27-28 dic. Rimini: raduno dei sottoscrittori dell'appello ai vescovi "Su Falluja un silenzio che è peccato"



Comunicato stampa







FRATERNITA' CHIAMA PATERNITA' - CHIESA IN CAMMINO



Domani e dopodomani, 27-28 dicembre, a Rimini raduno delle più di mille
persone che hanno aderito l'appello ai vescovi italiani "Sull'orrore di
Falluja un silenzio che è peccato", sottoscritto da più di mille persone in
tutta Italia. Si chiedeva la condanna dell'attacco alle città irachene, una
dichiarazione comune contro la guerra e il ritiro dei cappellani militari.





Padova, 26 dicembre 2004. Si sono date appuntamento domani e dopodomani a
Rimini le persone che hanno sottoscritto nel novembre scorso l'appello ai
Vescovi italiani perché condannassero "il peccato di chi continua ad
uccidere", perché sconfessassero "con una dichiarazione comune la guerra
con le sue violenze, menzogne e crudeltà" e perché ritirassero i cappellani
militari presenti in Iraq.

Lo avevano chiesto a gran voce sacerdoti, religiosi e laici di tutta
Italia. Persone come padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto, don Luigi
Ciotti, don Andrea Gallo, don Vinicio Albanesi, il teologo don Carlo
Molari, ma anche laici come il giornalista Renzo Giacomelli e Gino Strada,
nonché tantissima gente comune, credenti che rispetto al "tacere
impressionante" sull'orrore di Falluja avevano sentito un "fremito di
coscienza" e vivevano "la sofferenza della vergogna e dell'impotenza". "Non
possiamo rassegnarci. Non possiamo più tacere! Il nostro Dio ascolta il
grido dei bambini, delle donne, dei civili trucidati senza distinzione. Il
nostro silenzio rischia di essere interpretato da parte di tutti i
crocefissi come connivenza con i crocefissori. Questo silenzio è peccato"
avevano scritto ai vescovi in quella occasione. "Sconfessate - continuava
l'appello - con una dichiarazione comune la guerra con le sue violenze,
menzogne e crudeltà. Ribadite la scelta responsabile della nonviolenza, del
dialogo e del diritto per raggiungere la riconciliazione e la pace tanto
desiderate". Alla Conferenza Episcopale Italiana veniva chiesto "un segno
semplice, eloquente, comprensibile dalle folle di poveri, sfiniti dalla
violenza indiscriminata: ritirate i cappellani militari, che in questo
momento sono assieme ai soldati italiani di fatto parte della coalizione
responsabile di quanto sta avvenendo".

L'appello fino ad oggi è stato firmato da più di mille persone, "segno -
spiega don Albino Bizzotto - che esiste una sofferenza profonda e una
grande attesa nei confronti di tutto il corpo episcopale, e non solo sulla
tematica della pace. Per questo abbiamo pensato di offrire la possibilità a
chi ha firmato l'appello di conoscersi e di incontrarsi per la messa in
comune di una analisi più completa in vista di una coscienza e di una presa
di posizione più comunitarie. Non ci sembra sufficiente che uno stato
d'animo così forte, così generale possa esaurirsi nell'adesione a un testo
scritto. Lo stile e lo spirito dell'incontro dovrebbero rispondere a un
grande senso di responsabilità, di proposta positiva e non di polemica".

La due giorni di riflessione, dal titolo "FRATERNITA' CHIAMA PATERNITA' -
CHIESA IN CAMMINO",  si terrà presso l'Albergo "La Torretta Bramante", in
via Regina Elena 199 a Rimini, con inizio previsto per le ore 9.30 di
domani 27 dicembre.







Con invito alla pubblicazione.





Ufficio stampa: Mariagrazia Bonollo, 348 2202662









Per informazioni:

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