Del Mondo Kurdo N. 1





Del Mondo Kurdo

Anno 6 - numero 1

a cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia

<http://www.kurdistan.it>www.kurdistan.it (italiano),
<http://www.kurdishinfo.com>www.kurdishinfo.com  (multilingue)





INDICE

·         Baydemir: 'Continuerò a utilizzare la lingua kurda'

'Disobbedienza al governatore': inchiesta su Songul Erol Abdil
Nel traffico di eroina la mafia turca fa la parte del leone
Il JITEM ancora in azione, stavolta a Us¸ak
"Una riforma del sistema giudiziario è d'essenziale importanza"
I ribelli kurdi liberano, dopo tre mesi, un poliziotto turco
La Siria si appresta a concedere la cittadinanza a 300000 Kurdi
La Turchia incrimina due ex parlamentari kurdi per aver elogiato Ocalan
"La politica sul Kurdistan: Un problema Europeo" (Volantino)


Baydemir: 'Continuerò a utilizzare la lingua kurda'31.01.2006 Bianet.org

            Il sindaco di Diyarbakir, Osman Baydemir, riguardo al quale è
stata avviata un'inchiesta per via di una lettera da lui inviata al Primo
Ministro danese, ha detto: "Occorre esporre le divergenze di vedute in
maniera democratica, continuerò a utilizzare la lingua kurda". Nella
lettera indirizzata al Premier danese Anders Fogh Rasmussen Baydemir
dichiarava che "ROJ TV non deve essere chiusa"; egli sostiene di aver
scritto tale lettera con elevato senso di responsabilità.

            Baydemir ha dichiarato che una richiesta d'indagine è stata
inviata all'Ufficio del Procuratore, aggiungendo che a suo avviso la
lettera non contiene alcunché d'incriminante e, al contrario, è un esempio
di contributo allo sviluppo di una cultura democratica.

            Baydemir, nel rispondere alle domande dei giornalisti, ha
sottolineato che in ogni democrazia moderna occorre gettare le basi
affinché tutti siano in grado di esprimersi. Ha aggiunto. 2Se si chiudono i
canali che consentono di esprimere punti di vista differenti in maniera
democratica, si gettano le basi per il diffondersi della cultura della
violenza".

            Baydemir ha anche parlato del suo messaggio per il nuovo anno,
che ha scritto in kurdo e riguardo al quale è stata avviata un'inchiesta.
Ha detto di aver utilizzato un diritto che è conferito dal Parlamento a
tutti i cittadini. Ha aggiunto: "Qualunque sia l'esito dell'inchiesta,
continuerò a utilizzare la lingua kurda. Mi sto anche dando da fare per
prepararmi un biglietto da visita con formule in inglese, turco e kurdo. È
necessario che le persone non si sgomentino allorché fruiscono di un loro
diritto".



'Disobbedienza al governatore': inchiesta su Songul Erol Abdil TUNCELI
(DIHA) - 26 gennaio 2006

            Un'inchiesta è stata aperta nei confronti del sindaco di
Tunceli (Dersim), carica ricoperta dalla signora Songul Erol Abdil: motivo
dell'inchiesta è che "non si è conformata all'ordine proveniente dal
governatore" e ha comunque portato a compimento la realizzazione del 6°
Festival Culturale del Munzur, nell'estate 2005.

            Il Festival si è svolto anche se il governatore della provincia
non aveva dato il permesso, adducendo "ragioni di sicurezza". Pertanto è
stata aperta un'inchiesta riguardante la signora Abdil, per "disobbedienza
all'ordine del governatore" e per aver pronunciato la frase "Terremo il
Festival", che è stata anche riportata da un sito web. Nella fase
preliminare dell'inchiesta si trarrà spunto da tale dichiarazione del
sindaco per ricercare se vi siano elementi di colpevolezza.

            Rispondendo alla DIHA, la signora Abdil ha dichiarato che
l'inchiesta risulta impossibile da comprendere, dal momento che non si è
affatto svolto un festival, ma si sono soltanto realizzate una serie di
iniziative in uno spazio aperto che era destinato allo svolgimento del
Festival. La partecipazione popolare a tali iniziative è stata entusiasta,
il che dimostra che le preoccupazioni per la sicurezza erano infondate; la
signora Abdil ha altresì aggiunto: "Il nostro Festival è stato vietato per
motivi di sicurezza. La partecipazione entusiasta a una serie di iniziative
ha tuttavia dimostrato che non sussisteva alcun problema riguardo alla
sicurezza. Speriamo pertanto che i futuri festival non siano vietati per
simili ragioni". La signora Abdil ha comunque affermato di non aver
rilasciato l'estate scorsa alcuna dichiarazione riguardo al Festival.



