EMERGENZA INCENERITORE ACERRA (NAPOLI)manifestazione di massa 29 agosto ore 15,30



-Da :Associazioni e Coordinamenti Pace-
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EMERGENZA INCENERITORE ACERRA (NAPOLI)

dal "Comitato per la lotta contro la costruzione dell'inceneritore"


Un potere arrogante sta usando il pugno di ferro contro un’intera comunità di donne e uomini. Senza voler sentire ragioni hanno occupato militarmente l’agro acerrano, che funge da polmone verde non solo per Acerra ma anche per un territorio molto più vasto, con decine di comuni e centinaia di migliaia di abitanti. Vogliono condannare queste terre per sempre all’arsura, alle polveri, alla diossina, al morso feroce di migliaia di camion che trasporteranno rifiuti da ogni dove per poi bruciarli e avvelenare ulteriormente l’aria e il suolo. E dopo Acerra, già alzano gli occhi e allungano la mano verso Santa Maria La Fossa.

(CONTINUA sotto )

Chiediamo alle compagne e ai compagni di riprodurre i testi inviati, trasformandoli in locandine, volantini, affiggendoli e distribuendoli. 
Domenica 29 agosto alle 15,00 tutti ad Acerra, contro l'arroganza e l'incenerimento, per la democrazia e la riduzione ed il riciclo dei rifiuti.
A presto. 

Giosuè Bove(Prc-federazione provinciale Caserta)
giosue.bove at aliceposta.it



Alle comunità e ai municipi, 




alle donne e agli uomini di buona volontà







Un potere arrogante sta usando il pugno di ferro contro un’intera comunità di donne e uomini. Senza voler sentire ragioni hanno occupato militarmente l’agro acerrano, che funge da polmone verde non solo per Acerra ma anche per un territorio molto più vasto, con decine di comuni e centinaia di migliaia di abitanti. Vogliono condannare queste terre per sempre all’arsura, alle polveri, alla diossina, al morso feroce di migliaia di camion che trasporteranno rifiuti da ogni dove per poi bruciarli e avvelenare ulteriormente l’aria e il suolo. E dopo Acerra, già alzano gli occhi e allungano la mano verso Santa Maria La Fossa… 


Queste nostre terre, stuprate da sversamenti abusivi e inquinanti di ogni genere, soprattutto delle aziende di un Nord fin troppo spesso razzista con noi, utilizzate in ogni modo dalle eco-mafie, martoriate da cave e da centrali termoelettriche, eppure vive, piene d’acqua e di vento, capaci di rinascere come fenici dalle ceneri, e di donare ancora i frutti degli alberi e dell’aratro, dovrebbero infine essere destinate a morire?

E tutto questo mentre ormai finanche i ciechi possono vedere come il piano regionale di smaltimento dei rifiuti basato sull’incenerimento sia completamente fallito. Lo dimostra, fra le altre cose, l’ennesimo sequestro da parte della magistratura degli impianti per la produzione del combustibile (CDR) che dovrebbe rifornire i mega-inceneritori: la FIBE non è in grado di gestire neppure questa fase iniziale e molto semplice del ciclo di smaltimento. Figuriamoci il resto! 

I mega-inceneritori sono una risposta arretrata, che serve a risolvere unicamente il problema della società appaltatrice, inadempiente ed in difficoltà, e delle grandi banche interessate all’affare. E non serviranno neppure ad affrontare l’emergenza, anche perché, pur se cominciassero subito a costruirli, ci vorrebbero non meno di 3-4 anni per vederli in funzione… 


Occorre davvero cambiare registro e ricominciare da capo: fino a pochi anni fa latte, birra, vino, acqua venivano distribuite con il sistema della cauzione sul contenitore e del “vuoto a rendere” ed esisteva una economia diffusa basata sul riuso. Ciascuno produceva meno di un quarto dell’immondizia che produce oggi. Il consumismo sfrenato e la logica dell’“usa e getta”arrivano fino al punto che adesso anche un etto di prosciutto o pochi grammi di insalata vengono confezionati in vaschette di plastica! 

