Re: [pace] Costruire ponti non muri



Ognuno deve essere libero di rispondere con le proprie parole e non creare le solite lettere che si mandato tutti insieme. Ognuno di noi deve capire che cosa ha pronunciato una persona come il nostro presidente, che siano corrette o sbagliate. Non ho ascoltato l’intervento ma prima di intervenire credo sia importante leggerlo e poi rileggerlo per capire se è quello che ha capito il nostro amico.

 

Cerchiamo di costruire ponti e non muri come spesso facciamo…

 

 

 

Scusate se mi permetto ancora di intervenire sul tema. Quello di costuire ponti per un esperantista come me é un invito a nozze, dato che l'esperanto é una lingua ponte.

 

Al corso sulla nonviolenza di Torino sto imparando che esiste una violenza culturale, che sto cercando di individuare nella violenza del linguaggio che ci viene imposto ogni momento in cui usiamo espressioni sempre piu' uniformi al punto che oggi mi viene imposto il termine "West Bank", senza sapere che é il termine che da anni usano gli inglesi, ma adesso si chiama cosi' anche per noi.

 

Forse esiste una via nonviolenta per l'esperanto, non come imposizione dall'alto ma come espressione della fuoriuscita dalle contraddizioni che ci spingono a mettere delle pezze quando comunichiamo a livello internazionale e semmai come presa di coscienza che qualsiasi soluzione "nazionale" che diventa internazionale non ti da' quel ponte di pace che serve a tutti.

 

A cominciare almeno da quello.

 

Pacajn salutojn

Andrea Montagner