comunicato stampa



Siamo ad un nuovo pericolo di guerra in Kurdistan ?



Ancora negazione e distruzione da parte del governo turco



I kurdi hanno avviato ormai da 45 giorni, in ogni parte del mondo, una
grande campagna internazionale per l'amnistia generale, la pace sociale e
la soluzione democratica per comunicare la propria determinazione. Si
rivolgono all'opinione pubblica europea e internazionale, oltre che turca,
perché pronti per una soluzione democratica e per dialogare, il loro
impegno è quello di informare tutti e tutte della propria buona volontà.
Ma, lo stato turco ancora continua a non concedere risposte accettabili
nemmeno a questa campagna.

Il movimento kurdo, che da 4 anni ha avviato un cessate il fuoco
unilaterale per la soluzione pacifica e democratica della questione kurda,
non ha ancora ottenuto altra risposta da parte turca, che operazioni
militari ed attacchi contro le manifestazioni democratiche e violenze
contro le donne e contro chiunque si stia battendo per la soluzione
democratica.

Il governo turco dichiara e propone all'UE ed alle altre realtà interessate
di voler fare dei passi in avanti per la democrazia, ma tutto questo non è
altro che parole sulla carta, non è sufficiente, anzi è la dimostrazione di
una mentalità sciovinista e anti-democratica, sono dichiarazioni che non
corrispondono alla realtà dei fatti.

Vogliamo qui di seguito richiamare l'attenzione su alcuni esempi che sono
la più eclatante dimostrazione della situazione attuale in Turchia.  Mentre
negli ultimi 4 anni, i kurdi proponevano le più diverse manifestazioni ed
aperture per chiedere pace e democrazia, da parte turca sono state
perpetrate numerose azioni di repressioni ed operazioni militari, negli
ultimi tempi poi, a seguito della caduta del regime di Saddam, il tenore di
tali operazioni si è notevolmente innalzato. Questo fatto ci preoccupa
molto. Per esempio i paramilitari turchi appropriandosi delle uniformi dei
guerriglieri si presentano nei villaggi e attaccano i civili, come è
successo negli ultimi giorni a Bingol. Con lo stesso metodo bloccano i
convogli sulle strade di villaggio come è stato a Dersim, requisendo soldi
e beni preziosi dalla gente, spacciandosi proprio per guerriglieri kurdi.
Un altro esempio, sono stati anche gli attacchi ai villaggi del Kurdistan
meridionale, fatti sempre abusando delle uniformi kurde, un caso molto
importante e grave si è svolto ad Amedie. Infine, a Suleymania dove i piani
degli ufficiali turchi sono quelli di attentare alla vita dei membri del
Consiglio di presidenza del KADEK (si tratta di quegli ufficiali che i
militari americani hanno arrestato il 4 luglio scorso!). Mentre, giovani
kurdi e kurdo, che hanno voluto dimostrare per la pace sociale ad Ankara,
sono stati arrestati, uno di loro è stato legato e trascinato da un mezzo
blindato. Senza dimenticare poi Gulbahar Gunduz, esponente della sezione
femminile del Dehap che è stata aggredita, rapita e violentata da 4
poliziotti ad Istanbul. Vogliono imporre una nuova legge, non per porre le
basi di una democrazia, ma per il pentimento. Inaccettabili, così sono le
risposte che negli ultimi mesi la parte turca sta offrendo ai kurdi.

Queste attività del governo turco sono provocazioni per una nuova guerra in
Kurdistan.  La questione kurda sta giungendo ad un livello di alta
sensibilità, è molto importante fare qualcosa contro tutto questo, se
vogliamo impedire una nuova guerra.

Roma, 14 luglio 2003