Nel traffico di eroina la mafia turca fa la parte del leone Yeni Ãzgür
Politika, 01/02/06 - Strasburgo

     Dal rapporto annuale del Consiglio d'Europa sul traffico di
stupefacenti emerge che gran parte del traffico d'eroina in Europa è nelle
mani della mafia turca. Nel rapporto, che ha cadenza annuale ed è stato
diffuso ieri alla stampa a Strasburgo, si evidenzia che i turchi gestiscono
gran parte del traffico. Secondo il rapporto organizzazioni criminose
turche controllano soprattutto il traffico diretto verso Olanda, Germania e
Gran Bretagna; esso attesta anche che i principali Paesi consumatori di
eroina sono Russia e Lettonia. In Germania il traffico è nelle mani della
mafia turca; in Gran Bretagna essa fa giungere la droga attraverso
l'Olanda. In Olanda l'11% delle persone formalmente accusate di traffico di
sostanze stupefacenti è di provenienza turca. Il rapporto attesta anche che
la mafia turca coopera con quella albanese: la droga è dapprima trasportata
sui camion in Albania e poi da lì viene trasportata in Italia e in Grecia.
Nell'UE i consumatori di sostanze stupefacenti ammontano a 2 milioni e la
loro età è compresa tra 15 e 64 anni. Già nel rapporto del 2003 era
attestato che l'eroina sequestrata in Europa (il 34% del totale) ammontava
a 18019 chilogrammi, con l'ulteriore precisazione che 4705 chilogrammi
erano stati sequestrati nel corso di operazioni in Turchia. [Š]



Il JITEM ancora in azione, stavolta a Us¸ak  DIHA, 30 gennaio 2006 - Adana

             Abdulaziz Yilmaz e Ãmer Kasik erano partiti il 27 gennaio da
Adana con un mezzo di trasporto privato ed erano diretti ad Izmir. Sono
stati forzatamente prelevati da personale appartenene al JITEM. La sorella
di Abdulaziz, Sultan Yilma, si è poi recata alla sezione di Adana dell'IHD
e lì ha dichiarato che Ãmer Kasik, rapito dal JITEM assieme al fratello, è
riuscito a fuggire, mentre di Abdulaziz Yilmaz non si riesce più ad avere
notizie. Sultan Yilmaz ha riferito di essere preoccupata per la vita del
fratello. I due intendevano incontrare un loro amico a Izmir, ma sono stati
bloccati a  Us¸ak e prelevati sotto la minaccia delle armi da uomini
qualificatisi come appartenenti al JITEM.

            Sono stati poi portati in un orto. Da Ãmer Kasik, che si trova
ora a Izmir, Sultan Yilmaz è riuscita a sapere che al momento del
prelevamento sono stati tolti ai due giovani i loro oggetti personali
(scarpe, orologi,Š) e messi in una busta che poi i membri del JITEM hanno
gettato via. E' evidente che gli uomini del JITEM hanno fermato i due per
ucciderli, hanno però ricevuto una chiamata telefonica e in quel momento i
due due giovani hanno approfittato per darsi alla fuga in due direzioni
diverse; si erano anche detti reciprocamente che avrebbero provveduto ad
avvisare le rispettive famiglie della loro situazione appena possibile. La
mancanza di notizie precise su Abdulaziz Yilmaz induce pertanto a pensare
con preoccupazione che sia stato ucciso.



"Una riforma del sistema giudiziario è d'essenziale importanza"Turkish
Daily News,27/01/06-Ankara

              TUSIAD, Associazione degli Industriali Turchi, tramite il suo
presidente Sabanci ha reso noto il suo punto di vista: il sistema
giudiziario turco necessità di una riforma immediata e il più possibile
completa, a detta di TUSIAD, se priva si applicazione pratica,
l'armonizzazione delle leggi turche con quelle dell'UE risulterebbe
improduttiva. Sabanci ha parlato in occasione della 36esima Conferenza
Generale di TUSIAD, e ha detto che il fallimento nell'attuare riforme
finora ha causato molti problemi nella vita di tutti i giorni. In
particolare Sabanci si è riferito al fatto che i tribunali tuttora prendono
decisioni come se le leggi non fossero state modificate, e in particolare
per le norme relative alla libertà d'espressione e ai diritti culturali ciò
è fonte di problemi. Sabanci ha in particolare suggerito di mutare la
struttura dello HYSK, Comitato dei Giudici e dei Procuratori, affinché vi
sia una minore influenza politica su tale istituzione.



I ribelli kurdi liberano, dopo tre mesi, un poliziotto turco Associated
Press, ANKARA, 28/01/06

            Ieri, in un loro accampamento situato in Iraq settentrionale, i
ribelli curdi hanno provveduto al rilascio di un poliziotto turco. Si
tratta del 30enne, Hakan Acil, che è stato tenuto in custodia dai ribelli
per tre mesi. Kiraz Bicici, funzionario dell'IHD, ha reso noto che Acil è
stato liberato nei pressi di Zakho, in buone condizioni di salute.

