Pulizia etnica: appello dei presidi palestinesi



Opere di pulizia...vi prego di leggere e diffondere, affinchè non siano "pulite" anche queste informazioni.
Doriana Goracci

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APPELLO DI PRESIDI Di UNIVERSITA' PALESTINESI
14 ott. 2006
Care tutte,
Attualmente siete tutte a conoscenza delle ultime tattiche del governo
israeliano per la pulizia etnica: rifiutare i permessi di ingresso o
di ri-ingresso ed il diritto di residenza a persone di origine
palestinese che non si trovavano nei territori occupati nel 1967 alla
fine della guerra. Alcuni Palestinesi di questa categoria sono tornati
in Palestina e vi vivono da anni. Molti hanno una nazionalità
straniera, alcuni sono nati all?estero. Non esiste una nazionalità
palestinese perché la Palestina non è ancora riconosciuta come stato
indipendente. Queste persone, a cui non è stato dato un diritto di
residenza, hanno soggiornato con un visto turistico rinnovabile ogni
tre mesi. Alcuni l'hanno così rinnovato per più di 10 anni, altri
ancora più a lungo. L'iter consisteva nel lasciare Israele e rifare
una domanda di ingresso dall'estero. Molti Palestinesi sono andati in
Giordania a questo scopo, e vi hanno ricevuto il loro visto di
ri-ingresso. In marzo, Israele ha cominciato a rifiutare il
ri-ingresso a questo genere di persone, anche se molti tra loro
avevano lasciato mogli, figli e lavoro. In certi casi, questo ha
diviso delle famiglie. Israele rifiuta di autorizzare alcune mogli
palestinesi a partire, e ad un tempo rifiuta l?ingresso al marito con
nazionalità straniera. E questo rifiuto di ingresso non è solo per i
Palestinesi. Riguarda dagli studenti che desiderino studiare in una
università nei territori occupati a persone che potrebbero desiderare
di divenire membri di facoltà e le ONG.
Qui sotto una lettera dei Presidi di università palestinesi per
attirare l'attenzione su questo problema e chiedere al mondo di
opporsi alla politica israeliana di rifiuto di ri-ingresso nei
Territori palestinesi occupati, e del diritto di residenza.
Leggetela con attenzione, diffondetela e attivate campagne per opporsi
alla nuova politica ipocrita israeliana di pulizia etnica.
Grazie,
Dorothy (New Profile)

Ai membri della società civile globale e al mondo accademico:

Noi, Presidi di istituzioni palestinesi di studi superiori,
desideriamo portare alla vostra attenzione una politica israeliana
allarmante e per ora non nota che colpisce la nostra società in
Cisgiordania e nella Striscia di Gaza in generale, e l'educazione in
particolare: il rifiuto di ingresso, di ri-ingresso e di diritto di
residenza a membri di famiglie palestinesi e non palestinesi, a
conferenzieri, lavoratori di ONG e esperti internazionali in sviluppo,
muniti di passaporti stranieri. Dall'occupazione militare della
Cisgiordania e della Striscia di Gaza nel '67, Israele ha controllato
unilateralmente il registro civile della popolazione palestinese, e ha
limitato gli spostamenti all'interno e fuori dei Territori palestinesi
occupati,  per i Palestinesi e altri non Israeliani, privando così i
Palestinesi del loro diritto fondamentale alla libertà di movimento e
di residenza.
Dall'inizio del 2006, e specialmente dopo le elezioni parlamentari,
molte migliaia di detentori di passaporto straniero di origine
palestinese o no, che vivono e/o lavorano nei Territori palestinesi
occupati si sono visti spesso negare l'ingresso, o sono anche stati
minacciati di deportazione. Israele si è arrogato la prerogativa di
accordare o rifiutare permessi di lavoro a stranieri nei Territori
palestinesi occupati. La maggior parte di loro è nata palestinese e
detiene oggi un passaporto straniero perché la loro carta d'identità è
stata annullata mentre essi studiavano o lavoravano all'estero, o
perché la loro domanda di ricongiungimento familiare era stata
respinta dall'autorità israeliana di occupazione per vari pretesti  da
ottobre 2000. Tuttavia sono cittadini che hanno costruito la loro vita
in Palestina, pagando le imposte locali e votando alle elezioni
regionali e nazionali.
La maggioranza dei detentori di passaporto straniero a cui si rifiuta
l' ingresso o il ricongiungimento familiare in Palestina ha diritto
all'integrità della famiglia secondo convenzioni internazionali e
norme riconosciute. Anche Israele ha firmato degli accordi di
reciprocità e delle regole di immigrazione con altri paesi, che sta
violando senza mai fornire una ragione adeguata per il suo
comportamento, privando le persone minacciate, dei loro diritti
elementari di accesso alla giustizia, alla trasparenza e alla
responsabilità statale.
Nel frattempo, i cittadini israeliani godono di un ingresso senza
ostacoli nella gran parte dei paesi del mondo, mentre si nega a
cittadini di questi paesi un trattamento simile quando varcano le
frontiere israeliane.
Anche la comunità degli affari è stata duramente colpita. Molti uomini
d'affari della diaspora, che sono riusciti ed hanno investito molto
per costruire la loro comunità per più di 10 anni, si vedono pure
rifiutare l'ingresso o sono deportati con un avviso di appena un mese.
Dei Palestinesi della diaspora e degli stranieri hanno resistito a
interrogatori umilianti alla frontiera, costantemente minacciati
dall'insicurezza di non avere il loro visto turistico o il loro
permesso di visita rinnovato ogni tre mesi. La maggior parte di queste
persone fa parte della classe locale istruita i cui contributi alla
società civile, alle istituzioni educative e al settore privato sono
stati inestimabili per la costruzione di un reale paese pluralista e
per porre le basi di un futuro stato palestinese. Ci sono stati almeno
5 casi di rifiuto d'ingresso ad universitari e a personale
universitario che si sono visti rifiutare l'ingresso in Cisgiordania,
il più recente nel luglio 2006. Molti studenti stranieri sono stati
respinti alle frontiere e posti nell'impossibilità di iscriversi o di
continuare i loro studi in Palestina. E' stata posta fine anche ai
permessi di amministratori di diversi consigli di università e si è
detto loro di lasciare il paese.
Noi facciamo appello a voi per sostenere un'azione collettiva
appropriata contro questa pericolosa politica di rifiuto di ingresso e
ri-ingresso di Palestinesi e di altre nazionalità, rifiuto che
minaccia di vuotare i Territori palestinesi occupati della loro classe
istruita:
        Ottenere l'annullamento di questa forma di controllo
illegittimo, discriminatorio e immorale della popolazione.
        Assicurare una totale libertà d'accesso all'educazione e ad
altre attività in Palestina.

I Presidi di università palestinesi:

Dr. Ali Zedan Brother Daniel Casey
Al-Aqsa University/Gaza Bethlehem University

Dr. Daoud Zatari Dr. Fakhri Hasan
Palestine Polytechnic University Hebron University

Dr. Jawad Wadi Dr. Kamalain Shaath
Al-Azhar University/Gaza Islamic University of Gaza

Dr. Munther Salah Dr. Nabeel Kassis
Arab American University Birzeit University

Dr. Rami Hamdalla Dr. Sari Nusaibah
An-Najah University Al Quds University

Dr. Younis Amro Al Quds Open University