Benetollo: Lettera al Corsera (non pubblicata ancora)



Cari amici,
vi mandiamo una lettera di Nando dalla Chiesa al Corriere della Sera. Fino
a oggi non è stata pubblicata.


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Caro Mieli,
ho provato amarezza, amarezza vera, nel vedere le poche righe con cui il
"Corriere" ha dato notizia della morte di Tom Benetollo, il presidente
dell'Arci. Per molte ragioni. Una di riconoscenza per l'uomo, impegnato
senza interruzione per quasi trent'anni sulla grande frontiera della pace,
e per quindici in una vitalissima funzione di guida per centinaia di
migliaia di persone. Un impegno per la pace totalmente non violento:
intelligente, generoso, mai ideologico, faticoso (una fatica di cui alla
fine Tom è morto...), speso tra Bosnia, Iraq, Palestina, Israele, Cuba,
Sahara e ovunque ve ne fosse bisogno, in una sequenza incessante di
iniziative, anche rischiose. Una seconda ragione riguarda il ruolo
totalmente minore che in controluce viene assegnato alla società civile.
L'Arci è la più grande organizzazione di volontariato laico del paese, e
conta molti più iscritti di ogni partito politico, anche grazie al lavoro e
alle scelte di Benetollo. Posso pensare che qualunque esponente di partito
appena conosciuto avrebbe ottenuto maggiori attenzioni, nella notizia, nel
ricordo, nel giorno dei funerali? La terza ragione, e qui mi fermo, è che
c'è davvero un abisso tra il sentimento di smarrimento e di dolore che ha
attraversato un'intera, larga fascia di opinione pubblica e quel minuscolo
spazio di giornale (che non ha caratterizzato, sia chiaro, solo il
"Corriere"). La realtà vera, la realtà virtuale: sempre li' si torna... E
non è confortante.
Un cordiale saluto,
Nando dalla Chiesa


Milano, 23 giugno 2004