Nablus per Giuliana



Nablus, 24 febbraio 2004.

Guardando le immagini della manifestazione per Giuliana Sgrena a Roma insieme agli amici e alle amiche palestinesi abbiamo sentito l'esigenza di far sentire anche la nostra voce, e in un paio di giorni abbiamo organizzato un piccolo presidio di un centinaio di persone davanti alla sede della croce rossa internazionale a Nablus, per chiedere la liberazione di Giuliana, di Florance e degli altri ostaggi. Siamo consapevoli che la barbarie e il caos iraqeno sono l'unico risultato tangibile dell'irresponsabile guerra scatenata dagli Stati Uniti e dai suoi altrettanto irresponsabili alleati; allo stesso modo crediamo che i sequestri e le uccisioni di civili non si possano considerare parte della legittima resistenza del popolo iraqeno contro l'occupazione, sono atti che danneggiano le lotte di liberazione dei popoli oppressi, in Iraq come in Palestina. Ci siamo confrontati su questa riflessione con le associazioni e i singoli con cui collaboriamo qui e abbiamo scritto la "Dawa" (convocazione, invito,) utilizzando semplici parole d'ordine: " Liberta' per Giuliana e per tutto il popolo iraqeno." Abbiamo raccolto subito l'adesione delle donne della Palestinian Working Woman Society (PWWSD) che gia' nei giorni precedenti avevano scritto un appello per la liberazione di Giuliana, della confederazione delle Trade Unions palestinesi (PGFTU) e della Palestinian Medical Relief Society (PMRS). Nelle ore seguenti sono giunte le adesioni del Palestininan National Council (il parlamento dell'OLP), dell'ordine dei giornalisti di Nablus, dell'associazione dei prigionieri palestinesi, dei maggiori partiti politici palestinesi, del dipartimento di giornalismo dell'univesita' di Nablus, del centro culturale che si occupa di infanzia, di alcuni comitati dei campi profughi e di alcuni internazionali presenti a Nablus. Ieri eravamo una settantina di persone, oltre ai rappresentati delle realta' che avevano aderito, c'erano i volontari delle ambulanze, i bambini della strada, il cognato della nostra padrona di casa, e l'anziano comunista A. B. che di manifestazioni ne ha organizzate e viste migliaia negli ultimi 50 anni. Un piccolo gruppo di persone, con bandiere della pace, foto di giuliana, striscioni e cartelli in varie lingue in cui la parola piu' ricorrente era liberta', per Giuliana Sgrena, per Florance, per gli altri giornalisti sequestrati in Iraq, per gli ottomila prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, per l'Iraq e per la Palestina. Un'altra dimostrazione della volonta' dei palestinesi e delle palestinesi di essere attori consapevoli della storia contemporanea, che e' la storia di tutti, e partecipi delle lotte per la liberta' e la giustizia dei popoli, dovunque esse siano. "La giornalista italiana Giuliana Sgrena ha dedicato la sua vita e le sue energie alla causa dei popoli oppressi, cercando di mostrare al mondo le sofferenze inflitte a intere popolazioni dai potenti del mondo. Ribadiamo la nostra assoluta contrarieta' alla politica dei sequestri, soprattutto ai danni di giornalisti, in quanto inutile e dannosa" con queste parole il Dott. Ghassan Hamdan direttore del Medical Relief di Nablus apre il suo discorso a nome del comitato di solidarietà. Il portavoce dell'unione dei giornalisti di Nablus centra il suo intervento sulle condizioni di insicurezza e precarietà in cui vivono i giornalisti in tutto il mondo, ricorda che sono 69 i giornalisti morti in Iraq dall'inizio dell'occupazione e che "non si può parlare di democrazia, mentre il diritto ad un'informazione libera non è tutelato, mentre nessuno si preoccupa della sicurezza dei giornalisti". Il messaggio alle grandi potenze è chiaro: l'attuale condizione dei giornalisti nelle zone di conflitto e' il risultato di una politica che tende a scoraggiare la presenza di voci libere e di occhi indiscreti. Occhi come quelli di Giuliana Sgrena "fondamentali per fare conoscere al mondo una verità diversa da quella dei grandi media al servizio del potere, chi l'ha rapita deve sapere che queste azioni danneggiano la legittima lotta del popolo iraqeno contro l'occupazione americana. Liberatela, lasciate che torni al suo lavoro, l'Iraq ha bisogno della sua voce". Infine il breve appello in inglese di una delle volontarie del presidio, che inizia con il riconoscimento delle responsabilita' del governo italiano per la drammatica situazione in cui vive il popolo iraqeno, e continua (riprendendo l'appello del manifesto su Al-jazeera) ricordando come Giuliana Sgrena sia una delle poche voci libere del giornalismo italiano in Iraq e l'importanza del suo ruolo nel far crescere l'opposizione alla guerra e all'occupazione nell'opinione pubblica italiana.
Le foto le trovate a questo indirizzo: http://photos.yahoo.com/folder2005
Restiamo qui, insieme agli amici e alle amiche palestinesi, in attesa di vederla tornare.

Nathan Never
Presidio di pace a Nablus  - http://assopace.blog.tiscali.it/
Associazione per la Pace  - www.assopace.org
Photo -  http://photos.yahoo.com/folder2005