aprile al 6 maggio con eventi previsti nella principali
città irachene.  
<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=4742>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=4742
E' un'iniziativa coraggiosa, un atto di resistenza civica al terrore e al
militarismo, organizzata dalla rete LAONF (nonviolenza) che unisce
associazioni della società civile, sindacati, gruppi studenteschi di varie
provenienze ideologiche, etniche e religiose. Le attività di LAONF
sono sostenute da Un ponte per... e NOVA-CIS (Barcellona).
Ci sono attivisti disposti a rilasciare interviste telefoniche da Erbil,
Baghdad, Bassora, Amman, quindi non esitate a chiederci i numeri di cell se
avete contatti con giornalisti (anche radio/TV) sensibili. Seguono le
versioni in Italiano e Inglese dell'articolo, che è disponibile su
richiesta anche in Spagnolo. Potete pubblicarlo sui vostri siti Internet
citando la fonte <http://www.osservatorioiraq.it>www.osservatorioiraq.it ,
o usarne i contenuti per scrivere altri articoli.
Scusate il cross-posting per le mailing-list.
Un caro saluto
martina

Martina Pignatti Morano
PhD student in Economics (Siena University)
Un ponte per... Baghdad, Centro Gandhi & Quaderni Satyagraha
E-mail <<mailto:pignattimora at unisi.it>pignattimora at unisi.it>

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Resistere alla paura:

la Settimana Irachena della Nonviolenza



Ismaeel Dawood e Martina Pignatti Morano

Un Ponte per… Baghdad

27 aprile 2007



Dal 29 aprile al 6 maggio in Iraq non parleranno solo le armi. Una rete di
associazioni della società civile irachena, di varie provenienze politiche
e affiliazioni sia laiche che religiose, metterà in atto iniziative di pace
su tutto il territorio nazionale nell’ambito della Settimana Irachena della
Nonviolenza. Questo evento si svolgerà mentre il governo iracheno incontra
a Sharm el-Sheikh (3-4 maggio) rappresentanti dei paesi vicini, oltre ai
cinque paesi permanenti del consiglio di Sicurezza dell’ONU e ai G8, nella
conferenza ministeriale per concordare un percorso di stabilizzazione per
l’Iraq. Ma è possibile una pace concertata esclusivamente dall’alto, in un
paese traumatizzato dalla violenza e insultato dall’occupazione militare
come l’Iraq di oggi? La società civile ritiene di dover e poter dare il suo
contributo, e visto il livello di pericolo sfidato da chiunque organizzi
iniziative pubbliche in questo periodo, è una scelta coraggiosa che la
comunità internazionale deve conoscere, un atto di resistenza civica al
terrore e al militarismo.

Decine di associazioni e oltre cento attivisti hanno concordato di svolgere
iniziative in scuole, teatri, luoghi pubblici delle principali città
irachene: eventi sono previsti a Kut, Baghdad, Bassora, Diwaniya, Dohuq,
Erbil, Fao, Kirkuk, Maysan, Mosul, Salaheddin, Sulaimaniya, Tikrit. Gli
organizzatori si coordinano tramite la rete LAONF (nonviolenza, in Arabo),
avviata nel 2006 da associazioni che hanno partecipato a momenti di
formazione sulla Nonviolenza Attiva, intesa come filosofia e strumento di
liberazione dei popoli che preveda il rispetto integrale della vita, il
rifiuto di ogni forma di oppressione, sfruttamento e violenza.

Molte delle iniziative si rivolgono a bambini e studenti, che stanno
preparando dipinti e striscioni da appendere ai muri delle loro scuole ed
università per chiedere la fine della violenza sui civili. Presso
l’Università di Al-Mustansiriyya a Baghdad, dove nel gennaio 2007 due
autobombe hanno provocato 60 morti e 110 feriti tra studenti, professori e
dipendenti, si pianteranno alberi d’olivo e palme per ricordare le vittime
della violenza. Davanti alle scuole si seppelliranno proiettili e schegge
di granata, perché i figli dell’Iraq non devono crescere in mezzo ai
simboli della violenza, devono seppellire i suoi frutti amari e costruire
una nuova società con altri mezzi. In un villaggio vicino a Mosul si
giocherà una partita di calcio tra squadre di diverse etnie e confessioni
religiose, a Kut i ragazzi delle scuole superiori libereranno colombe e
palloncini bianchi, dovunque si distribuiranno poster e calendari che
vengano affissi nelle case per ricordare alle famiglie che la violenza non
è la soluzione ma la causa della loro sofferenza.

