Il processo a Leyla Zana prosegue; in azione la solidarieta' italiana.



Il processo a Leyla Zana prosegue; in azione la solidarieta' italiana.

Sta continuando, ad Ankara, il rifacimento del processo a Leyla Zana e
agli altri 3 parlamentari del DEP, ingiustamente condannati nel 1994 a 15
anni di carcere.
Il 25 aprile si e' tenuta la seconda udienza; la terza sara' il 23 maggio (il
processo era iniziato il 28 marzo).

Per informazioni generali su Leyla Zana, la sua vicenda ed il significato
che essa riveste per il popolo kurdo ma anche per la comunita'
internazionale, cfr. il Sito Web:
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/home.html

Questo "rifacimento" del processo e' un importante risultato dell'azione
internazionale: nel 2001 la Corte europea per i Diritti umani aveva
sentenziato l'iniquita' del precedente processo del 1994, e una forte
pressione del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea avevano
recentemente indotto il Parlamento turco a modificare la legislazione,
introducendo una nuova norma per il rifacimento dei processi giudicati
iniqui dalla Corte europea; poco dopo la Magistratura turca aveva deciso il
rifacimento del processo.

La cronaca dettagliata di questo nuovo processo e' su Internet, in lingua
italiana, all'indirizzo:
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/it.html
Maggiore documenrtazione, in inglese e francese, agli indirizzi web:
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/en.html
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/fr.html
(gli errori di visualizzazione delle precedente pagine web sono stati
corretti).

Questo nuovo processo, come ha affermato Leyla Zana, e' di grande
rilievo non solo perche' apre la speranza della liberazione dei quattro
parlamentari  ingiustamente condannati, ma perche' e' un decisivo banco
di prova di una possibile democratizzazione della Turchia, ed esso avra'
conseguenze importantissime sull'ingresso della Turchia nell'Unione
europea,

L'Unione europea segue da vicino questo processo: la Conferenza dei
Presidenti del Parlamento Europeo, il 13 marzo scorso, aveva deciso
all'unanimit? l'invio ad Ankara di una delegazione ufficiale "ad hoc" del
Parlamento Europeo; alla prima udienza erano presenti i due
europarlamentari Luigi Vinci (Rifondazione Comunista) e Feleknas Uca
(eurodeputata di origine kurda del PDS tedesco); a questa seconda
udienza c'e' stata una delegazione di 5 europarlamentari.
Alle due sedute del processo hanno presenziato anche delegazioni della
Societa' civile (tra cui moltissimi esponenti, ovviamente,
dell'associazionismo democratico kurdo e turco): anche questa presenza
e' assai importante, non solo come personale e tangibile atto di
solidarieta', ma anche perche' ricorda alla Turchia che gli occhi del
mondo democratico sono puntati su di essa. Erano presenti, tra l'altro,
alla prima udienza, molte personalita' ed associazioni internazionali, e
funzionari e rappresentanti della Commissione Europea, delle
Ambasciate inglese, francese, tedesca e greca; e, alla seconda, Claudia
Roth, del governo tedesco, esponente dei Verdi. Ad entrambe le udienze
c'era Silvana Barbieri, dell'Associazione Culturale "Puntorosso".
E, in particolare, dall'Italia era presente, questa volta, una delegazione
dell'Associazione Giuristi Democratici, composta dall'Avv. Desi Bruno e
dall'Avv. Carmine Malinconico.
Il loro resoconto puo' essere letto sul quotidiano "Liberazione" del 27
aprile:
http://www.liberazione.it/giornale/030427/LB12D6A7.asp.
Per la prossima udienza e' auspicabile che anche altri organismi attivi nel
campo del diritto e dei diritti umani si attivino con una partecipazione
diretta.

Ma purtroppo anche questo rifacimento del processo, per ora, non pare
avviato su di una buona strada.
La prima udienza (28 III) e' stata inaugurata con il respingimento, da parte
della Corte, della domanda di scarcerazione avanzata dai difensori
(respingimento rinnovato all'inizio della seconda udienza), domanda
peraltro pienamente coerente anche con le richieste della Corte europea
dei diritti umani, che aveva invitato la Turchia a cancellare, ove possibile,
le conseguenze sugli imputati dell'ingiusta sentenza. Ebbene, se
ovviamente non e' possibile restituire loro la liberta' degli anni gia'
trascorsi, era possibile per lo meno rimetterli in liberta' ora, in attesa di
una nuova sentenza.
Ma anche questa seconda udienza del 25 aprile, dedicata all'ascolto dei
testimoni (19 testi dell'accusa), e' stata deludente. Gli avvocati difensori
hanno chiesto una corretta modalita' di audizione dei testimoni, con la
possibilita' di rivolgere loro domande e non solo di ascoltarli, ma tale loro
richiesta e' stata aspramente contrastata; al termine dell'udienza il capo
olandese della delegazione del Parlamento europeo presente al
processo, Joost Lagendijk, ha dichiarato: "Sembra essere la copia del
primo processo. E la copia di un processo iniquo e' pure essa un
processo iniquo". In effetti, la Corte Europea aveva dichiarato illegittimo il
primo processo anche proprio per la violazione dei diritti della difesa.
E' comunque significativo che due dei testimoni hanno rivelato che le loro
testimonianze al processo del 1994 erano state loro estorte con la tortura.
Riferiscono inoltre Desi Bruno e Carmine Malinconico:
"Nel pomeriggio altri testi, tutti membri delle milizie paramilitari e
filogovernative note come 'guardie di villaggio' si sono piu' volte
contraddetti rispondendo alle domande che a fatica la difesa e' riuscita a
porre, dopo accese polemiche con una corte che invece tendeva a far
semplicemente confermare ai testi le dichiarazioni rese nel 1994".

La solidarieta' internazionale, che gia' ha avuto un ruolo decisivo
nell'ottenere questo rifacimento del processo, puo' e deve continuare a far
sentire la sua voce, per la liberta' di Leyla Zana e per la comune volonta'
di una futura Turchia democratica in una futura Europa democratica.
Ogni cittadino italiano, ogni associazione, ogni sede locale dei partiti
italiani, puo' attivarsi, per promuovere, anche nel proprio Comune, una
deliberazione del Consiglio comunale in sostegno a Leyla Zana e agli
altri 3 deputati DEP. Gia' moltissimi Enti locali italiani lo hanno fatto, ma
questa "campagna" vede ora il suo momento... decisivo.

Sono disponibili due possibili testi di mozioni da presentare agli Enti
locali; uno chiede l'attivazione delle istituzioni italiane (Parlamento,
Governo) verso la Turchia; uno conferisce a Leyla Zana la cittadinanza
onoraria.
Chi volesse ricevere via e-mail tali testi, e qualsiasi maggiore
delucidazione, puo' rispondere a questa e-mail (a at ranchdeiviandanti.it) o
contattare direttamente i referenti per la prima mozione:
puntorosso at puntorosso.it
silbarbieri at virgilio.it

In questi ultimi anni gli Enti locali italiani che hanno chiesto al Governo ed
al Parlamento italiano di attivarsi verso la Turchia per la liberazione di
Leyla Zana e degli altri deputati del DEP sono 8 Regioni, 9 Provincie, 16
Comuni; inoltre una decina di Enti locali hanno la mozione in fase di
"lavori in corso", e molti altri Comuni hanno conferito a Leyla Zana la
cittadinanza onoraria, o approvato OdG in suo favore.

Il quadro attuale della "campagna" in Italia (con i testi delle mozioni e
l'elenco degli Enti locali che le hanno approvate) e' descritto su Internet
all'indirizzo:
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Solid.html

A.C.