Concerto per la Pace a Roma




il Palco, il Pubblico, gli Organizzatori e gli Artisti del
Concerto per la Pace a Roma

Roma - Aula Magna dell'Accademia Pontificia, Facoltà di Teologia. L'Artista
casertana contro la guerra Marcella Boccia ha dato ieri sera una splendida
esibizione nel corso dell'evento "Per la Pace", organizzato dalla
Associazione Mandir, promotrice del premio "Il Mandir per la Pace". Sul
palco addobbato da una grande Croce, simbolo del pellegrinaggio Assisi
Roma, il gruppo composto da Marcella Boccia voce, Enza D'Ambrosio dei Lost
Dream alla chitarra acustica, Alfred K. Parolino dei Blue Maffia alla
chitarra elettrica, Simona Deidda degli Alterego alle percussioni, Sandro
Sommella dei Planet Funk al basso e con Freddy Sanduku, artista proveniente
dal Congo, ha dato uno dei più importanti momenti musicali della serata.

Marcella ha iniziato con uno dei suoi pezzi più celebri: "Roof of the
world", storia di una monaca buddista tibetana, imprigionata fin dall'età
tredici anni, in un carcere dell'occupazione cinese dove è stata torturata
e costretta a subire ogni tipo di soppruso. Un racconto cantato oltre la
censura totale della stampa internazionale, che non ha mai pubblicato il
fatto noto all'artista casertana, per averlo appreso in un suo viaggio
presso gli antichi monasteri sull'Himalaya. "Siamo qui per la pace, la pace
tra tutte le religioni e tutte le etnie", ha detto Marcella Boccia al
pubblico nella sala. Poi le note di "Women in black", la canzone che chiede
"agli israeliani e ai palestinesi di fare la pace", per la quale l'artista
è stata invitata ad agosto a Gerusalemme.
Intensa emozione e lunghi applausi hanno accompagnato l'esibizione del
brano "Congo", anche per la stretta di mano tra artisti italiani e Sanduku,
l'artista congolese. Dal palco la Boccia ha spiegato che i diritti d'autore
sul brano saranno interamente devoluti ad un progetto di sicurezza
alimentare a favore dell'omonimo paese africano.

"Don't worry, Mam, don't worry, no problem in my Country. No problem in my
. Don't worry, Man, don't worry, no problem in my Country. No problem in my
house…". E' il ritornello di "Pipa della pace", l'ultimo brano suonato da
Marcella e dal gruppo di artisti contro la guerra. Poi, raccogliendo la
bandiera arcobaleno dalla scritta "Pace" sulla quale l'artista è solita
sedere, nell'ultimo saluto al pubblico ed agli americani capeggiati
dall'artista James Twyman, Marcella ha chiesto ciò che è leit motiv di ogni
anima pacifista del pianeta: "Il ritiro dei militari americani e italiani
dall'Iraq".

Apriti cielo! Marcella Boccia è stata pesantemente apostrofata con un veto:
"Questo non lo puoi dire!", proveniente dalla femminile persona
dell'organizzatrice, in merito ai cui modi auspichiamo si sia trattato di
un impercettibile moto di stizza per la battuta rubata, dalla nostra
pacifista casertana. Altrimenti che pacifismo è? Già, perchè noi Artisti
della "Rete contro la guerre" allo slogan per "il ritiro di tutte le truppe
in Iraq", uguale fra noi per tutti atei, cristiani, mussulmani, ebrei e
buddisti, siamo soliti aggiungere il più profondo NO ai CTP, i nuovi campi
di concentramento, e il NO più sincero contro ogni razzismo. L'Arte non può
che dire la verità, perchè espande tutti i colori a se intorno e raccoglie
in se tutti i colori, il bianco e il nero, come nel simbolo dello Yin e
dello Yang, espressione sublime dell'unità nel molteplice.

Pur dispiaciuta dal commento negativo Marcella Boccia, al termine del
concerto, ha dichiarato: "Non mi aspettavo certo che qualcuno del pubblico
venisse a farmi i complimenti , invece in molti sono venuti in camerino,
soprattutto donne, e questo mi ha reso felice più che in qualsiasi altro
momento". "Credo che la coerenza sia la prima dote di un essere umano;
durante i miei concerti ho sempre chiesto agli americani che occupano
militarmente l'Iraq, di andare via, seguiti anche dai nostri compatrioti.
Probabilmente è per questo che mi hanno dato un premio per la pace, o no?
Cosa potrei io, artista e opinionista, rispondere alla mia amica Marcella,
se non che io stessa non faccio che dire la stessa cosa da due anni e
mezzo? La canzone della "Pipa di Pace" nel repertorio di Marcella Boccia
chiude ogni esibizione, il perchè è semplicissimo e basta ascoltare le
parole: "Per favore, via gli americani dall'Iraq".

Spiego meglio. I Poets Against All Wars, gruppo poetico attivista
americano, lo chiedono ai loro governanti e, come loro, i Poetas
Antimperialistas dell'America Latina. Il primigenio movimento Artists
Against Wars nasce proprio nei paesi anglofoni e come tutte le altre
organizzazioni internazionali di Artisti impegnati, anche Noi artisti e
artiste italiani siamo "contro la guerra". Nel mondo sono circa 110 i
milioni di persone, dislocate ovunque in lungo e in largo per l'intero
globo terracqueo, che chiedono la fine dell'occupazione irachena e se, noi
italiani abbiamo impiegato quasi due anni ad acquisire il concetto di
"diritto di resistenza", i pacifisti americani per primi hanno ritenuto
giusto e lecito che gli iracheni si ribellassero alle forze di occupazione,
forti del solo diritto alla sovranità territoriale. Anche nell'Arte il
cammino della Pace significa "scegliere"; scegliere di essere contrari ad
ogni forma di violenza contro i popoli e contro gli inermi. Simona Deidda,
l'amica percussionista di Cagliari che era con noi sui Ponti di Pace il 2
giugno a Roma ci ha raggiunte, con lei anche Sandro Sommella. Nell'aria di
questi ottimi ragazzi e fantastici artisti c'è un nuovo disco ma, prima di
parlare dei nuovi progetti... "Io sono, assolutamente, "contro la guerra"",
mi dice l'amica artista Marcella Boccia, ed io non posso che unirmi
all'istanza di questi giovani artisti, che è anche la mia.

Rete Artisti contro le guerre
Loredana Morandi
Pres. Ass.ne Argon - Bloggersperlapace