Comunicato del Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq - lunedì 28 giugno



Via dall'Iraq ora!

Comunicato del "Comitato Nazionale

per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq"

(lunedì 28 giugno 2004)


Il 26 giugno si è riunito a Roma il "Comitato Nazionale per il ritiro dei
militari italiani dall'Iraq".

A nostro avviso non solo non ci sarà nessun passaggio dei poteri dalla
coalizione occupante ad un governo iracheno indipendente e democratico, ma
anzi la situazione sta evolvendo sempre più verso un'estensione della
resistenza e della brutale reazione degli eserciti occupanti. La guerra in
Iraq è tutt'altro che conclusa. Mentre l'Onu nega la possibilità di un
proprio intervento, è invece la NATO ad entrare in gioco nell'area. Il suo
intervento a "sostegno" del governo ad interim iracheno prefigura un
aumento dell'impegno militare straniero in Iraq. Washington sta già
preparando l'invio in Iraq di altre decine di migliaia di soldati.

La guerra quindi proseguirà con il rischio di un suo allargamento già oggi
visibile in quello che accade in Palestina, alle frontiere tra Israele e
Libano o con le minacce a Siria ed Iran. L'Italia ne sarà ancora complice e
protagonista con la presenza in Iraq di soldati, imprese ed eserciti
privati. Il governo Berlusconi negli ultimi giorni ha annunciato un
ulteriore coinvolgimento del paese nella guerra, offrendo alla polizia
"irachena" la possibilità di addestrarsi in Italia e rafforzando il
contingente di occupazione italiano con nuovi mezzi militari di natura
offensiva. Il governo dimostra ancora una volta di restare insensibile di
fronte alla domanda di pace del popolo italiano, più volte dimostrata
attraverso enormi manifestazioni di massa prima contro l'invasione e poi
contro l'occupazione dell'Iraq. L'irresponsabilità del governo Berlusconi
rischia di far diventare l'Italia territorio di guerra, esponendo la
popolazione civile italiana alla tragica possibilità di essere oggetto di
operazioni militari.

Il "Comitato Nazionale" fa appello a continuare la mobilitazione contro la
guerra durante l'estate, e a preparare le condizioni affinché a settembre
ed ottobre la raccolta di firme sulla petizione popolare possa vedere
un'estensione ad altri soggetti politici, sociali e sindacali. Dal 25
aprile scorso le organizzazioni e i comitati locali che compongono il
Comitato nazionale hanno già raccolto 100.000 firme. Un risultato molto
positivo; ma si può fare molto di più. L'obiettivo rimane quello di
consegnare al Parlamento Italiano, nel mese di novembre, 803.000 firme in
calce alla richiesta di ritiro immediato dall'Iraq del contingente italiano
e il disinvestimento dalle spese di guerra.

A questo scopo è stata decisa una ulteriore strutturazione del Comitato,
con la creazione di un gruppo di coordinamento che possa collegare tra di
loro le numerose realtà locali che hanno aderito alla campagna, e che si
occupi di amplificare la campagna sui mezzi di informazione. Compito del
coordinamento sarà anche quello di allargare i soggetti promotori della
raccolta di firme, rivolgendosi soprattutto alle organizzazioni della
sinistra, ai sindacati conflittuali non concertativi, alle associazioni che
si oppongono alla guerra. Il comitato ha deciso di riconvocarsi a Roma il 9
luglio prossimo.

Il Comitato Nazionale ha anche affrontato il tema dell'ampliamento delle
basi militari USA nel Mediterraneo e in Italia. Washington punta
esplicitamente a ri-orientare contro i paesi del Nord Africa e del Medio
Oriente il suo apparato militare offensivo; il tutto nel quadro di quel
progetto di "Grande Medio Oriente" che Bush persegue come strumento di
dominio di tutto il Bacino del mediterraneo, di accerchiamento dell'Europa
e di avvicinamento ai confini di Russia, Cina e India. Nel frattempo
Israele dimostra la propria volontà di operare una espulsione di massa dei
palestinesi dalle loro terre attraverso i bombardamenti indiscriminati, gli
omicidi, la costruzione del Muro dell'Apartheid, la distruzione delle
colture e dei pozzi.

La mobilitazione contro le basi militari straniere e il sostegno pieno al
popolo palestinese affinché possa costituire un proprio stato indipendente
acquistano un'importanza fondamentale all'interno della lotta contro la
guerra. Il Comitato Nazionale propone al movimento contro la guerra le
seguenti iniziative:

Una mobilitazione in occasione della sentenza della corte internazionale di
giustizia dell'AIA sulla costruzione da parte di Israele del muro
dell'apartheid prevista per il 9 luglio prossimo.

Una mobilitazione nazionale in solidarietà con la lotta del popolo
palestinese e per la fine dell'occupazione dell'Iraq, da tenersi il 28
settembre in occasione dell'anniversario dell'inizio della Seconda Intifada.

Una mobilitazione nazionale per il ritiro delle truppe occupanti dall'Iraq
e per il diritto alla autodeterminazione dei popoli iracheno e palestinese,
da tenersi il 9 novembre, giornata in cui verranno consegnate al Parlamento
Italiano le firme raccolte sulla petizione popolare. L'indicazione è di far
precedere alla manifestazione nazionale una settimana di raccolta
straordinaria delle firme.

Un convegno euro-meditterraneo per la chiusura delle basi dell'Alleanza
Atlantica e degli Stati Uniti, da tenersi in Italia alla fine dell'autunno
coinvolgendo i comitati locali che si battono contro l'aumento della
militarizzazione del Mediterraneo.

Tra pochi giorni il Parlamento Italiano sarà chiamato a votare il
rifinanziamento della missione italiana di occupazione dell'Iraq.

Il 30 giugno si terrà una conferenza stampa del Comitato Nazionale per il
ritiro dei militari dall'Iraq durante la quale sarà diffusa una lettera
aperta ai parlamentari del centrosinistra e della sinistra affinché vi si
oppongano, rispettando la volontà della stragrande maggioranza del popolo
italiano.

"COMITATO NAZIONALE PER IL RITIRO DEI MILITARI ITALIANI DALL'IRAQ"

Per contatti:

<mailto:viadalliraqora at libero.it>viadalliraqora at libero.it

tel: 348 7213312