Varcando le porte del Centro culturale "Tigris ed Eufrate"



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Varcando le porte del Centro culturale "Tigris ed  Eufrate".

In uno storico antico palazzo di Diyarbakir (di circa 400 anni fa), molti
giovani sono attratti dalle attivita' culturali del "Tigris ed  Eufrate"
(in turco:
"Dicle Firat"): musica, teatro, cinema, fotografia, etc. Quando il visitatore
varca le sue soglie ed entra nel suo cortile, puo' osservare cos'e' la tipica
architettura della vecchia Diyarbakir (il nome di tale area e' "Surici", cioe'
"Entro le Mura", poiche' l'area e' racchiusa nel cerchio delle possenti
antiche mura, la cinta muraria piu' lunga del mondo dopo la Muraglia
Cinese). Il "Dicle Firat" lo accoglie tra gli archi bianco-neri sulle mura
grigie del cortile, dove, attorno ad una pozza, tavoli di legno sono gremiti
da gruppi di avventori che conversano, bevono te', giocano giochi da
tavolo, raggiunti dalle note della musica kurda che giungono dalle stanze
interne.
E ora, in un muro del cortile, campeggia il grande bassorilievo rotondo di
terracotta rossiccia dell'artista kurdo Mehmet Latif Saglan: una enorme
colomba, sovrastata dalla parola "Pace" scritta nelle piu' diverse lingue. E,
sopra la porta d'ingresso del salone, un piu' piccolo bassorilievo bronzeo,
simbolo dell'antica mitica Mesopotamia.
L'edificio di questo Centro culturale e' davvero grande (su due piani), con
molti vani (le cui pareti e pavimenti sono sovente coperti da bei tappeti e
kilim), ma qui lo spazio non e' un "optional". Infatti un mucchio delle piu'
disparate attivita' ci si svolgono dentro.
In particolare, durante il terzo Festival della Cultura e dell'Arte di
Diyarbakir
(maggio 2003, organizzato dal Municipio), il "Dicle Firat" ha realizzato molti
"ateliers" in tutte le possibili arti: musica, teatro, cinema, fotografia,
etc.,
ed alcuni di essi proseguono tutto l'anno.

Le linee direttrici del lavoto culturale del "Dicle Firat" sono ispirate alla
democrazia, che significa: liberta' per le differenze, e partecipazione
popolare. Possiamo ascoltare questi concetti dalle parole dei
responsabili del "Dicle Firat" (che sono stati intervistati dal nuovo giornale
"Diyarbakir Gün": "il Giorno di Diyarbakir"): Mehmet Takir, uno dei direttori
del Centro culturale, ci dice che per il "Dicle Firat" e' molto importante
essere un centro di incontro per persone con diverse idee e modi di
pensare, ed  Edip Berk, il presidente del "Dicle Firat", ci dice che la cultura
e l'arte non devono essere riservate alle elites, ma condivise dall'intero
tessuto delle relazioni sociali.

Quando parliamo della cultura kurda, il primo posto deve essere
assegnato alla musica ed alla canzone, perche' la principale
espressione dell'anima kurda passa attraverso di esse. Quando siamo
in grado di cogliere il significato della musica e della canzone kurda, il
mistero kurdo ci si dischiude.
E la musica e la canzone, al "Dicle Firat", sono di casa.
Sia la musica kurda tradizionale, che quella moderna.
Il ramo piu' tipico della canzone kurda tradizionale e' il "Dengbej" (piu' che
di "canzone" si tratta di "canto parlato", voce solista melodicamente
modulata senza cadenze ritmiche, e sovente senza accompagnamento
strumentale; in genere si tratta di composizioni tristi, assai lunghe e
lente).
Il direttore musicale Celal Ekin ci parla della ricerca musicale condotta
dal gruppo del "Dicle Firat" che si occupa del Dengbej.
Un'altro ramo della musica kurda e' l'"Arbane", suonato con grandi
tamburelli, uno strumento musicale nato circa tremilacinquecento anni or
sono nell'area del Tigri e dell'Eufrate. "Koma Derweshan" e' il gruppo di
Arbane del "Dicle Firat". E, ascoltandoli, pare davvero di essere trasportati
in quell'epoca remota...
Ma nel "Dicle Firat" suonano anche gruppi moderni, come i  "Koma Azad",
uno dei gruppi kurdi piu' popolari, che fino a poco tempo fa lavoravano ad
Istanbul, ma ora si sono trasferiti a Diyarbakir, poiche' (come ci dice Emin
Kamer, chitarrista in questo gruppo) qui sono piu' vicini al cuore del
popolo kurdo.

Ma se non potete venire a Diyarbakir a visitare il "Dicle Firat", niente paura!
Gruppi musicali come i "Koma Derweshan" e i "Koma Azad" torneranno
spesso in Europa, e anche in Italia, a tenere i loro
concerti...