La Chiesa del Degrado



La Chiesa del Degrado

Su “il manifesto” del 1 dicembre è stato pubblicato un articolo a firma di Roberta Carlini che comincia con il seguente elenco:
Invito all’astensione sulla fecondazione assistita, no alla salva-Previti, no alla clonazione, sì alle radici cristiane nella costituzione dell’Europa, no ai Pacs, no alla sperimentazione della pillola abortiva negli ospedali pubblici italiani, critiche alla devolution, perplessità sulla nuova legge elettorale, no ai matrimoni misti, critiche ai tagli della finanziaria alla cooperazione, sì ai volontari nei consultori, stop all’uso di droghe e alcolici e alla sfide in auto. 
Continua l’articolo: “l’infaticabile cardinal Ruini, dopo aver preso in soli undici mesi tutte le posizioni appena riportate – oltre a quelle che riguardano gli interna corporis della chiesa... – all’inizio del dodicesimo mese ha fatto sapere: non tacerò. Rivendicando il diritto della Chiesa cattolica di dire la sua sui temi della vita e della famiglia.”. Conclude la Carlini: ”c’è una cosa però su cui Ruini non ha ancora parlato. Una cosa che da ieri (30/11/05) è legge dello stato: l’esenzione dall’obbligo di pagare l’Ici per i beni immobili della Chiesa e degli enti ecclesiastici adibiti a scopi non di culto. Alberghi, centri sportivi, ostelli, edifici adibiti ad attività ricreative: anche posti in cui si paga per entrare, e dai quali i pii istituti ricevono compensi. Su questi suoli e immobili non si pagherà il balzello che pagano tutti i proprietari italiani. Il risparmio per la Chiesa cattolica sarà di 300 milioni...Su questo dono piovuto dal cielo il cardinal Ruini tace!
. Peccato...Potrebbe almeno dirci: grazie.”

Il 3 dicembre, il congresso dell’Associazione Luca Coscioni ha approvato un appello di alcuni scienziati che fra l’altro recitava: “La libertà di ricerca scientifica è obiettivo irrinunciabile di uno stato di diritto democratico e laico. In Italia, purtroppo, tale libertà viene costantemente violata e condizionata attraverso leggi e scelte politiche ispirate da pregiudizi ideologici e dogmi religiosi.”

Pochi mesi fa, come abbiamo letto sui giornali, l’Unione europea ha finanziato la kermesse del Papa a Colonia. E’ stato giusto o sbagliato corrisponder soldi alle spese di viaggio e permanenza dei partecipanti? Sovvenzionare oppure no, è stato dapprima oggetto di discussione pubblica? 

Infine, oggi la Chiesa è più o meno funzionale al potere? 
Quel poco che è certo – a mio avviso - è che rispetto all’utopia di un nuovo mondo possibile la Chiesa cattolica si trova in bella vista fra le forze conservatrici.  

Lo spazio vuoto lasciato dalla conclusione della fase di sviluppo, di un’economia oggettivamente incapace di portare progresso o – quantomeno – stabilità viene riempito da altri. Si fa di nuovo strada la gerarchia della Chiesa cattolica. Gli argomenti che pone all’attenzione - come visto - non riguardano però le fondamenta della famiglia, cioè il matrimonio minato ormai alla base, e neppure la vita degli esseri umani già dotati di capacità di intendere e di volere. Fare battaglie serie contro il divorzio e contro le condanne a morte, ad esempio negli Usa, equivarrebbe a mettere in discussione la realtà del dominio. Men che mai, i temi che pone all’attenzione riguardano l’aldilà, che sembra diventato un argomento in disuso. 

A mio avviso, la religione non va intesa come completamente assente dai nostri tempi, ma capace di occupare un posto differente; in modo tale da garantire un’azione sociale libera dai suoi condizionamenti.  

Il 2 dicembre, la Striscia rossa de l’Unità riportava una riflessione espressa il giorno prima dallo storico Marco Revelli: “Sto con i metalmeccanici perché hanno ragione da vendere. Il mondo isterico dell’informazione, invece, li ignora e li deride mentre spreca pagine in idiozie e volgarità. Si chiama violenza culturale, significa la cancellazione di soggetti collettivi attraverso operazioni linguistiche ed avviene quando un ristretto numero di persone controlla i mezzi del racconto sociale.”  

A questo punto, si può pensare come mai si faccia così fatica a far passare – fra gli altri - gli argomenti della guerra e della pace, individuando quali altre questioni riempiono il discorso pubblico.  

Cosa rimane alla libera discussione dei membri di un’intera nazione? Scompare il luogo del legame. La sfera pubblica intesa quale sede di discussione che potenzialmente coinvolge tutti, in cui la società si forma un’opinione comune su temi di primaria importanza, rimane in essere allo scopo di discettare in merito a quale squadra finirà quest’anno in serie B.
     
La Chiesa del Degrado – non intesa come quella fatta di piccoli gruppi ed esperienze di persone da ammirare - contribuisce a erodere e reprimere la sfera pubblica. 

Per donare luce, passione e senso ai giovani e alle nostre città dobbiamo strappare via e disfarci delle chiese del degrado. Gli spazi e l’agibilità di vita spettano - come sappiamo - alle nuove comunità politiche, sociali e religiose.

9/12/5 – Leopoldo Bruno