Traduzione Dichiarazione delle ONG Palestinesi



Dichiarazione delle Organizzazioni della società civile palestinese che
condanna Israele  per i crimini di guerra a Gaza e in Libano



Rappresentanti di diversi partiti, gruppi politici e organizzazioni della
società civile palestinese si sono riuniti a Ramallah su invito della Rete
delle Organizzazioni Non-governative Palestinesi (PNGO). Nella riunione si è
discusso della situazione attuale alla luce della clamorosa aggressione
israelina nella Striscia di Gaza, le atrocità che continuano ad essere
commesse dalle truppe israeliane contro la popolazione palestinese e
libanese, e della  grave escalation nella regione in generale  a seguito
dell'aggressione israeliana al Libano.

I partecipanti hanno sottolineato che gli obiettivi delle operazioni
militari israeliane nella Striscia di Gaza e in Libano sono evidentemente
molto più vaste di una semplice reazione alla cattura dei soldati israeliani
durante le operazioni militari della resistenza palestinese e libanese.



.Sul fronte palestinese, l'operazione militare israeliana si colloca nel
contesto di una politica complessiva integrata, atta a distruggere le
infrastrutture della società palestinese. E' un altro tentativo di
indebolire l'entità palestinese e sabotarne ogni speranza di sviluppo.
L'invasione israeliana è avvenuta precisamente nel momento della
riconciliazione politica palestinese, come si evince dalla sottoscrizione
del Documento di Riconciliazione Nazionale, che ha tradotto in termini
concreti il consenso unanime dei palestinesi. Le attuali atrocità commesse
dai militari israeliani durante questa invasione dimostrano ancora una volta
fin dove può arrivare il disprezzo degli israeliani per la vita umana dei
palestinesi. Più di 90 persone sono state uccise e centinaia (per la maggior
parte donne e bambini) sono state ferite. Inoltre c'è stata la distruzione
completa delle infrastrutture palestinesi essenziali, compresa la centrale
elettrica principale, ciò che ha portato Gaza sull'orlo del disastro
umanitario in termini di carenza di generi alimentari di prima necessità e
forniture mediche.



Sul fronte libanese, la barbara aggressione israeliana mostra lo scenario
completo, dal momento che gli obiettivi di quella aggressione sono insite
nelle condizioni e nei dettami che il governo israeliano vuole imporre nella
regione affinchè soccomba all'egemonia israelo-americana. Tutti i tentativi
internazionali di assicurare un immediato cessate il fuoco in Libano sono
falliti a causa della risoluta opposizione degli Stati Uniti, che solo pochi
giorni fa hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza
dell'ONU che mirava alla sospensione degli attacchi israeliani nella
Striscia di Gaza. Nel contempo, la posizione intransigente del governo
israeliano che ha rifiutato ogni negoziazione circa la sorte dei suoi
soldati catturati, ha peggiorato la situazione, malgrado molti partiti si
siano prodigati per trovare una soluzione negoziabile.



Alla luce di questi sviluppi, la questione sollevata è se l'impianto
politico che è stato approvato ad Oslo e in una fase successiva dal
quartetto attraverso la Road map  è ancora valido dal momento che il
processo di pace è stato reso obsoleto dai crimini di guerra commessi da
Israele, attraverso azioni di uccisioni indiscriminate, distruzione
massiccia di infrastrutture, e infliggendo il disastro umanitario alla
popolazione civile in genere. Ciò è particolarmente vero considerando
l'indebolita Autorità Palestinese che non ha alcun significativo controllo
sul territorio dal momento in cui il governo israeliano ha illegalmente
arrestato un grande numero di rappresentanti del Consiglio Legislativo
Palestinese e del Governo Palestinese, democraticamente eletti.



In questo contesto, l'applicazine della Quarta Convenzione di Ginevra nei
Territori Occupati della West Bank, inclusa Gerusalemme Est e Striscia di
Gaza, implica l'esigenza di provvedere ad un'immediata protezione
internazionale della popolazione palestinese.