            I guerriglieri curdi presero Acil il 9 ottobre. Avevano
installato un posto di blocco stradale nei pressi di Midyat e fermarono
l'automobile su cui Acil viaggiava. Le truppe turche per mesi hanno cercato
Acil.



La Siria si appresta a concedere la cittadinanza a 300000 Kurdi Medya Line,
29/01/06

            La Siria progetta di concedere la cittadinanza a 300000 kurdi
che vivono sul suo territorio. Lo ha rivelato al giornale Al-Sharq
Al-Awsat, che ha sede a Londra, un rappresentante kurdo, Shakib Hajou.

            Hajou appartiene alla tribù Haderkan del distretto Al-Hasakah;
ha reso noto che una delegazione di 43 persone, della quale facevano parte
rappresentanti di tutte le tribù kurde presenti in Siria, ha incontrato di
recente Muhammad Bakhtian, funzionario del partito Baath siriano, nonché
altri due esponenti politici di Damasco. Nell'occasione si è discusso sulla
concessione della cittadinanza ai kurdi alla prima e più rapida occasione
possibile. Bakhtian ha dichiarato che un'ordinanza verrà emanata entro il
mese prossimo, riguardante la concessione della cittadinanza a circa 300000
kurdi. Lo ha detto Hajou, aggiungendo che non è ancora chiaro se
l'applicazione dell'ordinanza avverrà in unica soluzione o gradualmente.

            L'idea della cittadinanza emerse, da parte del governo siriano,
lo scorso anno, nell'ambito di un piano complessivo volto allo sviluppo
della regione siriana ai confini con la Turchia. 

            Un gesto simile da parte di Damasco verso i Kurdi placherebbe
la Comunità Internazionale, che spesso ha criticato la Siria per il
trattamento da essa riservato ai kurdi. [Š]

            I kurdi, gruppo etnico non arabo, annoverano secondo taluni
quasi 40 milioni di persone e abitano una regione montuosa che si estende
nell'Iran nordoccidentale, nell'Irak nordorientale, nella Turchia
orientale, nella Siria nordorientale; e vi è anche una piccola comunità in
Armenia. I kurdi siriani, poco meno di un milione, costituiscono circa il
9% della popolazione nazionale. Quelli presenti in Siria fin dalla
costituzione dello stato siriano sono cittadini a pieno titolo; gli altri
kurdi, giunti in Siria nel corso degli anni, si sono visti finora negare la
cittadinanza siriana e pertanto non hanno goduto del diritto di voto, né
della possibilità di registrare beni di proprietà e di ottenere documenti
di viaggio. [Š]

            Nel 2004 vi fu una rivolta nella città siriana di Qamishlo da
parte dei kurdi, che poi si estese nel Paese. Le forze di sicurezza siriane
uccisero dozzine di persone.



La Turchia incrimina due ex parlamentari kurdi per aver elogiato Ocalan
Ankara, 26/01/06- (AFP/DIHA)

             La procura di Ankara ha formulato accuse nei confronti di due
kurdi, ex membri del Parlamento turco, accusandoli di aver lodato il leader
kurdo Abdullah Ocalan, attualmente imprigionato. Lo ha riferito l'agenzia
di stampa ANATOLIA. I due ex parlamentari, del partito DEP poi messo al
bando, Selim Sadak e Hatip Dicle, potrebbero essere condannati a una pena
fino a due anni di carcerazione e imprigionati. Ciò è dovuto a
un'intervista che concessero in settembre alla rete televisiva kurda Roj
TV, la cui sede è in Danimarca.  
   ANATOLIA ha riferito che Dicle e Sadak erano stati accusati di aver
fatto riferimento all'isolamento carcerario di Ocalan e di aver asserito
che si tratta di un fatto inaccettabile per la popolazione kurda della
Turchia. Sadak e Dicle hanno già trascorso 10 anni in carcere assieme a
Orhan Dogan e Leyla Zana, in quanto accusati di aver favorito il PKK,
partito di Ocalan considerato fuorilegge. Furono liberati in giugno 2004,
ma per quelle accuse attendono di essere riprocessati per la terza volta.
Il governo turco accusa altresì l'emittente ROJ TV di dar voce al PKK.

            Dicle e Sadak sono tra i fondatori del nuovo Partito della
Società Democratica (DTP) e la procura ha chiesto che siano condannati a
due anni di prigione per l'intervista concessa a ROJ-TV. Nell'atto d'accusa
il procuratore di Ankara,  Hamza Ucar, fa riferimento all'intervista
trasmessa il 19 settembre 2005 da ROJ TV e dichiara che, se la si considera
nel suo complesso, ne emerge che in essa Dicle e Sadak elogiano "il
colpevole Ocalan"; il procuratore accusa Dicle e Sadak di aver commesso il
crimine congiuntamente e ne richiede la condanna in base all'articolo 215
del Codice Penale Turco.