"Saving children"



Appello a tutte le Ong del Tavolo Palestina

Venerdì 13 Maggio la Regione Emilia Romagna ha stipulato un accordo con il
"Peres Center for Peace" di Tel Aviv per sostenere il progetto "Saving
Children - Medicine in the Service of Peace" con uno stanziamento di 400.000
euro annui, per la durata di tre anni.
A questa iniziativa hanno già partecipato - o sono in procinto di farlo -
altre Regioni italiane (Toscana, Umbria, Calabria) ed altre realtà (Monte
dei Paschi di Siena, Unicoop Toscana, ed altre); mentre gli ospedali
israeliani si sono impegnati a una riduzione, fino al 50%, delle tariffe per
i ricoveri dei bambini palestinesi.
Tale iniziativa dovrebbe assicurare a un certo numero di bambini palestinesi
della Cisgiordania e di Gaza appropriate cure mediche e riabilitative in
strutture ospedaliere israeliane situate a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme,
nonché realizzare, come supporto, un piano di formazione continua per medici
e infermieri israeliani, palestinesi ed emiliano-romagnoli. Fra i principali
obiettivi del piano, oltre a quelli suddetti, c'è anche quello di favorire
il dialogo e l'incontro tra Israeliani e Palestinesi, promuovendo la pace
nella regione mediorientale attraverso la cooperazione umanitaria.
Apparentemente degno di lode e fonte di orgoglio per le istituzioni
regionali, il progetto"Saving Children" è invece fonte di grandi ambiguità.
Invero, seppure i fondi stanziati dalla nostra Regione provengano
dall'Assessorato alla Sanita' e non da quello alla Cooperazione
Internazionale, questo tipo di intervento si configura come un sostegno
diretto ad uno Stato economicamente avanzato, Israele, che quindi non ne
avrebbe diritto.
Ricordiamo inoltre, se ce ne fosse bisogno, che l'occupazione militare dei
Territori Palestinesi da parte dello Stato di Israele continua ormai da 38
anni, e che la situazione ora si è ulteriormente aggravata con la
costruzione del Muro dell'Apartheid che soffoca, circonda ed isola le
maggiori città palestinesi le une dalle altre, mediante muraglie di cemento
alte 8-9 metri.
Sottolineiamo anche che in base alla IV Convenzione di Ginevra, tutti i
trattamenti a salvaguardia della salute della popolazione di un territorio
occupato devono essere a completo carico della nazione occupante, e dunque
in questo caso di Israele. Non è accettabile, invece, che la Fondazione
"Peres Center for Peace" svolga questo compito usufruendo di fondi esterni
che favoriscono il perpetuarsi della dipendenza, anche in campo sanitario,
della popolazione palestinese da Israele, secondo un consolidato criterio
della dipendenza di stampo coloniale al quale sembra aderire la stessa
Regione Emilia Romagna. E' evidente che in questo modo lo stato di Israele
evade per l'ennesima volta dalle proprie responsabilità politiche e dal
rispetto degli obblighi internazionali a cui è sottoposto, a spese, in
questo caso, della cittadinanza italiana.
Ci chiediamo quindi da che capitolo di spesa l'Assessorato alla salute
regionale andrà ad attingere per questa iniziativa.
Ricordiamo ancora, se ce ne fosse bisogno, che il cosiddetto "uomo di pace"
di nome Shimon Peres, è precisamente l'uomo che ha partecipato prima
all'elaborazione del Muro e partecipa adesso al governo di unità nazionale
di Ariel Sharon, e perciò è gravemente corresponsabile delle politiche di
occupazione, colonizzazione e segregazione perpetuate dal governo israeliano
nei Territori Occupati Palestinesi.
Ma c'è di più: quando il "Centro Peres per la pace" è stato fondato nel
1996, Peres ne ha assegnato la direzione a Carmi Gilon, fino ad allora capo
dei Servizi Segreti israeliani. Una relazione del gruppo israeliano B'Tselem
(25.10.99) accusa Carmi Gilon di aver praticato la tortura su migliaia di
palestinesi durante il suo incarico.
Ovviamente non lamentiamo che bambini palestinesi siano assistiti da medici
israeliani, bensì che si sia preferito sostenere le strutture sanitarie
israeliane piuttosto che investire nei Territori Palestinesi affinchè in un
futuro non fosse più necessario rivolgersi all'esterno - in questo caso,
alla Potenza che lo occupa militarmente - per garantire l'assistenza ed il
diritto di accesso alle cure sanitarie per il proprio popolo.
Chiediamo pertanto chiarezza alle nostre istituzioni, e di spiegare
pubblicamente le motivazioni che hanno spinto la Regione Emilia Romagna ad
aderire a questa iniziativa della quale già molto si sapeva e già molto si
era detto , in negativo, prima della firma di questo protocollo. Pensiamo
inoltre che l'esperienza e la conoscenza specifiche maturate dalle
organizzazioni che lavorano nel campo della cooperazione internazionale
possano essere valorizzate allorchè si configurino iniziative di detta
portata e significato politico che rischiano di gettare discredito sulla
valenza delle relazioni internazionali e transnazionali intessute lentamente
da attori istituzionali e non governativi in luoghi di conflitto come in
Palestina.

Aderiscono:
Coordinamento Toscano di Solidarietà con la Palestina - Dossier sul Progetto
"Saving Children" - gli "aiuti umanitari" che legittimano l' occupazione
della Palestina; Marzo 2005