RESOCONTO SEMINARIO TORTURA FIRENZE



seminario tortura a Firenze

Resoconto non rivisto dagli autori

Organizzato da Psichatria Democratica, Psicoterapia Concreta, Verdi
Toscana, si ' svolto martedì primo giugno  alla sede dell'Arci in Piazza
dei Ciompi 11, Firenze, un semiario sulla tortura.
I lavori sono stati così interessanti che si è deciso con Fabio
Roggilani, di pubblicarne subito gli atti e di organizzare per
settembre-ottobre un seminario di una intera giornata sull'argomento.
Fabio Roggiolani, capogruppo dei Verdi, di Toscana Democratica, ha fatto
notare come della tortura non si parli già più, e che le aleggi intorno una
specie di vergogna, quasi un fastidio a parlarne, a denunciarla.  Ha
ricordato l'impegno del suo partito contro la tortura e contro la guerra in
Irak indicando nel pacifismo una scelta fondamentale sia a favore dell'uomo
e della donna che della natura. In conclusione ha sostenuto che intorno
alla tortura c'è una specie di perversa tolleranza che va capita fino in
fondo per superarla.
Mele marce? Cheney ha costruito 12 anni fa una teoria della guerra continua
Secondo Stefano Boco, capogruppo Verdi del Senato, la società ha costruito
una forte rimozione su questa quotidianità di violenza, sulla guerra
costante che attraversa le nostre vite. Nel 1990 erano in atto 104
conflitti, e attualmente, invece di parlare di mele marce è bene ricordare
che  12 anni fa Cheney, il vice presidente degli USA,  ha sostenuto la
necessità della guerra
continua come unica possibilità perchè gli Stati Uniti non facessero la
fine dell'impero romano. La tortura è una costante di ogni geurra. Ci siamo
dimenticati le donne di Sebrenika? In Cecenia il 30 per cento della
popolazione è già stato ucciso. Il problema è che noi non vogliamo vedere.
Non esistono guerre buone e guerre cattive. Abu Graib è la normale
continuità di Guantanamo.E' stato creato un terribile sistema di
oppressione, di guerra e di tortura giustificato dalla frase che "il fine
giustifica i mezzi". La tortura non è solo altrove, è anche qui, da noi.
Cosa succede veramente nei Centri di Detenzione Temporanea? Il problema è
interrompere questa rimozione. Abu Graib è una metafora della società.
Il pacifismo è una grande occasione storica nell'epoca delle grandi migrazioni
Vincenzo Striano, presidente dell'Arci Toscana, ha sostenuto che la guerra
in Irak rappresenta il disperato tentativo anglo-americano di controllo
dell'intera umanità e delle risorse del pianeta. Questa guerra è una
reazione alla fine dell'egemonia dell'Occidente. Essa crea un nemico e
favorisce una situazione di controllo e di velo sulle contraddizioni del
pianeta. Ricordata la grandiosità dell'impresa pacifica di Gandi contro una
delle massime superpotenze del mondo, Striano ha continuato dicendo che il
pacifismo contrappone percorsi complessi di pensiero critico, radicale,
alle semplificazioni del sistema. Il pacifismo è costruzione di percorsi,
battaglie culturali, una straordinaria occasione di farci riconoscere gli
altri come simili a noi, come risorse, in un epoca di migrazioni bibliche.
E' quindi necessario lottare contro ogni separazione netta, anche dentro di
noi, tra amico e nemico.
Non dimentichiamo le violenze del carcere di Sassari
Franco Corleone, garante del Comune di Firenze a tutela delle persone
private della libertà personale, sostiene che il passaggio della forza
dall'uso dei privati allo Stato è stato un passo importante per l'umanità.
Il problema si apre quando chi ha il monopolio della forza la usa in forma
privata. Da qui il diritto  di resistenza. Quale è la sua legittimità?
Difendendo la propria vita si difende la vita di tutti. Chi fa tortura
invece disprezza la vita e riduce le persone a cose. Bisogna rileggere
"Sommersi e salvati" di Primo Levi. Il nuovo umanesimo deve costruire un
tabù della guerra, della tortura.  Per questo è necessario riflettere anche
