ARRESTATE



Tre giornaliste iraniane, attiviste per i diritti delle donne, sono state
arrestate all'aeroporto di Teheran il 1° febbraio mentre stavano per
mettersi in viaggio per l'India, dove avrebbero dovuto partecipare ad
un seminario sul giornalismo.

Due di esse, Talat Taghinia e Mansoureh Shojai, scrivono per il giornale
online Zanestan ("La città delle donne"), una pubblicazione iraniana
che sostiene i diritti umani delle donne. La terza, Farnaz Seify,
gestisce un blog femminista molto popolare (farnaaz.com).

Le tre donne sono state scortate dalla polizia sino alle loro case, dove
sono stati sequestrati i loro computer, libri e quaderni d'appunti, e
sono state messe in cella. Rilasciate il giorno dopo, ma senza che
fossero loro restituite proprietà e passaporti, dovranno affrontare un
processo entro i prossimi due mesi. La premio Nobel Shirin Ebadi sarà
l'avvocata delle tre giornaliste, accusate formalmente di "attentato
alla sicurezza nazionale tramite la partecipazione ad un seminario di
istruzione".

Talat Taghinia, Mansoureh Shojai e Farnaz Seify, fanno parte del Centro
culturale delle donne di Teheran, il quale ha di recente lanciato la
campagna "Un milione di firme" allo scopo di riformare la leggi
sessiste in Iran. Prima del loro arresto, il sito web relativo alla
campagna è stato cancellato dalle autorità iraniane.

A promuovere "Un milione di firme" ci sono anche "Zanan Sohl"
("Donne di pace"), gruppo che organizza seminari antiviolenza e contro
la guerra; i giornali femministi "Zanan" e "Hoquq-e Zanan", e i
gruppi femminili delle organizzazioni studentesche. La tecnica adottata,
che è quella del raccogliere le adesioni "porta a porta" (e "faccia a
faccia"), intende "(...) spezzare il ciclo della paura e della
violenza, che produce immagini militarizzate di uomini e donne e
rinforza la cultura brutale del patriarcato, nonché la vittimizzazione
di donne e bambini."



Maria G. Di Rienzo





Fonti: Feminist Daily News Wire, Reporters Without Borders, Observatory
for the Protection of Human Rights Defenders.