[Carta.org] No news speciale per Giuliana



La no-news-letter di Carta
Speciale per Giuliana

 1. Il Forum contro la guerra
 2. Messaggio all'Unione
 3. Lo sciopero della fame
 4. Manifestazione all'Auditorium
 5. A Bruxelles il 19 marzo



**** 1. Il Forum contro la guerra ***************************

Dal pomeriggio di venerdì 25 a domenica 27 si svolge a Firenze, alla facoltà
di architettura [piazza Ghiberti, 27] il Forum del movimento contro la
guerra promosso dal Comitato fiorentino Fermiamo la guerra e dal Tavolo
Bastaguerra nazionale. L'iniziativa era stata presa mesi fa, e di certo
quando lo hanno ideato, gli stessi organizzatori non pensavano di dover
sostenere il peso grande e terribile del rapimento di Giuliana Sgrena.
Ed è evidente che si tratta di uno di quegli eventi in grado di cambiare non
solo la vita di una donna, delle persone a lei care, ma di tutti coloro che
si battono contro la guerra e i suoi effetti perversi. Perciò, il Forum sarà
attraversato dalla domanda di libertà per Giuliana e di tutti gli ostaggi
rapiti in Iraq e cercherà parole, gesti, idee perché questa domanda ottenga
risposta.
Del resto, la questione è al centro delle intenzioni di fondo degli
organizzatori: lavorare per "una strategia di pace che sia un'uscita
risolutiva dal sistema di guerra e da ogni forma di militarizzazione del
territorio e delle relazioni internazionali, che costruisca un'alternativa
concreta, basata sulla diplomazia dal basso, sull'interposizione non
violenta, sulla cooperazione e convivenza tra i popoli".
http://www.carta.org/editoriali/index.htm

* Il programma *
http://www.carta.org/editoriali/link2005/050224Forum.htm

* Un articolo *
http://ww2.carta.org/articoli/articles/art_2454.html



*** 2. Messaggio all'Unione *********************************

Nell'editoriale sul manifesto di venerdì 25 Valentino Parlato scrive: " È
passata quasi una settimana dalla manifestazione di sabato 19 febbraio a
Roma, per Giuliana e per la pace. Giuliana è ancora nelle mani dei suoi
sequestratori, ma ho l'impressione di una spinta a rimuovere la portata e il
messaggio di quella giornataŠ.
La portata politica di quella manifestazione era evidente a tutti, anche ai
vari rappresentanti del centro sinistra. Era un'occasione e una sfida di
straordinaria portata. Ma ora, e non solo oggi, quel messaggio rischia di
sembrare rimosso. Nessuno dei leader del centro sinistra, che pure avevano
apprezzato quella manifestazione, ha cercato di seguire le indicazioni, di
dare concretezza politica a quella domanda di popolo. Š. Non voglio dire -
conclude Parlato - che il centro sinistra avrebbe dovuto richiedere
l'immediato ritiro delle truppe italiane in Iraq, ma almeno ribadire che per
l'Unione è intangibile il dettato dell'articolo 11 della Costituzione,
quella ancora [ma non si sa fino a quando] vigente. Come proprio proposito
di "governo". E perciò, da subito, chiedere agli Stati uniti di sospendere
l'offensiva contro la città di Ramadi [una replica di Fallujia] e i
bombardamenti aerei sui villaggi circostantiŠ. No, non chiedo alle forze del
centro sinistra di insistere per il ritiro delle truppe, ma almeno di
lanciare un'intenzione di pace. Potrebbe essere - in queste difficili e
drammatiche giornate - un segno utile. Se questi esponenti del centro
sinistra ci sono, battano un colpo. A quel mezzo milione di loro potenziali
elettori, a Giuliana Sgrena e anche a noi del manifesto, debbono qualcosa.
Una parola chiara è indispensabile".
A qualche ora di distanza, il solo colpo è stato battuto dalla deputata di
Rifondazione comunista Elettra Deiana che ha chiesto la sospensione dei
bombardamenti a Ramadi.
http://www.carta.org/cantieri/sgrena/index.htm

* Il sommario del nuovo numero di Carta *
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2005/08/sommario.htm

* Liberiamo Florence e Hussein *
http://www.carta.org/editoriali/2005/gen105.htm#7



**** 3. Lo sciopero della fame ******************************

Un annuncio diffuso dal manifesto in queste ore: "Dal prossimo martedì
inizierà uno sciopero della fame promosso da alcuni comunità religiose per
chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto
rapita il 4 febbraio scorso a Baghdad. Martedì pomeriggio, alle 15,30, ci
sarà una conferenza stampa nella sede del manifesto per spiegare
l'iniziativa nata da sacerdoti, vescovi cattolici e imam musulmani. Il tutto
nasce da una riflessione di Alessandro Santoro, prete della comunità di base
Le Piagge, a Firenze. "Potremmo tenere un presidio permanente davanti a
Palazzo Chigi - ha spiegato Alessandro - perché è un luogo simbolico, il
luogo giusto per dire che vogliamo la liberazione di Giuliana Sgrena e il
ritro delle truppe italiane dall'Iraq".
http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/



