Lettera aperta sulla manifestazione del 18 novembre a Roma (e su quella di Milano)




Lettera aperta sulla manifestazione del 18 novembre a Roma (e su quella di
Milano)

Care compagne e cari compagni,

la manifestazione nazionale del 18 novembre a Roma si avvicina. Come
sapete, il percorso politico che abbiamo scelto è, come sempre, improntato
alla trasparenza ed alla partecipazione. Per questo motivo, l’appello
definitivo per la manifestazione uscirà dalla discussione all’assemblea
nazionale che si terrà domenica 5 novembre a Firenze (Dopolavoro
Ferroviario, via Alemanni 5, vicino alla stazione centrale, alle ore 10.00).

I punti qualificanti della mobilitazione sono quelli indicati
dall’assemblea nazionale dello scorso settembre, e vanno dalla piattaforma
“storica” delle manifestazioni a fianco del popolo palestinese alla
denuncia chiara e netta della complicità italiana con l’occupazione
sionista, in particolare rispetto all’accordo di cooperazione militare
Italia-Israele di cui chiediamo l’abrogazione. La situazione che si è
determinata nell’area mediorientale, inoltre, rende necessaria
l’accentuazione del nostro sostegno al diritto di resistenza dei popoli
palestinese e libanese contro la perdurante aggressione israeliana,
disvelando la reale natura ed i rischi connessi alla risoluzione 1701 ed
all’invio di contingenti militari occidentali non sul confine fra Libano e
Israele, ma in profondità all’interno del territorio libanese, con
l’obiettivo di ostacolare e neutralizzare le forze della resistenza
libanese.

E’ necessario che l’assemblea di Firenze e la manifestazione di Roma siano
– come è stato in tutti questi anni – momenti di espressione del movimento
di solidarietà con il popolo palestinese, con il preciso obiettivo di
impedire che il dramma di quel popolo venga cancellato dall’agenda politica
italiana. La giornata del 18 novembre non è stata scelta a caso: si
colloca, infatti, nell’ambito delle manifestazioni indette in Palestina ed
in tutto il mondo dalla Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid,
di cui la nostra iniziativa è da sempre pienamente partecipe e di cui,
coerentemente, assumiamo le indicazioni politiche, a cominciare dall’invito
al boicottaggio dell’economia di guerra israeliana ed a quello per il
disinvestimento dalle aziende che collaborano con essa. Quella che
chiamiamo La campagna “O le sanzioni, o il boicottaggio” è dunque il
contributo degli amici italiani del popolo palestinese all’iniziativa
internazionale più volte promossa in diverse sedi, compresi i Forum Sociali
Mondiali ma che in Italia è stata sempre ostacolata e ostracizzata in mille
modi.

Invitiamo ad inviare le adesioni per il 18 novembre a
<mailto:palestinalibera2006 at libero.it>palestinalibera2006 at libero.it  e ad
attivarsi per la promozione della manifestazione in tutte le città,
particolarmente laddove gli Enti Locali abbiano posto in essere accordi di
cooperazione con entità israeliane. Parimenti, è importante organizzare da
subito la partecipazione alla manifestazione, con i pullman o prendendo
accordi con Trenitalia nei diversi comparti ferroviari. Il 18 novembre, per
venire a Roma, non troverete treni o pullman già pagati dai partiti, dagli
enti locali o dai sindacati su cui limitarsi a salire. In questi anni
abbiamo potuto e voluto contare sulle nostre forze per assicurare il
massimo di indipendenza politica ai contenuti e alle gestione delle
iniziative.

Immaginiamo già sappiate, che il cartello di forze politiche e associazioni
che fa riferimento al “governo amico” (“Forza ONU” per intenderci) ha
indetto una manifestazione nazionale “per la pace e la giustizia in Medio
Oriente” lo stesso 18 novembre, ma a Milano. Oltre a confermare la loro
profonda scorrettezza metodologica, i promotori di quella manifestazione
ribadiscono la loro incrollabile equidistanza fra gli aggrediti e gli
aggressori, fra gli occupanti e gli occupati: è sufficiente leggere il loro
appello di convocazione per rendersene conto, e comunque questo non
rappresenta per noi una novità. E’ significativo su questo, quanto ha
scritto recentemente Jean Bricmont: “…Né con Bush né con Saddam, Né con
Olmert né con Hamas e così via… Questo ragionamento presenta diverse false
simmetrie. Prima di tutto in ognuna di queste guerre c’è un aggressore e un
aggredito. Mettere i due sullo stesso piano significa abbandonare qualunque
nozione di sovranità nazionale. Inoltre il potere e la capacità di nuocere
delle due parti non sono paragonabili” (Le Monde Diplomatique, settembre
2006, pag.2)

Le due piattaforme di Roma e di  Milano sono alternative, lo sono state in
questi anni e probabilmente continueranno ad esserlo sui nodi di fondo (dal
diritto al ritorno dei profughi palestinesi al diritto alla resistenza
contro l’occupazione, dalla definizione dei confini dello Stato Palestinese
Indipendente al giudizio sul sistema politico-sociale di Israele)..
Indulgere a tentazioni compromissorie, ci pare un esercizio inutile per il
movimento e per lo stesso popolo palestinese che vede i suoi documenti, i
suoi appelli, le sue elaborazioni da anni continuamente e sistematicamente
stravolti e adeguati in nome delle esigenze e dei recinti consentiti dalla
“politica” italiana.:

Gli amici della lotta di liberazione della Palestina e i sostenitori della
pace - ma con giustizia - in Medio Oriente scendono in piazza il 18
novembre a Roma. Ci vediamo a Firenze il 5 novembre per discuterne.

 <mailto:Palestinalibera2006 at libero.it>Palestinalibera2006 at libero.it

Buon lavoro a tutte e tutti.

p. il Forum Palestina
Sergio Cararo e Germano Monti