sul carcere, come per quello che è successo a Sassari. C'è una specificità
della tortura che la slega dalla guerra. La tortura non c'entra con la
guerra, non c'entra con le regole dell'inquisizione. E' fuori da ogni
regola, non ci sono solo le torture televisive. Per questo Sassari è un
caso straordinario, perchè non c'era nessuna giustificazione alle violenze.
Non c'era una rivolta, non c'era stata, non era un carcere con terroristi.
Era un carcere di giovani tossicodipendenti che sono stati presi e ridotti
a cosa. Con i soliti metodi: spoliazione, percosse, urla, e ridotti in tali
condizioni da avere quelle reazioni tipiche di chi, colpito da tortura,
violenza, paura espelle da sè ogni liquido. Così sono stati portati in
altre istituzioni.
Nella misura in cui la politica è cultura dobbiamo fare contro la tortura
una battaglia politica sulla inviolabilità dei corpi e sul limite di ogni
potere. Dobbiamo lottare per questi diritti per tutti.
Perchè la dea dell'amore è innamorata del dio della guerra? Che ne è della
loro progenie?
Paolo Tranchina, psicologo analista, Firenze. Risalendo alla radici della
nostra cultura Tranchina ricorda che Afrodite, la dea della bellezza era
moglie di Efesto il grande fabbro, ma amava Ares, il dio della guerra, il
dio dal pene sempre eretto, il dio della lotta per la lotta. Insieme
generarono Armonia.  Amore e guerra, sesso e potere generano così
equilibrio, perfezione, superamento di conflitti. Questo sta alla base
della nostra cultura. Il pardigma che unisce sesso e violenza è rafforzato
dal fatto che Zeus diede Armonia in sposa a Cadmo, l'uomo che lo aveva
salvato da Tifone, il mostro che Era aveva creato contro di lui, e che da
sotto l'Etna, dove Zeus l'ha sepolto, continua a minacciarci. Le nozze di
Cadmo e Armonia  furono uno dei grandi eventi dell'antichità. Tutti gli dei
parteciparono. Calasso ce lo ricorda nel suo libro, ma cosa avvenne poi?
Davvero Afrodite e Ares creano pace, armonia, benessere? Cadmo e Armonia
ebbero quattro figlie e un figlio. Una figlia è Semele, la madre di
Dioniso, fu incenerita dal fulmine di Zeus per aver desiderato di vederlo
in tutto il suo splendore come lo vedeva Era. Autonoe, madre di Atteone,
raccolse le ossa del figlio, grande cacciatore, che aveva sfidato Artemide
e fu da lei trasfomato in cervo e sbrabato dai sui 50 cani. Una bellissima
metopa di Selinunte ce lo racconta. Ino, resa pazza da Era, si suicidò
gettandosi da una rupe dopo aver assassinato il figlioletto Polemone
cuocendolo in un calderone. Agave, nell'ebrezza dionisiaca, prese il figlio
Penteo per un leone e lo fece a pezzi con le altre baccanti infilandone la
testa su un ramo di tirso. L'unico maschio, Polidoro, è il fondatore della
stirpe dei Labdacidi, che porterà a Edipo che per punirsi si cavò gli
occhi. Questi sono i frutti dell'amore che sposa la guerra su cui sarà bene
riflettere, perchè continuano ad avvelenare anche il presente, insieme al
problema del passaggio dal matriarcato al patriarcato e alla
svalutazione del sangue femminile, il mestruo che dà la vita, per
idealizzare invece il sangue maschile, il sangue del figlio di dio che
deriva da una ferita di morte. Ma Afrodite è anche dea di pace, di ecologia
universale. Agli Uffizi di Firenze c'è una statua antica di Venere che
spezza la spada di Ares. Potrebbe essere il simbolo universale della lotta
contro la guerra, contro la tortura.
La tortura si può fare ma non si deve sapere
Alessandro Margara, Presidente della fondazione Michelucci, di Firenze, ha
ricordato che oltre la tortura ci sono i maltrattamenti e che i carcerati
in media stanno in celle sovraffolate della 20 alle 21 ore al giorno. Anche
il 41 bis, orgogliosamente sostenuto anche dalla sinistra, rappresenta la
fiducia in una risposta forte, sia pure con persone che hanno aspetti
particolari di pericolosità, che, si dice, produce collaborazione. Il