Accanto alle cerimonie vi saranno momenti seminariali di approfondimento,
conferenze per presentare alla società civile e alle autorità locali i
principi e le metodologie dell’azione nonviolenta per il cambiamento
sociale e politico. Gli attivisti di LAONF non si fermeranno alle
università, e parteciperanno alle iniziative organizzate dai sindacati dei
lavoratori in occasione del 1° maggio. Discuteranno pubblicamente di
strategia dell’azione nonviolenta con il Syndicate Union of Workers nel
Teatro Nazionale di Baghdad, con i sindacati che lottano contro la
privatizzazione del petrolio iracheno presso l’Oil Union Centre di Bassora,
con i sindacati dei pescatori della penisola di Fao, la prima zona che
oppose una fiera resistenza all’occupazione angloamericana nel 2003.

Infine, le associazioni impegnate in questo evento hanno scelto una
campagna simbolica che li potesse unire tutti. In un momento in cui ogni
presa di posizione viene strumentalizzata e accusata di settarismo, la rete
LAONF chiede che tutti si impegnino per non trasferire la sete di vendetta
e di violenza ai bambini iracheni. In ogni città si raccoglieranno firme e
si presenterà una petizione al Parlamento Iracheno per chiedere che venga
vietata l’importazione di giocattoli che incitino i bambini alla violenza.
Dopo un embargo di tredici anni l’Iraq ha bisogno di medicinali e libri,
tecnologia per lo sviluppo dell’economia civile, e non giocattoli che
inducano bambini e adolescenti a dare una connotazione positiva alla
violenza. E’ necessario proteggere i più giovani dalla cultura di morte e
distruzione già importata in Iraq dalle truppe e dai combattenti stranieri.

Secondo gli organizzatori, la Settimana Irachena della Nonviolenza persegue
tre importanti obiettivi. In primo luogo la società civile irachena
dimostra al suo stesso popolo e alla comunità internazionale di essere in
grado di organizzare eventi nazionali unitari svincolati dai poteri
politici e religiosi. E’ un importante testimonianza della loro volontà e
capacità di rifiutare la logica della guerra civile ed attuare iniziative
comuni a livello nazionale sfidando lo strapotere dei gruppi armati e degli
eserciti. In secondo luogo si intende avviare un processo di
coscientizzazione della società civile circa la possibilità di rinunciare
all’odio e alla vendetta per l’obiettivo comune della convivenza pacifica.
Il messaggio costruttivo è diretto in special modo alle giovani generazioni
che rischiano di dimenticare quanto forte fosse sino a pochi anni fa il
sentimento di unità del popolo iracheno. Lottare per l’autodeterminazione e
per i propri diritti è doveroso, ma vi sono mezzi alternativi alle armi per
promuovere una società più giusta, mezzi nonviolenti che siano coerenti con
i fini che si propongono. Si realizza così dal principio, durante la lotta,
il modello di società che si intende promuovere, dove donne e uomini,
giovani e anziani abbiano la stessa dignità. Infine, durante questa
settimana si raccoglieranno adesioni alla rete LAONF perché cresca il
numero di coloro che  accettano questo impegno.

