Fra buon senso e vergogna



Fra buon senso e vergogna

I fatti di Bologna sono a tutti ormai noti, anche se ad ognuno in modo diverso a seconda del mezzo informativo fruito. I bolognesi, inoltre, hanno avuto per quanto possibile l’occasione di partecipare direttamente alla vita sociale di questi ultimi giorni.

Chi adesso qui scrive, ad esempio, il 24 ottobre - lunedì pomeriggio - era all’università, quando è arrivata l’ipotesi di andare a Palazzo D’Accursio. La proposta faceva riferimento al fatto che il venerdì precedente l’Assessore comunale alla casa – Antonio Amorosi – non aveva ricevuto quei cittadini (principalmente studenti e precariato sociale) che chiedevano informazioni e intendevano presentare le proprie legittime opinioni in merito allo scandalo di 7.000 appartamenti risultanti sfitti a Bologna. Sapere anche quali sono le abitazioni di proprietà pubblica da assegnare. L’Assessore - come riferito dai presenti – ha non ha concesso tale colloquio. Quindi, visto che come ogni lunedì era prevedibile che ci fosse un Consiglio comunale, si è pensato di prender parte alla seduta pubblica. 

La risposta ricevuta la conosciamo tutti. Per chi non c’era, fanno giustizia in particolare alcune foto apparse sui quotidiani. I rappresentanti delle Forze dell’ordine muniti di caschi, scudi e manganelli che fronteggiano cittadini inermi davanti al portone d’ingresso del Comune. I bolognesi che passavano per piazza Maggiore ricordavano che mai, mai, mai era stato negato ai cittadini l’accesso al Consiglio comunale o almeno la libertà di entrare nel cortile di Palazzo D’Accursio. 

Inoltre, ieri – mercoledì 26 ottobre -, i vigili urbani in piazza Verdi facevano la multa a chi appendeva avvisi personali alla ricerca di un posto letto per dormire. Al punto in cui siamo, c'è da chiedersi se anche queste sanzioni fanno statistica alla voce sicurezza e legalità.  

Le ultime novità dal Comune riferiscono che Cofferati sta facendo retromarcia e non sarebbe più  intenzionato a mettere ai voti per il 2 novembre il suo famoso documento sulla legalità. Ciò avviene proprio dopo che i Verdi hanno preso, a seguito della loro assemblea provinciale, la formale decisione che non avrebbero votato il documento del Sindaco perché i problemi da affrontare prioritariamente in città sono altri. 

L’ultima chicca, per chi ancora fa finta di non aver capito chi comanda a Bologna, è quella che il Comune ha deciso che Sirio al sabato non funzionerà più. Evvai, tutti in centro con l'auto a fare shopping!

A mio parere, mentre Berlusconi comincia a congratularsi, oggi il primo cittadino - Sergio Cofferati – sembra esser transitato dal buon senso alla vergogna, senza passare per la casella dell’indecenza politico-sociale.
  
27/10/05 – Leopoldo Bruno