(Fwd) [noomc-it] I guerrafondai hanno trasformato l'Iraq in una base del terrorismo



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Date sent:      	Sun, 02 Nov 2003 15:09:12 -0000
Subject:        	[noomc-it] I guerrafondai hanno trasformato l'Iraq in una base del terrorismo

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I guerrafondai hanno trasformato l'Iraq in una base del terrorismo
internazionale


L'Iraq stava meglio quando stava peggio

di Massimo Fini

La recente, impressionante, escalation di attentati in Iraq, con la
tecnica dei kamikaze, viene attribuita all'infiltrazione sul
territorio di uomini di Al Quaeda e di fanatici waabiti. In questo
senso si è espresso tra gli altri, l'altro giorno, al Tg1 il 
professor
Margelletti, esperto di questioni internazionali. 

Sarebbe sufficiente questo per giudicare un grave errore l'operazione
americana in Iraq. Perché ha dato al terrorismo internazionale un
territorio dove far convergere le sue milizie. Oggi infatti l'Iraq,
completamente disgregato, è una sorta di "terra di nessuno" e quindi
un luogo ideale di raccolta e di attività per i terroristi
internazionali dove gli americani, i loro alleati e gli iracheni che
collaborano finiscono per diventare un immobile e facile bersaglio.
Con Saddam Hussein invece l'Iraq era un territorio out per i
terroristi internazionali, che erano costretti a disperdersi in vari
Paesi.

Come ogni regime forte (si pensi, per esempio, al rapporto fra il
fascismo e la mafia) quello di Saddam non tollerava sul proprio
territorio altri poteri, come Al Quaeda, ed elementi che potevano
sfuggire dal suo controllo. Insomma prima della guerra non c'erano
terroristi che svernassero in Iraq né gli iracheni aderivano al
terrorismo internazionale, com'è dimostrato dal fatto che non c'era 
un
solo iracheno nei commandos che hanno attaccato le Torri Gemelle e il
Pentagono né, in seguito, iracheni sono stati trovati nelle "varie
cellule" scoperte dalle polizie in questo o quel Paese.

Oggi invece l'Iraq è il covo privilegiato del terrorismo 
internazionale. Risultato paradossale di una guerra che volendo 
combattere il terrorismo lo ha rafforzato, sia alimentando l'odio
contro l'Occidente, sia consegnandogli un territorio, punti di
riferimento, obiettivi e una causa credibile.

Detto questo sarebbe illusorio pensare che quanto sta accadendo in
Iraq sia solo opera dei residuali seguaci di Saddam e dei terroristi
internazionali. Che si tratti insomma di una questione puramente
militare laddove è invece squisitamente politica. Attentati così
capillari e sistematici non possono avvenire senza un consistente
appoggio della popolazione. Intervistati fra le macerie fumanti, gli
iracheni mettevano sotto accusa non i terroristi che avevano 
attentato
alla loro vita e ucciso i loro parenti, ma gli americani che hanno
creato questa situazione. Il fatto è che una parte dell'Iraq può ben
aver odiato Saddam, ma è tutto l'Iraq a odiare gli americani
considerandoli dei volgari e brutali invasori.

Massimo Fini


da http://qn.quotidiano.net/




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