La Settimana Irachena della Nonviolenza si svolge per il secondo anno, e
intende divenire un appuntamento fisso di promozione culturale e politica
dell’azione nonviolenta, dell’affermazione della pace con mezzi pacifici.
Mezzi nonviolenti di lotta sono stati utilizzati nella storia recente dai
sindacati e dai movimenti iracheni per i diritti umani, sociali  e civili,
ma spesso senza adesione esplicita e consapevole ad un modello di
riferimento. La rete LAONF intende declinare nella cultura irachena i
valori universali e le metodologie d’azione che hanno consegnato vittorie
politiche e spirituali ai movimenti di Gandhi, Martin Luther King, ai
movimenti femministi e molti altri. Il percorso di formazione degli
attivisti di LAONF è sostenuto dall’associazione catalana NOVA - Centre per
a la Innovació Social, e dall’Italiana Un Ponte per…, che da due anni
organizzano e finanziano programmi di training alla cultura della
nonviolenza, su esplicita richiesta e invito delle associazioni irachene.



Informazioni sulle iniziative svolte finora sono disponibili sul sito
<http://www.launf.net/>www.launf.net gestito da NOVA-CIS e sul sito
<http://www.laonf.org/>www.laonf.org gestito da membri della Rete LAONF a
Baghdad.



Dettagli sulla Settimana Irachena della Nonviolenza appariranno sul blog in
lingua spagnola del documentarista Alberto Arce
(<mailto:albarce at gmail.com>albarce at gmail.com) che sta seguendo l’evento dal
Kurdistan Iracheno.

<http://blogs.elcomerciodigital.com/pacifistasenbagdad/>http://blogs.elcomerciodigital.com/pacifistasenbagdad/



Per maggiori informazioni ed interviste sull’iniziativa (contatti di
attivisti da Erbil, Baghdad, Bassora) è possibile contattare:

-         Ismaeel Dawood (Giordania), lingue: Inglese e Arabo

Email: <mailto:ismaeel.dawood at unponteper.it>ismaeel.dawood at unponteper.it  

-         Martina Pignatti Morano (Italia), lingue: Inglese e Italiano

Email: <mailto:pignattimora at unisi.it>pignattimora at unisi.it

Cell.: +39 3290540808



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Resisting Fear: the Iraqi Week of Nonviolence



Ismaeel Dawood and Martina Pignatti Morano

Un ponte per… Baghdad

27th April 2007



            From April 29 to May 6 in Iraq not only the rumble of bombs
will be heard. A network of associations of the Iraqi civil society,
belonging to different political and religious affiliations, will carry on
peace initiatives on the whole national territory within the Iraqi Week of
Nonviolence. This event will take place while the Iraqi government meets in
Sharm el-Sheikh (May 3-4) representative of the neighbouring countries,
plus the G5 and G8, in the ministerial meeting that aims to restore
security in Iraq. But is a top-down peace process feasible in a country
traumatized by violence and insulted by military occupation like today’s
Iraq? The Iraqi civil society asserts to have the duty and the capability
to bring its own contribution. Given the high danger faced by those who
organize public events in these times, this is a courageous venture that
the international community must know about, an act of civil resistance to
terror and militarism.

            Tens of associations and more than a hundred activists have
agreed to hold initiatives in schools, theatres, public spaces of the main
cities in Iraq. Events are scheduled in Kut, Baghdad, Basra, Diwaniya,
Dohuq, Erbil, Faw, Kirkuk, Maysan, Mosul, Salaheddin, Sulaimaniya, Tikrit.
The organization is coordinated by the network LAONF (nonviolence, in
Arabic), created in 2006 by associations that participated in training
programmes on Active Nonviolence: a philosophy and a means of peoples’
liberation that envisages full respect for life, and rejection of any form
of oppression, exploitation and violence.

            Many of the initiatives are managed with children and students,
that are now preparing paintings and banners to be fixed at the entrance of
their schools and universities to ask for an end to violence against
civilians. At Al-Mustansiriyya University in Baghdad - where in January
2007 the explosion of two car bombs killed 60 and wounded 110 among
professors, students and personnel – olive and palm trees will be planted
to commemorate the victims of violence. In front of school buildings people
will bury remnants of bullets and splinters, because the sons of Iraq
should not grow between symbols of violence. Instead, they must learn to
bury its bitter fruits and build another society with other means. In a
village close to Mosul people of different ethnic groups and sects will
play together a football game; in Kut teenagers of secondary schools will
free white doves and make white balloons fly; everywhere posters and
calendars will be distributed to be hanged at the walls of people’s houses
and remind them that violence is not the solution but the cause of their
suffering.

