presidio di pace a nablus



Nablus, 12 luglio 2003
 "ci hanno rubato la terra per costruire le loro case.
  Ci hanno rubato Baher e Hussain per distruggere il nostro futuro"
                                       (Akmad,insegnate a Burin)

Il Centro di Medical Relief e' sempre animato da tanti giovani volontari
che ad ogni ora del giorno sono disponibili a raccontarti un dramma che
si portano dentro, una storia di soprusi, violenze, imboscate, torture e
massacri che hanno ferito per sempre la loro famiglia o i loro amici. Ma
quello che ogni volta mi sconvolge e' che all'ennesimo "and when?" il racconto
si ripresenta con tutto il suo insopportabile scandalo non di un fatto lontano:lo
scorso aprile...tre mesi fa o in queste settimane...
Ma stamattina al Centro non c'e' tempo da perdere. Una squadra di 8 volontari
porta gli scatoloni di medicine in ambulanza perche' ci stanno aspettando
nel villaggio di Burin, sulle montagne, con la Mobil Clinic, per soccorrere
la gente con quest'unico aiuto sanitario e umano. Al check point di Hwarh
l'unico documento diverso e' il nostro di internazionali e per questo...nervi
saldi, sangue freddo e via a rispondere: "Why are you here?"...Ma per me
e' niente in confronto all'umiliazione dei palestinesi che ogni giorno e
da sempre subiscono questa assurda violenza...e poi noi siamo in ambulanza
mentre fuori scorre un lungo fiume di gente che, come nei film sull'olocausto,
trascina sotto il sole bambini e borse...La strada che si inerpica non e'
un ostacolo ad arrivare presto nel cortile della scuola di Burin: in pochi
minuti l'atrio si riempie di gente, le aule diventano ambulatori e due tavoli
una discreta farmacia. Io posso solo sistemare le scatole anche perche'
i ragazzini mi trascinano fuori a giocare tra gli ulivi con gli asini e
le capre...Improvvisamente mi giro attorno guardando le montagne e Akmad
intuisce e mi spiega che Burin e' praticamente accerchiata da quattro insediamenti
di ebrei: Brkq con 400, Itshar con 250 e altri due completamente vuoti,
in attesa solo che qualche ebreo di qualsiasi parte del mondo si sogni di
venire a  stare qui...Lo vedo coi miei occhi e mentre fotografo mi prende
il braccio per raccontarmi l'ultimo massacro che ha ferito il villaggio:
Tre mesi fa...sono le 9 di sera e Baher sta chiacchierando con Hussain...entrambi
hanno 23 anni...vicino a loro il cavallo di Baher con due ceste di verdura...accendono
una sigaretta e dall'alto della montagna arrivano dei colpi che fanno impazzire
il cavallo...le patate scendono  giu' per il sentiero e di fronte agli occhi
impietriti dei genitori di Hussein come di fronte al mondo che mai dovra'
sapere di questo massacro, rotolano giu' patate macchiate di sangue di cavallo
e...di uomo.
Nandino.

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