Non è la giustizia, non è il diritto, ma la road map è una possibilità



Parlamento Europeo, 18 Giugno 2003
intervento in plenaria di Luisa Morgantini
a nome del gruppo GUE-NGL
"Luisa Morgantini" <lmorgantini at europarl.eu.int>

Non c'è dubbio che la road map sia una speranza alla quale tenersi stretti, senza perdere la lucidità del giudizio politico e dei fatti che accadono quotidianamente in Palestina e Israele. Non è la giustizia, non è il diritto. Non c'è dubbio che l'Unione Europea nel suo insieme e il lavoro tenace e appassionato svolto dall'inviato speciale Miguel Angel Moratinos hanno avuto un ruolo importante nella definizione del piano e nell' accompagnare l'autorità palestinese ad intraprendere il processo per le riforme definite nella road map. E' indispensabile pero' che sia tutto il quartetto ad essere partecipe e garante dei negoziati. Lasciare solo agli Usa la gestione è un rischio troppo grosso e comunque sbagliato. Nello stesso tempo è indispensabile accompagnare tutte le fasi dei negoziati, senza ricommettere gli errori dell'accordo di Oslo, quando dopo le grandi strette di mano si sono lasciate le due parti , sole e con rapporti di potere cosi diversi. Ha prevalso non la pace ma la violenza e la sopraffazione e la continua occupazione militare. Tutti sono consapevoli (purtroppo con la compiacente subalternità di alcuni governanti europei) del dominio dell'amministrazione Usa cosi come della tendenza del governo israeliano a sottovalutare interlocutori come l'Europa, la Russia o l'Onu, considerati a torto sbilanciati nei confronti dei palestinesi. A torto perchè non di sbilanciamento si tratta ma di non aver abidcato ancora completamente al diritto e alla giustizia. Ma a dir poco, l'amministrazione israeliana come quella Usa, non considerano il diritto internazionale vincolante . Se cosi' fosse la questione Palestina-Israele sarebbe risolta da lungo tempo, perlomeno da quando, nel 88 ad Algeri, l'OLP ha scelto di coesistere con lo stato israeliano e di avere il proprio stato nei territori occupati nel 67.
Lo sbilanciamento, l'assimmetria è la condizione tra palestinesi e israeliani.
Non è banale, anzi è essenziale ribadire che non è l'esercito palestinese ad occupare Israele, non è l'autorità palestinese a costruire insediamenti in territorio israeliano, a tenere in carcere miglialia di persone a tenere in una prigione a cielo aperto milioni di palestinesi. Gli atti esecrabili di terrorismo contro la popolazione civile sono condotti da forze estremiste palestinesi non da un esercito armato di F 16. E questo senza assolvere l'autorità palestinese di errori e debolezze nocive ad una pace giusta La road map come possibilità di pace per tutti e due i popoli, è ancora una volta una sfida ed una speranza, ma se si vuole davvero che palestinesi ed israeliani vivano in pace e sicurezza, bisogna, certo, chiedere all'autorità palestinese di cercare ogni strada legale per fermare le azioni di terrorismo, del resto Abu Mazen con l'appoggio del Presidente Arafat sta cercando con molta fermezza la via del dialogo per fermare la violenza e non incorrere in una guerra civile; ma è a Sharon che bisogna chiedere con molta forza di rispettare le prime fasi della road map di cessare gli assassini mirati, che sembrano fatti apposta per provocare reazioni terroriste. Sharon ha detto che non si possono dominare tre milioni e mezzo di palestinesi con l'occupazione militare e allora dalle parole ai fatti, come dice Gideon Levy un commentatore del giornale Haaretz, via i check point, la fame, la mancanza di lavoro, la demolizione delle case, che gli ammalati e le puerpere possano andare in ospedale, che i bambini non vedano più i genitori picchiati e umiliati nel cuore della notte .
Questo darà forze alla pace .
C'è una mostruosità di cui la road map non parla: il muro di separazione, di apartheid, di annessione territoriale, 364 km alto 8 metri filo spinato, controlli elettronici, il muro non è sulla linea verde dei territori occupati nel 67, annette ad Israele nuovo territorio , 30 pozzi idrici confiscati, 15 villaggi palestinesi saranno separati dalla terra coltivata. Un costo immenso , milioni e milioni di euro, un muro che separerà in bantustan il territorio palestinese. Sharon ha dato ordine di lavorare anche la notte per la costruzione e non gli bastano i 374 km vuole il recinto anche nella parte del confine giordano. Usiamo ogni strumento di pressione che abbiamo (tranne le armi) per permettere la realizzazione di due popoli e due stati, e apppoggiamo la richiesta di Kofi Annan e sostenuta dal ministro degli esteri francese perchè si dislochi sul territorio una forza internazionale di peace keeping, capace di fermare le morti palestinesi e israeliane.
E' come al solito, già molto tardi
una forza internazionale avrebbe dovuto essere presente fin dall'inizio della recrudescenza del conflitto. A gran voce lo hanno richiesto i movimenti sociali e pacifisti palestinesi, israeliani e internazionali. Rachel Corrie, per proteggere la popolazione civile è morta schiacciata un buldozer israeliano . La sua morte cosi come quella di migliaia di palestinesi e centinaia di israeliani, si ascrivono al delitto di omissione della comunità Internazionale. Ripariamo.