Lettera aperta a Daniele Farina e Leoncavallo



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Lettera aperta a Daniele Farina e ai compagni del Centro Sociale "Leoncavallo"



La voglia di equidistanza sulla questione palestinese comincia a giocare
brutti scherzi, e di uno di questi ci sembra vittima il compagno Daniele
Farina, da anni portavoce del Leoncavallo e, più recentemente, consigliere
comunale di Rifondazione Comunista.

Il compagno Farina ha manifestato l'intenzione di aderire all'appello
rivolto dall'esponente sionista milanese Yasha Reibman, a seguito delle
contestazioni rivolte da studenti di Pisa, Firenze e Torino a
rappresentanti israeliani, per un "confronto" fra rappresentanti israeliani
e sinistra radicale.

Al momento non avvertiamo alcun bisogno di "confronto" con i propagandisti
dell'occupazione e della colonizzazione della Palestina, della sistematica
violazione dei diritti più elementari del popolo palestinese, nonché di
centinaia di Risoluzioni dell'ONU. Non avvertiamo questo bisogno perché
dando vita tre anni or sono al Forum Palestina, abbiamo scelto di non
essere equidistanti tra i diritti dei palestinesi e l'occupazione
israeliana e perché non pensiamo di cavarcela salomonicamente, dicendo che
non esiste un torto ed una ragione, bensì due ragioni.

Pensiamo che dopo cinquanta anni di occupazione coloniale e militare, i
Palestinesi abbiano mille volte ragione nel lottare per difendere la
propria terra ed il proprio diritto ad esistere e resistere come popolo e
come Stato. Non può che apparire grottesco pretendere che un popolo
oppresso si debba far carico della "sicurezza" del suo oppressore.

Il nodo dirimente resta quello dell'occupazione militare e coloniale della
Palestina. Le ragioni di Israele sono rappresentate da quegli israeliani
che lottano a loro volta contro l'occupazione, e pagano sulla propria pelle
il coraggio di schierarsi contro il proprio governo e la maggior parte
della propria opinione pubblica: parliamo dei refusniks, i giovani che
rifiutano di prestare servizio militare nell'occupazione dei Territori
Palestinesi, patendo per questo processi e galere; parliamo di Jeff Halper
e di quelli che si oppongono alle demolizioni delle case palestinesi;
parliamo degli attivisti israeliani contro il Muro dell'Apartheid; parliamo
di Mordechai Vanunu, sequestrato in Italia da agenti del Mossad israeliano,
incarcerato per diciotto anni e tuttora privo della libertà di movimento
perché colpevole di aver rivelato al mondo l'esistenza dell'arsenale
nucleare israeliano, (stimato fra le duecento e le quattrocento testate
atomiche, le quali fanno di Israele -  che non ha mai firmato il trattato
di non proliferazione nucleare - la sola potenza militare nucleare del
Medio Oriente mentre si continua a starnazzare del "nucleare iraniano")

Sull'occupazione e colonizzazione della Palestina non siamo equidistanti,
come non lo siamo sull'invasione dell'Iraq e sulla nostra Resistenza
antifascista, argomenti per parlare dei quali non sentiamo alcun bisogno di
confronto con Donald Rumsfeld o con Ignazio Larussa.



Abbiamo già espresso la nostra piena solidarietà agli studenti, perché
riteniamo non solo legittimo, ma doveroso contestare i rappresentanti
politici e diplomatici di uno Stato e di un governo dediti all'occupazione
ed alla colonizzazione della terra palestinese, con il suo corollario di
stragi, di assassinii mirati e di massa, di torture, di distruzioni di
case, di devastazione dei campi, di posti di blocco, di milioni di profughi
costretti da decenni a sopravvivere in condizioni penose, sparsi in tutti i
Paesi del Medio Oriente.

Abbiamo espresso la nostra solidarietà agli studenti ed anche a tutti
coloro che le voci fiancheggiatrici del governo Sharon-Peres hanno
variamente definito di volta in volta: "nazi-pacifisti, nazi-comunisti,
nemici di Sion, fascisti e pidocchi" dando dimostrazione di un odio senza
limiti e di una ossessione da "nemici ovunque" che dovrebbe far riflettere.

Date queste premesse, il compagno Farina e i compagni del Leoncavallo
comprenderanno come, per noi, dare un giudizio su Sharon non sia affatto
"prematuro", come non riteniamo "prematuro" un giudizio sul suo partner di
governo Shimon Peres.

Ariel Sharon E' il responsabile del massacro dei palestinesi nei campi di
Sabra e Chatila. Ariel Sharon, da Ministro delle Infrastrutture, E' stato
un'infaticabile sostenitore della costruzione di nuovi insediamenti
coloniali nella Palestina occupata. Ariel Sharon, con la sua celebre e
provocatoria "passeggiata" sulla Spianata delle Moschee, E' il responsabile
della scintilla che ha dato il via alla Seconda Intifada, per essere poi -
una volta divenuto Primo Ministro - l'artefice di una spietata repressione
insieme a Shimon Peres, suo Ministro degli Esteri. Ariel Sharon E' il
responsabile del massacro di Jenin, delle stragi di Gaza e di Rafah, della
costruzione del Muro dell'Apartheid, il sistema di fortificazioni che sta
trasformando le città ed i villaggi palestinesi in altrettante galere a
cielo aperto, rinchiudendo un intero popolo in un'immensa prigione (o, se i
compagni del Leoncavallo preferiscono, un immenso CPT). Ariel Sharon -
insieme all'indifferenza ed alla viltà internazionali - E' il responsabile
del lungo assedio di Yasser Arafat, terminato solo con la morte del
Presidente legittimamente eletto dai Palestinesi. Il nostro giudizio su
Ariel Sharon e quelli come lui non E', dunque, "prematuro", ma chiaro e
netto, come fu chiaro e netto il giudizio espresso a Norimberga sui
criminali di guerra di allora.

Naturalmente, il compagno Farina, le compagne ed i compagni del Leoncavallo
sono liberi di incontrare chi vogliono, quando vogliono e dove vogliono.
Ognuno E' libero di scegliersi le compagnie e gli interlocutori che più gli
aggradano. Possiamo solo invitarli a recedere e a "resistere alla
tentazione dell'evento". Noi abbiamo scelto da che parte stare: con i
palestinesi innanzitutto e con gli israeliani che lottano contro il
sionismo.



Forum Palestina


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