lettera aperta su articolo uscito su La Repubblica del 2 febbraio 2004



Lettera aperta

Al quotidiano La Repubblica
c. a.  direttore Ezio MAURO
e
p.c. Marco Ansaldo

         Il 2 febbraio 2004, il vostro giornale ha pubblicato un articolo
intitolato "L'ultima mossa di Al Qaeda alleanza con i ribelli del PKK"
firmato da Marco Ansaldo. Tale articolo è totalmente infondato e ci
sentiamo in dovere di smentirne i contenuti.
        Le due organizzazioni, Itihad-i-Kaumi Kurdistan e Hizbul Emel el
dali Kurdistan, citate nell'articolo non hanno alcun tipo di relazione con
il Movimento di liberazione kurdo scaturito dal PKK.
Il Movimento di liberazione kurdo non ha mai usato argomenti religiosi in
nessun momento della sua attività di lotta. Al contrario, li ha sempre
considerati come un ostacolo sul cammino delle libertà e conseguentemente
ha combattuto la repressione, le limitazioni delle libertà e le ferite che
esse hanno creato nelle società - in particolare la segregazione delle
donne nei diversi ambiti della vita sociale - tutti prodotti di frange
radicali dell'Islam e del dogmatismo religioso presente in Medio Oriente.
Mentre il Movimento kurdo sostiene queste tesi attraverso la sua politica
(e abbiamo ragione di credere che anche il Sig. Ansaldo ne sia bene al
corrente), quest'articolo, nel suo titolo e nel suo contenuto, nega
completamente la lunga e faticosa lotta condotta dai kurdi. Quanto
sostenuto sopra è ampiamente e dettagliatamente comprovato dai documenti
del PKK, del KADEK e del KONGRA-GEL di recente costituzione, che noi stessi
in Italia abbiamo sempre avuto cura di diffondere, anche a disposizione del
vostro inviato Marco Ansaldo.
Collegare il Movimento kurdo con Al Qaeda durante giorni di dolore e lutto,
scaturiti dagli attacchi terroristici di Erbil, significa mettere nel
mirino i kurdi che stanno operando per ottenere i loro diritti in un Medio
Oriente in trasformazione. E' un giudizio totalmente falso. Ciò non solo
lascia le porte aperte a nuovi attacchi contro i kurdi, ma impedisce anche
il formarsi di giuste considerazioni sulla vera fonte degli attacchi in
Medio Oriente.
Il popolo kurdo intende impedire nella zona ogni forma di scontro etnico e
difenderà la sua posizione con determinazione, al fine di svolgere un ruolo
decisivo nella costruzione di un Medio Oriente democratico e veramente
libero, che contempli la fratellanza tra i popoli.
Le informazioni che il sig. Ansaldo ha messo nel suo articolo, a nostro
avviso, non sono fornite seguendo l'obiettività propria della ricerca
giornalistica, ma provengono da fonti soggettive e danno voce ad interessi
particolaristici.
Al posto di un tale articolo, ci aspettavamo dal sig. Ansaldo la
descrizione del percorso e del lavoro decisivo ed ostinato svolto negli
ultimi cinque anni dal Movimento kurdo per il raggiungimento di una
soluzione democratica e pacifica, sulla linea elaborata dal leader del
popolo kurdo Abdullah Ocalan, dimenticato dal mondo nell'isola prigione di
Imrali. Anzi, ci aspettavamo che il sig. Ansaldo raccontasse di come la
legge sul pentimento, varata in Turchia, non abbia mostrato alcuna
considerazione verso questo lavoro di riconciliazione, ma che invece fosse
un'istigazione alla resa. Il popolo kurdo chiede una pace equa ed onorevole.
Il Movimento kurdo, in linea con le esigenze dettate da questa realtà in
trasformazione, ha effettuato dei rilevanti passi in un ampio processo
evolutivo. Spiegarli come una divisione del Movimento è un grosso errore,
che chi, da anni segue la situazione, dovrebbe evitare.
Negli anni passati, i passi compiuti dal Movimento kurdo, sia a livello di
manifestazioni popolari che a livello diplomatico, hanno portato importanti
sviluppi. La prova di tutto questo è data dalla presenza di una forte
organizzazione di massa del popolo kurdo, che si esprime in importanti
manifestazioni di piazza e di cui si hanno testimonianze quotidiane.
La veridicità delle fonti e la loro verifica diretta sono gli ingredienti
fondamentali del lavoro di un cronista. Invitiamo dunque il Sig. Ansaldo a
riportare informazioni e notizie con responsabilità, chiamati in causa
direttamente da quanto l'articolo in questione, a partire dal titolo fino
alla citazione di organizzazioni totalmente estranee alla realtà kurda e al
movimento kurdo scaturito dalla lotta del PKK, ci rendiamo fin d'ora pronti
ad un confronto su queste affermazioni e chiediamo con fermezza il nostro
diritto di replica, se non potrà essere cura del Vostro giornale o del
Vostro inviato farlo in maniera trasparente.
Contando nella professionalità del Vostro quotidiano, restiamo in attesa di
una Vostra risposta e salutiamo distintamente.
 Roma, 3 febbraio 2004

Mehmet Yuksel
Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia
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