Ci vediamo a Roma?



Il terribile sogno di dominio mondiale dei neocon, con la concomitante
abolizione delle sovranità nazionali, dei diritti sociali, delle culture e
dello stato di diritto, ha incontrato un solo vero ostacolo sul suo
cammino: la resistenza del piccolo Davide iracheno contro il più potente
sistema economico e militare di tutti i tempi.

Credo che a tutti interessino quindi le ultime novità sull'incontro
internazionale "Lasciamo in pace l'Iraq" che si sarebbe dovuto svolgere a
Chianciano il 1-2 ottobre.

La grande differenza tra questa e tutte le altre manifestazioni contro la
guerra era che dovevano parlare agli italiani, e tra di loro, le principali
forze della resistenza irachena: sciiti, sunniti, laici, comunisti
dissidenti. Si tratta di movimenti e persone che operano alla luce del sole
in Iraq, ma che si oppongono pubblicamente all'occupazione, allo
smembramento del paese e al saccheggio delle risorse nazionali. Se non si
trovano ad Abu Ghraib, è semplicemente perché sono troppo rappresentativi e
forti.

Vista la diffusa falsificazione mediatica in materia: è ovvio che tutte
queste forze condannano le misteriose stragi settarie tra sunniti e sciiti
che servono solo a dividere gli iracheni e quindi a rafforzare gli
occupanti.

Quando gli americani si ritireranno nelle loro basi, saranno certamente
queste forze della resistenza, e non il cosiddetto "governo" iracheno, a
rappresentare il paese. Loro hanno accettato di aprire un dialogo, in
Italia, sia tra di loro (nonostante tremende divergenze passate), sia con
l'Italia.

Quarantaquattro deputati americani hanno impedito che questo dialogo si
aprisse, ingiungendo al governo italiano di bloccare l'incontro di
Chianciano.

Il governo italiano ha fatto una scelta astuta: non ha vietato l'incontro
di Chianciano, ma lo ha svuotato di significato, impedendo che venissero
gli ospiti chiave. In questi giorni, si dovrebbe avere la conferma del
visto, invece, per un altro iracheno: Hajj Ali al-Qaysi, il famoso uomo
incappucciato di Abu Ghraib.

Non è possibile fare la conferenza di Chianciano senza gli iracheni, che ne
costituivano l'elemento centrale. A parlare dell'Iraq sono buoni tutti...

Quindi, la conferenza "Lasciamo in pace l'Iraq" è rimandata. Si farà più
avanti, e si farà, in shâ Allâh con gli iracheni.

E proprio per promuovere quel futuro convegno, si farà un incontro pubblico
a Roma domenica 2 ottobre alle 10, con i seguenti temi:

    "Verso la Conferenza Internazionale - Per i visti ai fratelli iracheni
- Per il ritiro delle truppe d’occupazione - Con la Resistenza popolare
-Per una pace giusta nel rispetto della sovranità nazionale"

La sede sarà l'Aula magna dell'università valdese, in via Pietro Cossa 40
(zona P.zza Cavour).

Hanno confermato la loro partecipazione:

Haj ALI, vittima delle torture di Abu Ghraib (sempre che il governo
mantenga la parola)
Awni al KALEMJI, portavoce dell’Alleanza Patriottica Irachena
Kawthar al KUBAYSI, moglie di Abduljabbar, segretario dell’Alleanza
Patriottica Irachena, sequestrato dall’esercito USA il 4 settembre 2004
Abdulhaleem KANDIL, rappresentante di Kifaya, Egitto
Roberto GABRIELE, per i sette scioperanti della fame
Gianni VATTIMO, Filosofo
Giovanni FRANZONI, Comunità Cristiana di Base di S. Paolo
Hamza PICCARDO, Segretario nazionale dell’Unione delle Comunità Islamiche –
UCOII
Domenico LOSURDO, Filosofo
Marina BIGGERO, Confederazione Cobas
Vainer BURANI, Avvocato difensore di attivisti islamici
Aldo BERNARDINI, Professore di diritto internazionale
Georges LABICA, Filosofo, Francia
Jan MYRDAL, Scrittore, Svezia.

Presiederanno:

Leonardo MAZZEI, portavoce dei Comitati Iraq Libero
John CATALINOTTO, International Action Centre, USA
Manolis ARKOLAKIS, Lega Internazionale dei Popoli in Lotta ILPS
Wilhelm LANGTHALER, Campo Antimperialista

Non mancate.

In margine, si pensava anche di organizzare una cena per conoscerci meglio
tra i frequentatori storici del sito Kelebek.

Chi fosse interessato mi scriva.

Miguel Martinez