Aggiornamenti da Nablus



Nablus, 31 dicembre 2004

Attraversando infiniti campi di ulivi e per una strada dissestata, siamo
arrivati  con la Mobil Clinic fino al paese di ASSIRA AL-QUIBLIA.
Mentre il personale del Medical Relief allestiva la clinica e iniziava a visitare i pazienti sono
stato accompagnato da 2 persone e poi da un gruppetto di ragazzini in
giro per il paese.
Assira, in cui abitano 3000 persone, si trova quasi in cima ad un bel
colle che domina tutte levallate circostanti.
Però purtroppo il paese si trova QUASI in cima al colle, e come sempre in questi casi, in cima al
colle è stata costruita una colonia israeliana, Ytzshar.
Questa colonia era inizialmente una base militare, e poi è diventata una vera e propria colonia tra il 1983 e il 1984. La vita di Assira al-Quiblia, paese già debole economicamente, ( fino all’anno scorso non arrivava l’energia
elettrica, c’era solo un generatore) è stata letteralmente condannata
dalla costruzione di questa colonia.
Ytzshar è davvero vicina, mezzo chilometro in lontanza, 50 metri di
dislivello,dalle vie di Assira si vede quasi sempre, dominando il colle
dall’alto e provocando un forte senso di oppressione.
I coloni hanno cominciato, negli anni, ad impossessarsi di un numero sempre maggiore di
campi e di terre e 4 mesi fa hanno costruito un ulteriore caseggiato sopra
ASSIRA WELL cioè il pozzo da cui il paese preleva la sua acqua
potabile, ora i palestinesi hanno paura che  anche il
proprio approvvigionamento di acqua possa essere a rischio. Inoltre si verificano frequentemente episodi di violenza e intimidazione. Di notte spesso i coloni scendono in paese (dove la gente dopo il tramonto si chiude in casa) e sparano in aria. Due mesi fa hanno bruciato 2 macchine, hanno cercato di bruciare una stalla e uno di loro ha perfino sparato ad
un contadino che raccoglieva le olive, causandogli una grave ferita al collo.
Nel passato si sono verificati anche episodi di avvelenamento delle
acque, hanno rubato bestiame, e i palestinesi, mentre raccolgono le loro
olive vicino alla colonia, sono costantemente sotto minaccia delle loro
armi, anche alcuni olivi sono stati bruciati.
L’esercito in tutti questi casi non è mai intervenuto….ha lasciato mano libera ai coloni.
Dopo l’inizio delle seconda intifada, l’accesso al paese è stato bloccato da
un check point, che permette di entrare  in paese solo ad alcune persone
per lavoro (i maestri delle scuole, quando la situazione è tranquilla)
gli uomini non possono uscire mai, gli studenti che frequentavano
l’univerisità di Nablus hanno dovuto abbandonare gli studi,
tante persone sono rimaste senza lavoro, così che oggi il tasso di
disoccupazione in paese è dell’80%,.negli sguardi dei giovani vedevi la
tristezza per questa situazione.
Ho visitato due scuole elementari, una maschile e una femminile, nelle parole di tutte le persone che incontravo
emergevano gli stessi discorsi, la paura, la disoccupazione, la difficoltà a vivere inqueste condizioni.
ASSIRA è particolarmente colpita e svantaggiata ma molti sono i villaggi
della campagna palestinese che vivono situazioni simili,
guardandoti attorno, infatti, dal colle, si vede il solito triste panorama, paesi
palestinesi sovrastati da basi militari o colonie.
Ciò che mi fa stare male è pensare che in Europa si parla con tanta leggerezza delle colonie,
si cerca da distinguere tra colonie legali e illegali (cosa falsa in sé perché tutte le colonie della WestBank sono ILLEGALI)
si posticipa in modo vago in merito ad un eventuale futuro ritiro…provare a sentire come
vive la gente ad Assira invece è tanto forte che senti subito l’ipocrisia
di questi discorsi.
Solo quando tutte queste colonie e tutte queste basi
militari verranno chiuse e dismesse, a mio parere, si potrà parlare di
accordi di pace.
Senza un REALE e TOTALE ritiro dalla West Bank,ci saranno solo effimere pacificazioni di breve durata,
e soprattutto ci sarà sempre tanta INGIUSTIZIA E DOLORE.

Quico

Nablus, 2 gennaio 2005

Sabato ho visitato la Palestinian Working Women Society...la testimonianza
della sua presidente, S.A. è sempre estremamente preziosa per capire la condizione della donna e
il difficile cammino verso la libertà e la democrazia di questo popolo.
Ecco alcune delle sue riflessioni:
" L'informazione riguardo alle prossime elezioni è ancora
scarsissima..molti strumenti politici sono ancora sconosciuti da parte della gente,
e chi detiene il potere ne approfitta per escludere le donne.
Un esempio sono le quote riservate alle donne nelle varie circoscrizioni
elettorali delle recenti elezioni comunali.
Inizialmente potevano sembrare un elemento positivo,
ma poi si è ritorto contro di noi. Si è passati da avere la certezza di avere almeno 2 donne
elette in ogni villaggio adavere SOLO due donne elette, senza alcuna possibilità di averne di più,
così gli uomini hanno voluto interpretare la legge...
Abbiamo fatto ricorso alla commissione elettorale denunciando il fatto, ma non ci hanno ascoltato.
Le elezioni (prima tornata delle elezioni amministrative, il 22 dicembre scorso)
sono state ancora influenzate dai partiti principali che fanno pressione sulla gente, sono
state elezioni determinate dalle grandi famiglie.
E' inoltre importante che non solo supportiamo le donne, ma che lo
facciamo nei confronti di donne con cui condividiamo una visione della politica e della democrazia.
In un villaggio è stata eletta una donna di Hamas che però ora lascerà il posto a suo marito....
Dobbiamo essere uno strumento di cambiamento nella società, non solo un numero...
Ora le 8 donne non elette a Beit Furik formeranno un governo ombra,
per supportare il ruolo delledonne nel paese e per monitorare le attività del governo comunale stesso,
e anche per non sentirsi frustrate e per non concepire la nostra attività politica come
qualcosa di limitata al momento delle elezioni.
Dobbiamo purtroppo riconoscere che per molti aspetti non siamo ancora
pronti ad avere elezioni democratiche, la gente è troppo presa da problemi riguardanti
l'occupazione che non riesce a regire.
La gente è stanca dell'incapacità
delle autorità di prendersi realmente cura dei problemi sul terreno.
La gente ha bisogno di un sollievo dalle proprie angosce quotidiane per
riuscire a prendersi cura delle sorti della futura Palestina democratica,per pensare a quale ruolo
devono avere le donne in quella Palestina, con lo stato di occupazione attuale questo è molto
molto difficile,e ovviamenteper questo motivo le problematiche legate alla donna non riescono ad avere
un ruolo centrale nella campagna elettorale,purtoppo si deve parlare solo di altro..."

Quico

Presidio di pace a Nablus  - http://assopace.blog.tiscali.it/

Associazione per la Pace  - www.assopace.org

Photo -  http://photos.yahoo.com/folder2005