Conferenza stampa tenutasi presso la Camera dei Deputati sulla questione del presidente del KADEK, Abdullah Ocalan



All'attenzione delle redazioni esteri



Si è svolta presso la Camera dei Deputati una conferenza stampa sulla
questione Ocalan, presidente del KADEK (ex PKK) detenuto in Turchia e
condannato a vita. Sono intervenuti gli avvocati di Abdullah Ocalan e
politici italiani.

Avv. Aysel Tugluk (del collegio difensivo, da Istanbul): l'isolamento del
mio assistito, il sig. Abdullah Ocalan, nell'isola di Imrali si avvia ormai
a cinque anni. L'isola è sottoposta alla giurisdizione del Consiglio di
Sicurezza Nazionale e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, così non
c'è dato modo di appellarci. Il primo diritto che Abdullah Ocalan vede
violato da quando è detenuto è il diritto alla difesa, considerando i sue
processi ancora in corso. Vogliamo che il mondo sappia che le sue
condizioni di salute non sono buone e che la sua vita è legata a doppia
lama al destino del popolo kurdo. Non possiamo permettere che i militari,
come hanno recentemente dichiarato, uccidano il sig. Ocalan lentamente.
Abbiamo già chiesto, e chiediamo il sostegno degli altri nostri colleghi,
che il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d'Europa si
rechi nell'isola a verificare le condizioni in cui il sig. Ocalan è
effettivamente detenuto.

Avv. Luigi Saraceni: il sig. Ocalan ha visto riconosciuto in Italia il suo
diritto all'asilo politico, come l'art. 10 della Costituzione prevede,
dunque è in parte anche un cittadino italiano, così come il suo status
giuridico lo identifica. Attualmente  in Italia, nei suoi confronti, vi è
ancora un processo pendente. Ciò che vogliamo tentare, insieme ai miei
colleghi è di andarlo a visitare nel carcere di Imrali dove è detenuto,
senza dimenticare che in passato assieme l'avv. Giuliano Pisapia questo non
è stato possibile per decisione del governo turco.

Avv. Arturo Salerni: Ocalan è una figura centrale per la risoluzione e
pacificazione della questione kurda essendo lui ad aver avviato tale
processo, quando nel novembre del 1998 ha fatto il suo ingresso a Roma. La
risoluzione della questione kurda riguarda con grande attinenza il processo
costitutivo dell'Europa.

Jacopo Venier (responsabile esteri PDCI): la questione del pres. Ocalan è
fondamentale per due aspetti: è sottoposto sostanzialmente ad un regime
carcerario che è assimilabile alla tortura e non è soltanto un detenuto, ma
anche il leader indiscusso di un popolo. L'assenza di un forte intervento
dell'UE la rende complice del regime turco; perché, negare la grave
condizione detentiva di Ocalan significa negare la questione kurda anche in
UE, visto che la Turchia vuole entrarne a far parte. Il processo di
pacificazione che la parte kurda ha avviato, grazie all'impulso di Abdullah
Ocalan, rischia di precipitare nel vuoto; il governo turco nel frattempo
approva riforme che non soddisfano le richieste del popolo kurdo. Avanziamo
la richiesta che la condanna a vita di Ocalan sia scontata in un paese
terzo, come passo di buona volontà della Turchia per la soluzione politica
della questione kurda e per garantire l'incolumità del presidente Ocalan.

Angela Bellei (Presidente dell'associazione nazionale AZAD): siamo molto
vicini ai 30 kurdi che si trovano in sciopero della fame per la vita del
presidente Ocalan di fronte al Colosseo da cinque giorni. Comprendiamo il
loro stato d'animo e sappiamo che attraversano un momento difficile, lo
slogan "La salute del Presidente Ocalan è la salute del popolo kurdo" mai
come oggi è così attuale; la probabile ripresa del conflitto turco-kurdo
aggiunta alla situazione del pres. Ocalan rende la situazione molto
preoccupante, per questo, chiediamo alla stampa, che ha un ruolo
determinante per sensibilizzare l'opinione pubblica, di tenere alta
l'attenzione su quanto accadrà.

Roma, 18 settembre 2003