25/02 Genova: ora in silenzio e carovane di pace



Rete controg8

per la globalizzazione dei diritti

L'ora in silenzio per la pace che si terrà come ogni settimana anche
mercoledì 25 febbraio dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
Genova avrà anche la funzione di informare i passanti sulla "Carovana di
pace" che attraverserà la città e raggiungerà Roma il 20 marzo.

In quella data si svolgerà a Roma, ed in decine di altre capitali, una
manifestazione per la pace "senza se e senza ma" e per il ritiro dall'Iraq
delle truppe occupanti.

Da quella manifestazione abbiamo invitato ad astenersi anche quei
parlamentari che si asterranno, o si sono astenuti, durante la discussione
parlamentare sul rifinanziamento della missione italiana

Info: Norma Bertullacelli 010 5740871 347 3204042

Sergio Tedeschi 010 460483



Carovana di pace a Genova




Una delle colpe imperdonabili che nel 2001 attribuivamo ai g8, insieme al
loro essere autori e garanti di un sistema internazionale di rapina ai danni
dei paesi poveri, era il loro sistematico ricorso alla guerra per difendere
i propri interessi.

Da allora il nostro paese è stato coinvolto direttamente in due conflitti,
quello afgano e quello iracheno.

Entrambi inutili per combattere il terrorismo, illegali perché vietati dalla
costituzione e criminali perché moltiplicatori di vittime e di lutti; ma
utilissimi per sostenere i profitti dei fabbricanti di armi, delle
multinazionali del petrolio e dei professionisti della "ricostruzione"; e
per tenere sotto controllo un'area di vitale importanza strategica.

Tre carovane di pace attraverseranno il nostro paese per raggiungere Roma il
20 marzo, giorno in cui, su proposta dei pacifisti statunitensi, si tornerà
in piazza in tutto il mondo per ribadire no alla guerra senza se e senza ma
e per chiedere il ritiro delle truppe straniere dai paesi occupati.

Proprio nei giorni in cui la carovana di pace attraverserà Genova avrà
inizia nella nostra città il processo contro 26 persone, su cui pende un
capo di imputazione gravissimo: devastazione e saccheggio, un reato che
comporta una pena minima di otto anni di carcere.

Ma se la pena per chi è accusato di aver danneggiato oggetti (atto che, come
abbiamo ribadito in centinaia di occasioni, non condividiamo), è otto anni
di carcere, quale dovrebbe essere la pena per Bush, Putin ed i loro alleati
per i bombardamenti dell'Iraq, dell'Afganistan e della Cecenia?

Con quanti anni di carcere dovrebbero essere pagate le politiche di
privatizzazione che la banca mondiale, direttamente controllata dagli otto,
impone al mondo intero provocando impoverimento e disoccupazione.

E non sono "devastazione e saccheggio" il rifiuto di ratificare il
protocollo di Kyoto, il controllo internazionale dei prezzi delle materie
prime, l'uso di proiettili all'uranio impoverito?

Ed alle guerre guerreggiate cui il nostro governo partecipa si aggiungono la
guerra interna contro i diritti, la legislazione di emergenza contro il
dissenso, un'economia di sempre maggiore mercificazione delle persone.

In questo clima il Comune di Genova protende di rivalersi sui 26 imputati
per il "danno di immagine" che la città ha subito. Il sindaco ha già
dimenticato le gabbie che hanno trasformato in un deserto il centro storico
di Genova? E, soprattutto, vuole tener conto del clima creato in città,
della violenza con cui sono state attaccate le manifestazioni autorizzate,
mentre gruppetti di black block venivano lasciati ai loro gesti di violenza
e di provocazione?

Chi ha davvero danneggiato l'immagine di Genova sono gli otto pre - potenti
ed il governo italiano, perché in occasione di quella inutile parata Carlo
Giuliani è stato ucciso, e centinaia di persone sono state picchiate, ferite
ed umiliate

Con questi interrogativi cui non è stata data risposta e questa immutata
indignazione invitiamo tutti e tutte ad accogliere a Genova la carovana
della pace nelle fasi del suo passaggio attraverso la nostra città il 28
febbraio ed il 2 marzo e partecipare il 20 marzo a Roma alla manifestazione
internazionale per la pace.

Ribadiamo però che nei "tutti e tutte" non sono compresi i parlamentari che
hanno approvato o si sono astenuti sul rifinanziamento alla missione
italiana in Iraq: queste persone alla manifestazione non sono ovviamente
gradite