Per riprendere la “retta via”, così come hanno già fatto quasi tutti i popoli d’Europa, è necessario che l’usa e getta venga pesantemente disincentivato con una tassazione specifica: se si dovesse pagare, per esempio, 1,00 euro per ogni imballaggio “usa e getta”, probabilmente tutti preferirebbero utilizzare il sistema del vuoto a rendere, risparmiando soldi e ambiente. In questo modo potremmo – come risulta da altre esperienze- ridurre in pochi mesi almeno di un terzo il volume dei rifiuti, e rendere così davvero realistica e praticabile una intensa attività di raccolta differenziata porta a porta, con la chiusura del ciclo attraverso discariche controllate ad alta tecnologia (serbatoi con microrganismi specifici che – riscaldati – permettano una decomposizione più rapida di 240 volte quella ordinaria e la possibilità di recuperare metano) e altri impianti di piccole dimensioni e con limitato impatto ambientale (ad esempio, la pressurizzazione a freddo)... 


Perché non vogliono una soluzione così semplice, e cercano invece di consumare le piante, l’acqua, la terra? Forse perché in tal modo gli affari e il business dei rifiuti diminuirebbero? 

Ma la nostra vita, la nostra acqua, il nostro cibo, non sono più importanti? 

Quando una chiara volontà popolare viene così brutalmente calpestata; quando lo stesso principio democratico viene meno, davvero non ci lasciano scelta: dobbiamo camminare lungo le strade della ribellione al sopruso e all’inganno, per lanciare il nostro messaggio di vita, di rispetto e di verità. 


A tutte le municipalità, specialmente a quelle più direttamente interessate, chiediamo di alzare forte la voce: dobbiamo insieme chiedere ed ottenere la convocazione di un conferenza regione-province-comuni per l’uscita dalla gestione commissariale dei rifiuti, con l’obiettivo di chiudere una volta per tutte gli uffici del commissariato straordinario ai rifiuti e di inibire al governo nazionale dalla possibilità di interferire sulle decisioni delle comunità, rescindendo contestualmente il contratto con la Fibe, anche sulla base dell’azione della magistratura, e restituendo alle province la potestà piena sulla questione, attraverso la costituzione di Enti Unici Provinciali e Ambiti Territoriali di Ottimizzazione per la gestione del ciclo dei rifiuti, sotto il controllo delle municipalità. 

Solo così saremo nelle condizioni di affrontare in maniera credibile la stessa emergenza, ricorrendo anche, se necessario, ad un massiccio conferimento in impianti esistenti, in Italia o all’estero. 





E’ per questo insieme di obiettivi 




che vi chiamiamo tutti, 




cittadini, associazioni, enti locali, 







ad Acerra domenica 29 agosto, 




alla grande manifestazione di massa 




che partirà alle 15,30 




dal Corso Vittorio Emanuele.








Non è solo per dire no all’inceneritore




e rivendicare la immediata chiusura 




del cantiere, ma anche per dire "SI"




ad un’altra Campania possibile.

 





23 agosto 2004







Presidio di lotta contro l’inceneritore di Acerra





SOSPENDERE I LAVORI, CHIUDERE IL CANTIERE




Tutto il territorio difende la propria salute e il proprio ambiente 

 

e dice no all’inceneritore

 

La dignità e la volontà di un’intera comunità non possono essere calpestate








DOMENICA 29 AGOSTO ORE 15




concentramento: CORSO VITTORIO EMANUELE – ACERRA








MANIFESTAZIONE DI MASSA




con la partecipazione di delegazioni da tutta Italia 

 




-CONTRO L’AGGRESSIONE MILITARE ALLA CITTA’ DI ACERRA





- PER LA SOSPENSIONE IMMEDIATA DEI LAVORI 




E LA CHIUSURA DEL CANTIERE DELL’INCENERITORE





- PER UN NUOVO PIANO IN CAMPANIA, CENTRATO SUL RICICLAGGIO 




E SULLO SMALTIMENTO ECOSOSTENIBILE DEI RIFIUTI







LA LOTTA CHE SI PERDE E’ QUELLA CHE NON SI COMBATTE







Presidio di lotta contro l’inceneritore di Acerra