problema è la debolezza di una condizione che ritiene che il carcere duro
serva a battere la mafia. Basta vedere le recenti elezioni in Sicilia, 61
seggi tutti da una parte, per dubitarne.
Venendo al Comitato prevenzione tortura del Consiglio di Europa, è una
struttura che ha gli stati come interlocutori. In Turchia sono stati
uccisi 30 detenuti, e si è poi passati dai vecchi carceri con stanzoni
enormi in cui era più difficile prelevare i torturandi e riportarli con
tanti occhi indiscreti, a carceri nuovi più adatti alla tortura. C'è stato
uno sciopero della fame con più di 80 morti. E' in gioco l'entrata della
Turchia in Europa, per cui si assiste, di fatto, alla compartecipazione a
cose che non vanno. Il risultato: la tortura si può fare ma non si deve
sapere. Bisogna fare tutti molto attenzione, perchè come ha sostenuto Soros
su Repubblica, se l'America continua così ''è lei stessa a rimetterci, in
credibilità, umanità, etica. Se Bush sarà confermato, si continuerà a fare
e a non sapere. Una volta si diceva "Siamo tutti assassini", come pensare
diversamente quando si lascia che la tortura continui a succedere?
Christian De Vito del Social Forum di Firenze collega la violenza al
sistema economico di mondializzazione e denuncia le connivenze dell'Italia
a una guerra che solo una minoranza vuole.
Psichiatria, Tortura, Politica
Aprendo quest'ultima parte del seminario Vincenzo Pastore ricorda
responsabilità dirette e indirette della psichiatria rispetto alla tortura.
Psicologi e psichiatri hanno contribuito concretamente a programmarla con i
militari, i servizi segreti, ma  la esercitano poi, di fatto, direttamente
nelle pratiche violente come la contenzione fisica, l'elettroshock, ecc. e
in tuttte le arbitrarie limitazioni della libertà individuale.Ha anche
ricordato l'importanza delle lotte antistituzionali nella restituzione di
dignità, identità, potere anche all'ultimo dei ricoverati in ospedale
psichiatrico, e l'importanza del motto di Franco Basaglia che la libertà è
terapeutica. Carmelo Pellicanò, della fondazione Ernesto Balducci, ha
sostenuto la necessità del più assoluto rispetto che si deve alla dignità e
alla unicità dell'individuo che vanno rispettate e garantite in qualsiasi
situazione di pace e di guerra. Ha ricordato poi il pensiero di padre
Balducci e il nuovo umanesimo da lui propugnato come autocostruzione che
riconosce nell'altro il proprio simile. Franco Scarpa, direttore
dell'Ospedale Psichiatrico di Montelupo Fiorentino, sostiene che la
sospensione dei diritti della persona non è mai ammissibile e ricorda,
oltre alla violenza istituzionale, anche qualla che si esercita a volte
nella coppia in cui chi ha il potere fa quello che vuole degli altri membri
della famiglia.
Se non esiste limite non esiste diritto
Mario Serrano  psichiatra dei servizi psichiatrici livornesi, sostiene che
ha sempre collegato la tortura alle streghe, all'inquisizione e si è
chiesto il senso di tante confessioni. Il problema è che la tortura agisce
su ciò che di più specifico ha l'essere umano: l'identità, senza la quale
siamo in completa balia dell'altro, non siamo più nulla. Anche in
Sudamerica il fine della tortura è la disumanizzazione che fa dell'altro un
oggetto su cui tutto è possibile. Nella tortura sparisce il limite. Tutta
la cultura occidentale ha ha che fare con il limite, è costruzioni di
limiti precisi per tutti. La tortura e la guerra negano invece ogni limite.
La pretesa americana di non farsi giudicare all'estero per i propri crimini
di guerra è una grave ferita per il diritto. Si regola il sistema di
diritto all'interno dello stato ma non più, istituzionalmente, in modo
paritario tra stati. Se non esiste limite non esiste diritto.

Saluti  Paolo  Tranchina


P.S.
Chi fosse interessato ci mandi poche righe sulla tortura, le raccoglieremo
e le faremo girare.