conflitto in Medioriente




Camera del Lavoro Territoriale di PADOVA





Ordine del Giorno

Comitato direttivo CGIL del 20 luglio 2006



La CGIL di Padova segue con grandissima apprensione il dramma infinito
della guerra in corso tra Israele, Libano e Palestina.

E’ l’ennesimo fallimento della politica e della guerra degli Stati Uniti.



La nostra ferma condanna della ripresa della Guerra, di reazione
sproporzionata tra difesa ed offesa messa in atto da Israele. Il diritto di
ogni popolo a difendersi, a fronte di fatti gravi subiti, non può essere il
viatico di aggressioni a Stati sovrani, come il Libano, che finiranno per
allargare ed estendere il conflitto.

Che dire poi di un milione e mezzo di persone detenute nella striscia di
Gaza in assenza dei più elementari diritti umani? Che dire di 10.000
prigionieri palestinesi detenuti da molti anni nelle carceri israeliane
senza nessun processo? Che dire infine della volontà politica di azzerare
la leadership palestinese ( Arafat, Abu Mazen) con le conseguenze di aver
alimentato il peso del fondamentalismo islamico in tutta l’area?

La CGIL di Padova insieme con CISL e UIL, ha ospitato la settimana scorsa
il nuovo ambasciatore palestinese in Italia, Sabri Ateyeh, ricavandone
nuove e drammatiche conferme che esiste una sola via: applicare gli accordi
“due popoli due stati”.

Per queste ragioni, la CGIL di Padova ha promosso la manifestazione di
questa sera, assieme ad un nutrito schieramento di forze politiche e
sociali per ottenere:

·       L’immediato cessate il fuoco senza condizioni.

·       Il ripristino della legalità internazionale, dei diritti umani,
delle popolazioni inermi non belligeranti.

·       L’applicazione di tutte le risoluzioni Onu.

·       Immediato schieramento di una forza di interposizione a Gaza e nel
sud del Libano a protezione della popolazione civile e come prevenzione di
nuove azioni militari.

·       Il sostegno italiano alle popolazioni colpite dalla guerra, senza
distinzione di nazionalità.

·       L’immediato reciproco riconoscimento di stati e Governi e l’avvio
di un negoziato per facilitare il processo di pace 2 due popoli – due
Stati”.

·       Il rilascio dei militari sequestrati e dei parlamentari palestinesi
forzatamente trattenuti o imprigionati.

·       La proposta di trasferire la sede principale delle Nazioni Unite a
Gerusalemme, città aperta di tutti e per tutti, come segno tangibile di
messa al bando di tutte le  guerre.



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