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Carissime/i,
venendo a Mitrovica i discorsi che ci hanno accompagnato durante il viaggio
riguardavano la situazione che avremmo trovato: la cittá divisa dal fiume
Ibar in due realtá diverse e lontane, i bambini con cui avremmo dovuto lavorare
e la presenza diffusa dei militari.
Dopo una settimana che siamo qui, nel gruppo dei volontari  le parole cambiano,
le prospettive mutano. Oltre a confermare alcune idee della partenza, i
discorsi sono rivolti al come fare e al dare di piú ai bambini serbi, albanesi
e bosniaci con cui lavoriamo.
E quindi le energie si rinnovano ogni giorno e le attivitá proseguono frenetiche,
anche perché i bambini sono vogliosi di giocare ed imparare i ruoli del
grande Circo della Pace che stiamo allestendo in vista delle due rapprsentazioni
finali.
Dal primo momento i bamibini ci hanno accolto con grande entusiasmo e curiositá:
Luigi e Gianluca li hanno divertiti con un numero da clown ed insegnato
le prime cose. Nei giorni seguenti i bambini hanno scelto i ruoli per lospettacolo
e cominciato a preparare i costumi dei pagliacci, dei direttori, delle ballerine,
degli animali ed hanno costruito e colorato gli strumenti dell'orchestra.
Tutto in un clima giocoso e di scambio reciproco. Alla fine delle giornate
tutti noi volontari torniamo all'ostello stanchi ma pieni dell'affetto di
cui ci sommergono. Giochi, balli e canzoni vengono fuori in ogni momento
e ogni giorno i bambini arrivano alla scuola in anticipo rispetto all'appuntamento
e non hanno voglia di abbandonarci quando finiscono i laboratori teatrali.
L'entusiasmo che sprigionano coinvolge tutti gli adulti del quartiere in
cui operiamo, Kodra Minatoreve a maggioranza albanese nella zona serba a
nord della cittá. I genitori guardano i figli impegnati nelle attivitá e
i fratelli piú grandi passano il loro tempo con noi e ci aiutano nei lavori
pesanti. 
Sabato quando ci hanno visti alle prese con pale e rastrelli a
preparare il terreno dove allestiremo la tenda del circo si sono offerti
anche loro.
L'idea del Circo della Pace piace a tutti ed il Ministero UNMIK della Cultura,
giovani e sport, insieme a NCA (Norvegian Church Aid) e l'UNHCR stanno supportando
le attivitá.
Questa mattina  ci hanno portato la grande tenda sotto cui svolgeremo lo
spettacolo ed in questo momento i volontari sono impegnati nel montarla.
La cittá é divisa e invasa dalla presenza dei militari.Ogni volta che passi
il fiume per andare da nord a sud devi fare il check point. Noi non abbiamo
probemi a passare ma non é così per chi gli abitanti di Mitrovica. Ieri
un uomo in un bar a sud, la zona albanese, ci ha mostrato suo figlio nato
dopo la guerra e la divisione della cittá. Ha tre anni e si chiama Du Lot,
due lacrime: una per tutti bambini che sono morti durante la guerra ed una
perché non puó andare dall'altro lato del fiume a vedere cosa c'é e a giocare
con gli altri bambini. 
Noi abbiamo deciso di rappresentare il circo due volte. Una nel quartiere
di Kodra Minatoreve a nord e l'altra nel Cultual Centre nella confidence
zone, l'area in cui l'accesso é possibile per tutti.
La nostra speranza é quella di riunire tanta gente, confidiamo nel creare
un grande momento d'aggregazione.
Un saluto giocoso e di pace a tutti.
Francesco.




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