Costituzione e referendum



Vi giro un documento condiviso dal Punto pace Pax Christi di Firenze.

ciao Angela



La Costituzione del 1948: un progetto per il futuro ancora valido



Il 25 e 26 giugno prossimi nel nostro paese si svolgerà il referendum
costituzionale che ha lo scopo di confermare o respingere la riforma
approvata nella scorsa legislatura dalla maggioranza di centrodestra.
Essendo un referendum confermativo e non abrogativo, esso non ha quorum: il
risultato sarà valido indipendentemente dal numero dei votati. Chi voterà
SI approverà in blocco il testo redatto dall’ex-ministro leghista Calderoli
e da altri “saggi” del centrodestra, chi sceglierà il NO lo rigetterà e
vorrà continuare a vivere sotto l’egida della Costituzione del 1948, quella
nata dall’antifascismo e dalla Resistenza.

Nella sua scorsa assemblea nazionale di fine aprile (svoltasi a Bologna e a
Montesole, la località teatro della strage nazifascista più nota come
strage di Marzabotto), il Movimento Cattolico Internazionale per la Pace
Pax Christi si è pronunciato nettamente contro la riforma ed ha invitato a
votare NO. Negli ultimi giorni si sono intensificate le voci del mondo
cattolico che dichiarano di respingere il testo: le Acli, l’Agesci, la
FUCI, un cartello di riviste e giornali di ambiente missionario ma non
solo. Anche l’Azione cattolica, pur non essendosi pronunciata nettamente
per il NO (come invece ha fatto la presidenza diocesana di Milano), ha
invitato a considerare con favore le posizioni di chi è contrario alla
riforma.

Non è la prima volta che nel nostro paese vengono introdotte delle
modifiche al testo costituzionale, ma nelle precedenti occasioni esse hanno
riguardato solo poche e ben circoscritte disposizioni. La riforma in
questione, invece, riscrive ben 50 articoli e ridisegna tutta la parte
riguardante il Governo, il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la
Corte Costituzionale, il rapporto fra Stato e Regioni. È stato detto che
questo nuovo testo non tocca la prima parte della Costituzione, quella
riguardante i principi generali, e che quindi porta solo un
“ammodernamento”. Le modifiche approvate, invece, pur non riguardando
direttamente la prima parte, vanno a colpire di fatto proprio quei principi
generali, introducendo dei cambiamenti istituzionali destinati a
stravolgere i valori fondamentali su cui si basa la nostra democrazia: la
solidarietà e la coesione sociale fra le diverse regioni d’Italia, la
centralità del Parlamento, la funzione di garanzia del Presidente della
Repubblica, la imparzialità della Corte Costituzionale. La cosiddetta
devolution, ad esempio, permetterebbe ad ogni Regione di legiferare
autonomamente in materia di sanità e scuola, con evidenti rischi di
frammentare a tal punto il sistema sanitario nazionale o scolastico da
determinare enormi differenze fra regione e regione. Le modifiche
riguardanti la figura del Capo del Governo, invece, assegnerebbero al
Premier dei poteri pressoché assoluti, senza pari in nessuna altra
costituzione del mondo, neppure in quella fortemente presidenziale degli
USA. Secondo il progetto del centrodestra, infatti, il Primo Ministro non
ha più bisogno della fiducia del Parlamento per insediarsi; anzi: di fatto
è lui a detenere il potere di sciogliere le Camere, con un evidente
stravolgimento dell’equilibrio fra il potere legislativo e quello esecutivo
a favore di quest’ultimo. In questa nuova architettura istituzionale,
inoltre, il Presidente della Repubblica avrebbe semplicemente la funzione
di prendere atto delle decisioni del premier.

La complessità della materia necessiterebbe di ben altro spazio, qui
abbiamo sottolineato solo alcune delle motivazioni che ci spingono ad
invitare ad andare a votare e votare NO. Non è certo sterile
conservatorismo o paura del nuovo. Tutt’altro: crediamo che l’attuale
Costituzione, se pienamente attuata in tutte le sue parti (l’uguaglianza
sostanziale delle persone, la partecipazione democratica, il diritto al
lavoro, la solidarietà sociale, il ripudio della guerra) porti in sé, oggi
più che mai, delle potenzialità così grandi da poter essere vissuta dai
cristiani come tavola di valori ricca di “profezia” e prefiguratrice di un
mondo nuovo. Quello stesso mondo progettato da Giuseppe Dossetti, Giorgio
La Pira e dagli altri padri costituenti che, all’indomani del sacrificio di
sangue di tanti e tante, sognavano per l’Italia e il mondo intero una
realtà di pace e giustizia.



Pax Christi Firenze