La decisione del G8 relativa all'aggressione israeliana in Libano e
Palestina prova ancora una volta la chiara parzialità di questi paesi a
favore di Israele e la loro accettazione incondizionata della versione
israeliana. Questo dimostra ancora la necessità di un quadro politico che
sia fondato sulla legalità internazionale, sulle risoluzioni dell'ONU ed
entro il quadro della Carta delle Nazioni Unite.



Una soluzione giusta per il conflitto arabo-israeliano deve garantire gli
interessi di tutte le popolazioni della regione e dev' essere basata sulla
legalità internazionale, attraverso la quale il conflitto può essere risolto
e stabilizzato. Da questo punto di vista, è necessario attuare un immediato
cessate il fuoco e la fine dell'aggressione al Libano e alla Palestina. Per
porre fine all'attuale crisi, bisogna offrire agli sforzi diplomatici
l'opportunità di trovare le vie per individuare le cause reali del problema.
I partecipanti all'incontro hanno sottolineato la necessità per le forze
politiche palestinesi e le organizzazioni della società civile palestinese
di formulare un programma comune che dovrebbe prevedere i seguenti principi:



1.Assicurare l'attuazione delle clausole fissate nel Documento di
Conciliazione Nazionale sulla necessità di rivitalizzare l'OLP affinché
possa sviluppare e guidare la realizzazione di una strategia di resistenza
comune e condivisa contro l'occupazione israeliana.



2.Far fronte all'aggressione israeliana e rafforzare lo spirito di
resistenza e di fermezza fra la popolazione palestinese, opponendosi
all'occupazione israeliana e rifiutandone  tutti i dettami unilaterali.



3.Richiedere a tutti i nostri partners delle organizzazioni arabe della
società civile che aumentino la loro concreta solidarietà con la popolazione
palestinese e libanese facendo pressione sui rispettivi governi al fine di
interrompere le relazioni con lo stato di Israele a tutti i livelli



4.Mobilitare campagne di solidarietà a livello internazionale e richiedere
un boicottaggio totale, il disinvestimento  e l'imposizione di sanzioni
contro Israele finchè non si adegui completamente ai suoi obblighi, nel
rispetto della legislazione internazionale, ponendo fine alla sua
occupazione, oppressione e discriminazione razziale.



5. Adottare le misure necessarie a livello palestinese per sospendere ogni
normalizzazione con Israele , in particolare qualsiasi progetto fra
palestinesi ed organizzazioni israeliane, a meno che non siano basati su
posizioni politiche comuni di rifiuto dell'occupazione e di riconoscimento
della legalità internazionale, incluse le risoluzioni internazionali
concernenti i diritti inalienabili della popolazione palestinese.



6.Coordinare gli sforzi delle organizzazioni palestinesi che si focalizzano
sulle violazioni israeliane del diritto internazionale, con l'obiettivo di
richiamarle ad un boicottaggio contro Israele.



7.Convocare le Maggiori Parti Contraenti  della Quarta Convenzione di
Ginevra al fine di tenere un incontro urgente per discutere sui mezzi
concreti di applicazione della Convenzione nei territori occupati
palestinesi.



8.Dichiarare il prossimo venerdì 21 luglio 2006 giorno di solidarietà con
palestinesi e libanesi ed affrontare l'aggressione israeliana chiedendo a
tutta la società civile dei paesi arabi di organizzare in quella giornata
imponenti manifestazioni.



9.Esigere che il Consiglio Legislativo Palestinese rediga una legge speciale
sul boicottaggio d'Israele e prenda contatto con parlamenti internazionali
affinché impongano sanzioni a Israele, a causa delle sue flagranti e
persistenti violazioni della legge internazionale e dei diritti umani.





Le organizzazioni della Società civile





Territori Palestinesi Occupati





17 luglio 2006



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