Di questa gioiosa avventura...




UNA LETTERA DI LIDIA MENAPACE: DI QUESTA GIOIOSA AVVENTURA


Carissimi e carissime,

di questa gioiosa avventura in cui mi avete imbarcato mi piace tutto, il carattere avventuroso, il gusto, i sentimenti, le idee, anche il forte valore simbolico, che nessun insuccesso comunque ormai cancella.

Interloquisco dunque io pure - come quaedam de populo, una che passa per strada e sente dire questo e quello e a sua volta parla.

Mi piace la forma che ha questa campagna, che non si potrebbe rappresentare ne' con la piramide di tutte le architetture del potere, ne' con il quadrato delle strutture militari, ma come il crocchio al mercato, la cerchia al tavolo di casa o del bar, le allusioni sui bus, insomma con tutte le forme del parlare vero, anche occasionale, anche leggero e che non mira a fare monumenta aere perennia, e non per caso piu' solidi situ pyramidum (scusate queste cadute nel latino, ma le persone della mia eta' hanno la citazione latina altrettanto facile che quella inglese i giovani e le giovani).

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Pensando tra me e me che cosa mi sarebbe piaciuto chiedere a un o una presidente della Repubblica anni o mesi addietro, mi sono sempre detta (qualche volta l'ho anche scritto) che mi sarebbe piaciuto ottenere subito l'abrogazione delle sfilate militari il 2 giugno: la festa della Repubblica non e' la festa delle Forze armate, che ha gia' una sua data - il 4 novembre -: per essere tanto vicina al 2 di novembre si potrebbe mantenere come ricordo doloroso e memoria deprecante di tutti e tutte quelle che per causa di guerra e azioni militari sono morti, i militari stessi ovviamente. Invece la festa della Repubblica bisognerebbe che fosse una cosa come il 14 luglio in Francia, quando si balla tutta la notte per le strade, si gioisce perche' ad aver dato il via alla grande rivoluzione francese fu la presa della Bastiglia e la liberazione dei carcerati, un bel simbolo di liberta'.

A questi fini manterrei per la presidenza della Repubblica in uso i giardini del Quirinale, da aggiungere a tutti i giardini e strade e piazze in Italia, da servire - quelli del Quirinale - anche per ricevimento di ospiti stranieri, concerti, rappresentazioni, mostre ecc.

Condivido molto invece l'idea di Pontara che la sede del o della presidente della Repubblica dovrebbe essere meno costosa, meno pomposa, piu' simile a una abitazione e a uno studio; piu' accessibile anche. Come si fa ad abitare al Quirinale? Tra l'altro sempre dovendo rammentare di essere una specie di inquilino moroso o di squatter, ogni volta che viene il papa in visita, poiche' il Quirinale era la reggia del papa re e tale resta nell'idea assolutistica e separata del potere politico.

Insomma di cose da proporre a chiunque diventera' presidente comunque ne abbiamo, se si pensa di non smettere questa forma di proposta politica che viaggia sull'antico sentimento dell'amicizia e sui mezzi di comunicazione veloce del nostro tempo.

Vi abbraccio,

Lidia


http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=13388
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Notizia su Lidia Menapace



Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at aliceposta.it) e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e' stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.