Re: Risposta appello "Chiedo un voto di pace"



Gent.mo Onorevole,

   innanzitutto desidero ringraziala per la risposta che ha voluto inviarmi
a seguito dell'appello "chiedo un voto di pace".
   Ho inserito in copia a questa mail anche gli altri parlamentari
destinatari dell'appello che non hanno provveduto a rispondere con la
stessa sollecitudine. A quanti hanno votato a favore della guerra consiglio
di dimettersi, agli altri raccomando di prendere esempio dalla sua modalità
di comunicazione.

   A lei però desidero rivolgere qualche altra considerazione. La distanza
che c'è oggi tra un politico italiano e un cittadino comune è enorme. Lei,
come gli altri parlamentari destinatari, non condivide nulla della nostra
vita. Non le ansie derivanti da uno stato sociale solidaristico
progressivamente soppresso, non l'impossibilità di vedere rappresentate le
proprie aspirazioni per un mondo migliore, non la consapevolezza che i
politici, con i loro famigliari ed amici, sono tra quei "garantiti" a cui
comunque andrà sempre tutto bene.

   Capisco che questa distanza possa portarla a ritenere che un lambiccato
accordo con i compagnucci di coalizione sia comprensibile agli "elettori" e
sia rappresentativo della posizione di chi ha espresso con le bandire ai
balconi o con le manifestazioni in piazza la propria contrarietà alla
guerra di Bush e del petrolio. Ma non è così.

   L'obiettivo di battere il Berlusca e sui soci fascistelli per me non è
affatto prioritario. Non mi interessa minimamente quale corrente del Polivo
conquista seggi alle prossime europee. Viceversa mi interessa il rispetto
puntuale della Costituzione che è attaccata anche da chi, come lei, ritiene
che una guerra approvata dall'ONU sia più in linea con l'Art.11 rispetto
una guerra approvata solo da Bush.

   Anche lei ha un capo; la rielezione devono guadagnarsela Bush, i
dipendenti e soci del Berlusca, ma anche quanti temono di ritrovarsi
candidati a Palermo Est o, peggio, in un gruppo misto senza speranze.
Quindi non posso accusarla personalmente di essere responsabile di questo
stato di cose, ma vorrei solo assicurarle che una parte del "target
elettorale" è destinata ad essere persa a causa di queste posizioni ambigue
sulle guerre.

   Poco male, i voti "mobili" sono solo quelli al centro e il DC Prodi vi
garantisce la vittoria. Gli elettori della pace "senza se e senza ma" non
sono poi molti, magari si turano il naso e così il vostro personale
obiettivo di sostituire il Berlusca sarà raggiunto. La politica che farete
sarà la fotocopia di quella attuale, approvata dal FMI e dal presidente USA
e, se proprio si mette male, potrete sempre invocare gli obblighi derivanti
dalla difesa europea come ragione per una spesa bellica crescente e una
insicurezza dilagante. Sinceramente non capisco perché chi ha condiviso la
riforma Amato sulle pensioni, la riforma Berlinguer sulla scuola, la
mancata riforma TV in cambio della inutile bicamerale, la creazione dei
campi di concentramento per i profughi e la guerra nella ex-Iugoslavia e
dintorni sia poi così scandalizzato da Maroni (legge Biagi), Moratti
(attuazione della riforma Berlinguer), Gasparri (più TV al Berlusca),
Bossi-Fini (nuove norme sull'immigrazione) e guerra in Iraq senza il
preventivo voto ONU. Forse i suoi elettori la comprendono meglio di quanto
posso fare io, ma per me si tratta della stessa politica condotta da altre
persone.

   La guerra però ha diviso chi si oppone all'assassinio di innocenti da
chi sottomette, sia pure con ameni tecnicismi, i valori costituzionali ad
obiettivi da "election day". Vedo che il Polivo è sempre più unito da una
parte di questo crepaccio, ma io sono dall'altra.

Cordiali saluti,
Damiano Inguaggiato.


At 12.15 27/02/2004, you wrote:
>Caro amico,
>ho ricevuto anche da lei l'appello "chiedo un voto di pace". Ne apprezzo
>le motivazioni, ne condivido la finalità. Ma non ritengo che l'azione
>parlamentare da lei suggerita sia adatta a raggiungere lo scopo, anzi.
>A questo si aggiunga che io sono un parlamentare, eletto nelle liste
>dell'Ulivo. Io ho ricevuto dunque un mandato dai miei elettori, che,
>secondo quanto dice la Costituzione, devo cercare di interpretare, nelle
>vicende quotidiane della vita politica. Io credo che l'obbiettivo di
>battere Berlusconi alle prossime elezioni sia il primo e più fondamentale
>mandato che mi é stato conferito. Sono convinto che una politica unitaria
>tra le varie componenti della "opposizione di governo", di cui la lista
>unitaria é il primo passo, sia condizione necesssaria, anche se non
>sufficiente, per raggiungere questo obbiettivo.
>Votare "No" al rifinanziamento della nostra missione in Irak sarebbe un
>colpo mortale alla credibilità di una forza che si propone alla guida del
>Paese. E dividerci sarebbe anch'esso un colpo mortale a un'unione appena
>proclamata.
>Cerco di essere molto trasparente con i miei elettori. Tutta la mia
>attività di politico e di giornalista é documentata nel mio sito,
><http://www.francodebenedetti.it/index.asp>www.francodebenedetti.it. Sarei
>molto lieto se volesse visitarlo, cliccando sulla scritta.
>Sulla questione Irak ho esposto con maggiore chiarezza questi argomenti in
>un articolo pubblicato dall'Unità. Sottopongo anch'esso, insieme a queste
>poche parole, alla sua responsabile considerazione.
>
>Con viva cordialità
>Franco Debenedetti