***** 4. Manifestazione all'Auditorium **********************

Anche se non è semplice tenere desta l'attenzione dei media sulla
liberazione di Giuliana, di Florence, di tutti gli ostaggi e dell'Iraq, che
tendono ad assopirsi volentieri, il compagno di Giuliana, Pier Scolari,
rilancia annunciando per sabato 5 marzo all'Auditorium di Roma una
manifestazione con la presenza di personalità della cultura.
http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/

**** 5. A Bruxelles il 19 marzo ******************************
Sta circolando in queste ore un appello per la partecipazione alla grande
manifestazione europea contro la guerra e il liberismo, per una Europa
sociale di pace che si terrà a Bruxelles il 19 marzo, così come stabilito al
forum mondiale di Porto Alegre dall'assemblea dei movimenti sociali. La
manifestazione, parallela a quella dei sindacati avrà queste parole:
- Via le truppe dall'Iraq
- Via Bolkestein dall'Europa
- Diritti sociali e del lavaro per tutti
- Liberiamo Giuliana, tutti gli ostaggi e il popolo iracheno

Ecco il testo dell'appello:
"Nell'anniversario dell'inizio della guerra all'Iraq, e alla vigilia del
vertice europeo sulle questioni sociali, il 19 marzo a Bruxelles sindacati,
organizzazioni giovanili, movimenti sociali daranno vita a una grande
giornata di lotta.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare alla manifestazione dei movimenti
sociali europei contro la guerra e il liberismo.

Guerra e liberismo si alimentano a vicenda. Producono morte, sofferenza,
insicurezza e diseguaglianza, e ipotecano il futuro dell'umanità e del
pianeta.

Stiamo vivendo tempi difficili, anche in Europa. Il liberismo risponde alla
propria crisi con la guerra, l'occupazione dell'Iraq e il rilancio della
guerra globale permanente. Dieci anni di politiche europee e di Trattati
hanno disegnato
un'Europa mercantile e monetaria.

È l'Europa della libera circolazione dei capitali, della precarizzazione del
lavoro, della mercificazione dei beni comuni e della privatizzazione dei
servizi pubblici. È una Europa che compete con gli Usa per il dominio sul
sud del mondo, che vuole un forte esercito europeo, che diventa fortezza per
escludere le popolazioni migranti.

La proposta di Direttiva Bolkestein, in discussione presso il Consiglio e il
Parlamento europeo e la Direttiva sull'orario di lavoro tentano di dare il
colpo di grazia a quel che rimane del "modello sociale europeo". Si vogliono
mettere definitivamente nelle mani delle grandi corporations i diritti
sociali acquisiti, liberalizzando i servizi. Attraverso l'introduzione del
"principio del paese d'origine" si vogliono definitivamente smantellare i
diritti del lavoro. È la prospettiva della solitudine competitiva, della
precarietà per tutti e tutte. E' la fine del diritto al lavoro, dei diritti
del lavoro, del diritto a godere dei servizi essenziali e dei beni comuni.

È un'altra l'Europa che vogliamo.

Vogliamo un'Europa di pace, che ripudia la guerra in tutte le sue forme, che
riduce drasticamente le spese militari, che costruisce ponti tra civiltà
diverse, che accoglie le popolazioni migranti.
Chiediamo la liberazione di Giuliana, di Florence e di tutto il popolo
iracheno ostaggi della guerra. Chiediamo il ritiro di tutte le truppe di
occupazione dall'Iraq, a partire da quelle italiane.

Vogliamo un'Europa che parta dal riconoscimento dello spazio pubblico e dei
diritti sociali e del lavoro come principi fondativi della propria
organizzazione economica, politica e sociale.

Chiediamo il ritiro della Direttiva Bolkestein e della Direttiva sull'orario
di lavoro.
Chiediamo che l'Unione europea fermi l'Accordo generale sul commercio dei
servizi [Gats].

Chiediamo un contratto e norme europee sul lavoro. Chiediamo direttive che
sostanzino l'universalità di beni comuni e servizi come garanzia di diritti
sociali, gestiti in forma pubblica e partecipata. Chiediamo diritti di
cittadinanza europea fondati sulla residenza.

Di fronte alla guerra e a un liberismo senza confini, vogliamo sottrarre
vita e società alla logica della guerra e del libero mercato.

Perché l'Europa sia luogo di pace e di democrazia reale. Perché l'Europa sia
soggetto attivo del cambiamento verso un mondo diverso.


Se è possibile, inviate le adesioni sia individuali che collettive il più
presto possibile a questi indirizzi:
albano at arci.it  o bruxelles19marzo at arci.it


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