(Fwd) ridi ridi che mamma...



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Date sent:      	Fri, 28 Nov 2003 13:48:17 +0100
Subject:        	ridi ridi che mamma...

dalla repubblica di oggi..

      SPETTACOLI & CULTURA 
PAOLO ROSSI E MAMMA RAI


Il comico invitato da Bonolis ma l'azienda mette il veto:
il testo che avrebbe letto, sulla democrazia, è troppo forte
"Domenica In" censura 
Paolo Rossi che recita Pericle
La controproposta: intervenga pure, ma in modo "professionale"
di CURZIO MALTESE


Paolo Rossi 

ESISTE un altro episodio di satira censurata in Rai che illustra bene
il clima italiano di questi tempi. Stavolta i protagonisti sono il
comico Paolo Rossi, il programma Domenica in e Pericle, statista.
Qualche settimana fa il comico riceve l'invito a partecipare a
Domenica in da Paolo Bonolis, suo amico ed estimatore. Rossi non va 
in
televisione da una vita, eppure è uno degli attori più amati dal
pubblico. 

Da un anno riempie i teatri di tutta Italia con uno splendido
spettacolo sulla Costituzione. Bonolis è uno dei pochi personaggi
intelligenti, ironici e non volgari sopravvissuti in video. 
L'incontro
è fatale. Rossi è in tournée, quindi rinvia la partecipazione per
quando sarà a Roma. Gli autori di Domenica in sembrano entusiasti. Il
comico, che ha una certa esperienza di Ra, chiede: "Siete proprio
sicuri?". "Sì! Vieni e fai quello che ti pare!". 

La settimana scorsa lo spettacolo diPaolo Rossi arriva a Roma,
all'Ambra Jovinelli. Nel frattempo è scoppiato il caso Raiot. Rossi
richiama gli autori di Domenica in. "Siete sempre sicuri?". La
risposta è ancora sì, senza più l'esclamativo. I funzionari 
vorrebbero
però conoscere in anticipo il testo. Rossi non ha difficoltà a
rivelarlo, si tratta di un brano del suo spettacolo. Tre giorni fa, 
in
vista della puntata di domenica prossima cui avrebbe dovuto
partecipare, ecco l'ultima telefonata fra il comico e la Rai. 
"Allora,
siete sicuri?". "No". Il testo non è piaciuto ai funzionari, l'hanno
trovato troppo forte. Paolo Rossi sarà il benvenuto a Domenica in a
patto che si limiti a "una presenza professionale", come per esempio
la partecipazione al quiz, due battute, un po' di pubblicità alla
tournée, eccetera. L'attore declina. - Pubblicità - 


Il bello della storia è che il testo che Paolo Rossi doveva leggere
alle platee della domenica era nientemeno che un discorso di Pericle,
il padre della democrazia. Questi i passaggi incriminati. "Qui ad
Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece
dei pochi per questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non
trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende
private. Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche faccende per
risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così, 
ci
è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a
rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione
risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di
buon senso. La nostra città è aperta ed è per questo che noi non
cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così" . 

I censori, come si noterà, hanno avuto ancora ragione. Il testo è
molto forte e poi non fa ridere. Si tratta, alla lettera, di un
comizio politico. Pervaso da una profonda, velenosa e ossessiva
intenzione polemica contro Silvio Berlusconi. La circostanza che sia
stato scritto 2450 anni fa non può costituire un alibi. Una simile
intemerata propagandistica poteva essere recitata sulla tivù pubblica
soltanto in presenza di un contraddittorio, meglio più d'uno, per
esempio davanti a Gasparri, Schifani e Calderoli. 

Pericle era del resto una specie di comunista, uno che odiava i
politici ricchi, per invidia naturalmente, tanto da chiamarli con
disprezzo plutocrati. Responsabile anche d'aver promosso la
politicizzazione del teatro, per favorire i suoi amici Eschilo e
Sofocle: un vergognoso costume che gli intellettuali della Cdl stanno
ora cercando di smantellare. 

L'attacco diretto di Pericle al premier avrebbe oltretutto messo in
imbarazzo gli autori di Domenica in, trasmissione già all'indice per
il sondaggio noto come "basta con Berlusconi" , trasformato subito in
"basta dire basta" . 

In Italia i comici devono essere prudenti perché gli intellettuali
sono assai severi con la satira, attenti alla virgola e alla minima
caduta di gusto. D'altra parte il comico è un mestiere di grande
responsabilità. A differenza del politico e del giornalista, si
pretende che sia impeccabile. 

C'è uno solo che può dire montagne di sciocchezze, rifiutare il
contraddittorio anche in periodo elettorale, fare i complimenti ai
corruttori e le corna ai ministri, raccontare barzellette sui malati
di Aids e sull'olocausto, esaltare Mussolini e i massacri russi in
Cecenia: nel totale silenzio dei nostri bravi bacchettoni. Questa 
però
è concorrenza sleale. Altrove ognuno ha il suo mestiere. In America 
la
satira va in onda in prima serata e Michael Moore, nel ricevere
l'Oscar, tiene un comizio satirico in mondovisione contro Bush. 

Quanto a Pericle, il problema non è del tutto risolto. Il testo
censurato dalla Rai rimane colpevolmente inserito in molte antologie
scolastiche. Un altro effetto dell'egemonia culturale della sinistra.
Storace sia coerente e ne chieda la sostituzione. 


(28 novembre 2003)  




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