            Besides ceremonies, there will be seminars and conferences to
present to civil society and local authorities principles and methodologies
of nonviolent action for social and political change. The activists of
LAONF will not limit themselves to speaking in universities, indeed they
will participate in the events organized by trade unions on the 1st of May,
Workers Day. They will animate public debates on the strategy of nonviolent
action with the Syndicate Union of Workers in the Baghdad National Theatre,
with the unions that fight against privatization of Iraqi oil at the Oil
Union Centre of Basra, with fishermen’s unions in the Fao peninsula, the
first zone that opposed a fierce resistance to Anglo-American occupation in
2003.

            Lastly, the associations involved in this event have chosen a
symbolic campaign that unites them all. At a time when the opinion of
anybody who takes a stand is distorted to be accused of sectarianism, the
network LAONF asks that all people commit themselves not to transfer the
thirst for vengeance and violence to Iraqi children. In every city they
will collect signatures and they will finally present a petition to the
Iraqi Parliament asking for a ban on imports of toys that push children to
violence. After a thirteen-years long embargo, Iraq needs medicine and
books, technology for development of its civilian economy, not toys that
induce children and teenagers to assign a positive connotation to violence.
It is necessary to protect the youngsters from the culture of death and
destruction that has already been imported in Iraq by foreign troops and
combatants.

            According to the organizers, the Iraqi Week of Nonviolence
pursues three significant objectives. Firstly the Iraqi civil society
proves to its own people and to the international community that it is
still able to organize national unitary events unbounded by political and
religious powers. It is an important testimony of their willingness and
capacity to refuse the logic of civil war and carry on common initiatives
defying the overpower of armed groups and armies. Secondly, they aim to
initiate a process of conscientization of civil society on the possibility
of renouncing hatred and vengeance, in order to pursue the common objective
of peaceful coexistence. The constructive message is directed especially to
young generations that risk to forget how strong was till recently the
sentiment of unity of the Iraqi people. Fighting for self-determination and
for peoples’ rights is fair and dutiful, but there are other means than
weapons to promote a just society, nonviolent means that are coherent with
the ends assigned to them. They allow us to shape since the beginning,
during the fight, the model of society that we aim to promote, where women
and men, youngsters and elders, have the same dignity. Finally, during this
week the activists will encourage individuals and associations to join
LAONF, to increase the number of those who accept this commitment.

            The Iraqi Week of Nonviolence takes place for the second year,
and hopes to begin a fixed appointment for cultural and political promotion
of nonviolent action, of making peace by peaceful means. Nonviolent means
of fight have been used in recent history by Iraqi trade unions and social
movements, but often without explicit and conscious adhesion to a reference
model. The network LAONF aims to articulate in the Iraqi culture the
universal values and methodologies of action that assigned political and
spiritual victories to the movements of Gandhi, Martin Luther King,
feminism, and many others. The training process of LAONF activists is
supported by the Catalan association NOVA - Centre for Social Innovation,
and by the Italian Un ponte per…, that have been organizing for two years
training programmes on the culture of nonviolence, by explicit request and
invitation of the Iraqi associations.



Information on the initiatives already undertaken are available on the
website <>www.launf.net managed by NOVA-CIS and on the website
<>www.laonf.org managed by members of the network LAONF from Baghdad.

          

Details on the Iraqi Week of Nonviolence will be constantly published on
the blog (in Spanish language) of the documentary-maker Alberto Arce, that
is following this event from Iraqi Kurdistan.

<>http://blogs.elcomerciodigital.com/pacifistasenbagdad/



For further information and press interviews, contacts in Erbil, Baghdad
and Basra can be asked to:

- Ismaeel Dawood (Jordan), languages: English and Arabic, Email:
<>ismaeel.dawood at unponteper.it 

- Martina Pignatti Morano (Italy), languages: English and Italian, Email:
<>pignattimora at unisi.it

  Cell.: +39 3290540808